VøgL!ø µNª ƒaVøLå!

...frammenti d'amore...


 [...] Fiammmetta rientrò a casa il mattino seguente.Mariesol dormiva ancora.Aprì un occhio: Fiammetta era sopra di lei."Allora? Che mi devi raccontare?" le chiese euforica.Mariesol si sentiva strana."Ho notato il vestito...ma che ci hai fatto?" le fece notare "è tutto stropicciato...macchiato""E' umido""Ah..beh..anch'io torno a casa con i vestiti umidi la sera..cosa da tutti i giorni. Mamma nemmeno mi chiede più il perchè...""Veramente ieri sera erano bagnati..." precsò Mariesol;"Meglio mi sento!""Sono caduta in una fontana"Fiammetta la guardava allibita. Preferì non indagare oltre."Sorvoliamo. Allora allora allora? Com'è Giulio?""Giulio...è Giulio...""No! Pensavo fosse Simone! Grazie! Mi hai illuminato" Fiammetta si era seduta sul letto e molleggiava su di esso: "Ora ho le idee più chiare!"Mariesol sorrise. Fiammetta la vide."Beffarda! Ti è piaciuto! Che avete fatto? Guarda che occhi...tu sogni ancora..svegliaaaaaaaaaaaa! Devo sapere...""Zitta...mi sa che tu abbia interpretato male ciò che vedi nei miei occhi...""Ma dai, sono lucidi..." le disse scrutandola;"Eh, saranno pure lucidi...ma di febbre! Vammi un pò a prendere il termometro!""Ecco, nemmeno rientro e già sono schiavizzata...aspetta" commentò.Mariesol non aveva la febbre ma scottava ugualmente della febbre d'amore che l'aveva contaggiata. Quella febbre d'amore che la faceva ancora sorridere e che la fece sorridere ancora di più quando, acceso il cellulare, vi trovò un messaggio di Giulio "Buongiorno...ho la febbre...altina...non mi sento male ma non mi sento neanche bene perchè non posso curare la febbre di te.."Oh, Giulio. Povero malaticcio. Due malaticci. D'amore? Soprattutto."E' un suo messaggio non è vero?"Mariesol non poteva mentire a Fiammetta. Tanto i suoi occhi avrebbero detto comunque la verità per lei."Sgamata!" esclamò la sorella "Quando gli hai dato il numero? Ma non avevi detto che non glielo volevi dare? Non ti conosceva..e poi...tutte chiacchiere""E poi ieri sera ho scoperto che invece mi conosce meglio di me stessa..."E, finalmente, aveva meritatoil suo numero di cellulare. [...]    (tratto dal libro, "Voglio una favola!")