Voglio un cielo blu

Mi ricordo che...


Sembra ieri: e invece di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, da allora. Venticinque anni non sono proprio bazzecole, giusto? E quando hai dieci anni il mondo è tutta un'altra cosa: oltre ad essere più basso di mezzo metro e glabro come la testa del tenente Kojak, non ti rendi conto della fortuna che hai. Nessuna responsabilità, nessuna preoccupazione che ti attanaglia la mente: soltanto spensieratezza, niente più. E, come tutti i bimbi di questo mondo, tanta, ma proprio tanta, voglia di giocare: nel mio caso il divertimento più grande consisteva, nelle calde giornate estive, nel ritrovarmi con gli amici nel campetto sotto casa e, imitando i campioni d'allora, dare vita a partite di calcio che non finivano mai. Perlomeno non fino a quando la mamma ti chiamava, ordinandoti di salire per la cena. Già, davvero dei bei tempi. Bellissimi.Solitamente giocavo come centr'avanti e, modestamente, me la cavavo pure benino. Tant'è vero che, spesso e volentieri, causa spallata pazzesca del difensore di turno, mi ritrovavo disteso a terra, pancia in sù e col fiatone, ad ammirare il cielo. Ciò che più mi colpiva era il suo colore: un blu così intenso e profondo da restarne letteralmente abbagliati; ed infatti, il più delle volte, me ne restavo lì ad osservarlo fino a quando qualche compagno non veniva a tirarmi sù per un braccio, esortandomi a darmi una mossa. C'era una partita da vincere, cribbio!Venticinque anni cambiano molte cose, eccome. Tutti coloro che, come me, hanno superato abbondantemente la trentina sanno bene di cosa parlo. Tutti gli altri, invece, lo capiranno presto. Molto presto. Ad ogni modo una cosa è certa: ciò che in questi cinque lustri è radicalmente mutato è proprio lui: quel cielo che da piccolo mi rapiva col suo blu. Un blu ormai sbiadito, sempre più spento, sempre più lontano; un blu che ormai s'è perso nei rivoli della memoria.Avete fatto caso, invece, al cielo odierno? E' costantemente velato da un sottile strato di nubi, solcato quotidianamente da aerei a quota relativamente bassa e sfregiato da decine e decine di scie alquanto sospette che, da quegli stessi aerei, fuoriescono a tonnellate. Ve ne siete accorti? No? Beh, in quest'ultimo caso vi dò un consiglio, tanto semplice quanto spassionato: alzate gli occhi al cielo. E osservate...Commenta nel forum