Volo di farfalla

NUOVE TECNOLOGIE E FUTURO - INTERVISTA A FANTINUOLI


Le nuove, anzi nuovissime, tecnologie avranno lo stesso successo già avuto dalla diffusione di quelle ormai definite tradizionali come Internet, sms ecc? E' interessante leggere quanto ha affermato Fantinuoli presidente di AssoCSP in una recente intervista ad AffariItaliani:L'iPad non salverà i quotidiani di carta/ Fantinuoli (AssoCSP) ad Affari: "Non è il mobile la soluzione ai problemi dell'editoria. Il futuro del business sui cellulari? I servizi di pagamento"Sabato 07.05.2011 16:27
Gian Luca FantinuoliIl mobile sarà la nuova new economy? I cellulari intelligenti saranno la nuova frontiera dell'editoria dopo la crisi irreversibile che ha colpito la carta stampata? L'accostamento con il boom del business legato alle nuove tecnologie e generato, alla fine degli anni '90, dalla diffusione di internet non è certo cosa nuova. E lo si ritrova accennato nel titolo di un convegno che si tiene martedì 10 maggio al Politecnico di Milano (ore 9.30, aula Carlo De Carli): "Mobile Internet, Content & Apps - Il laboratorio della Digital Economy".Fra gli interventi è previsto quello di Gian Luca Fantinuoli, presidente di AssoCSP, l'associazione dei fornitori di contenuti e servizi a valore aggiunto per telefonia nata nel 2009 che raggruppa e rappresenta le principali aziende italiane e internazionali del settore, presente al dibattito sulla tutela del diritto d’autore sui contenuti digitali.Proprio Fantinuoli (che è anche amministratore delegato di D2, società torinese specializzata in servizi a valore aggiunto) frena gli entusiasmi in questa intervista ad Affaritaliani: "Oggi chi dispone di contenuti e li vuole rendere disponibili in mobilità può scegliere due strade: quella delle applicazioni, fruibili dai nuovi terminali come smartphone e tablet, e quella delle piattaforme più tradizionali (web, sms etc.). Nel complesso però, per quando si stiano aprendo nuovi scenari interessanti, questo mercato non potrà mai dare vita a fenomeni della dimensione di quella che fu la new economy".Oggi sono molti gli editori tradizionali che puntano sul mobile, trasformando le loro testate cartacee in application per iPhone e altri tablet e smartphone, in cerca della panacea che risollevi d'un colpo i bilanci colpiti dalla crisi della carta. E' la strada giusta? Non sarà forse chele aspettative sul settore sono un po' troppo gonfiate?"Certamente i grandi gruppi non possono ignorare questa nuova modalità di fruizione dei contenuti editoriali, non foss'altro per un fatto di immagine che rende necessario anche solo 'esserci'. Poi, dal mio punto di vista, ci sono delle complessità che nascono dalla forte spinta di questi contenuti verso la multimedialità e che rischiano di complicarne la fruizione, restringendoli a una nicchi molto limitata di utenti particolarmente 'tecnologici'. Si pensi alle versioni elettroniche dei grandi quotidiani, declinate attraverso fotogallery, video, link, approfondimenti traversali etc.: ottime per gli utilizzatori di profilo elevato ma non certo per la massa. D'altro canto, penso che vi siano grandi spazi per la possibilità di rendere fruibili prodotti tradizionalmente di nicchia - si pensi ai quotidiani locali - che difficilmente riescono a raggiungere molti potenziali utenti per i problemi legati alla distribuizione sui canali tradizionali".Quindi mi sta dicendo che i contenuti per il mobile vanno bene purché siano meno multimediali possibile?"Noi pensiamo che vi siano possibilità interessanti nella logica della fruizione semplice, quella degli 'sfogliatori di pdf', che leggono il giornale online nella stessa modalità di quello di carta".Ma come? Si è detto e si dice che la diffusione dei tablet rivoluzionerà l'editoria perché consentiranno di trovare nuove formule sempre più multimediali, crossmediali e personalizzabili, e lei mi sta riproponendo il vecchio pdf che altro non è che la conversione in formato elettronico del prodotto cartaceo?"Ci sono due visioni diametralmente opposte in proposito. Una punta sulla massima semplificazione per portare i contenuti al maggior numero di utenti possibile, togliendo loro la fatica di andare in edicola a comprare il giornale o dando la possibilità di leggere i quotidiani locali anche quando si è in vacanza, con uno strumento molto semplice e molto simile alla carta nelle modalità di fruizione. Non dimentichiamoci che oggi si parla tanto di smartphone ma in Italia esiste ancora un buon 70% di utenti che usufruisce dei contenuti in mobilità attraverso i tradizionalissimi sms. Se puntiamo su quanti sono in grado di maneggiare application o fare web browsing sul cellulare, la potenziale utenza scende drammaticamente. E, peraltro, si sovrappone solo in minima parte ai lettori dei quotidiani".E allora tutti i discorsi sul web 2.0 e il citizen journalism?"E' la visione opposta: noi stessi, che con la nostra società editiamo anche una serie di testate cartacee locali, abbiamo sviluppato da tempo una piattaforma di citizen journalism che sfrutta la tecnologia per realizzare prodotti editoriali a più strati. E' qui, secondo me, l'aspetto più interessante della nuova modalità di fruizione dei contenuti".Va bene. Ma il mercato dei contenuti per il mobile non è fatto solo di informazione e prodotti editoriali: ci sono anche l'intrattenimento, i servizi... Quali sono, secondo lei, i settori più interessanti in termini di crescita del business?"Parliamoci chiaro: in questo momento l'industria dei contenuti per il mobile sta affrontando un mercato in contrazione, e pure significativa. I servizi di intrattenimento stanno vivendo un momento di grande involuzione dal momento che, in una fase di crisi economica, i consumatori non hanno esitato a tagliare i costi ritenuti superflui. Tiene ragionevolmente l'area del televoto, che pure ha subito una forte frenata: molte attese legate alla tv interattiva sono state cancellate dalla debolezza dei contenuti, basta guardare gli ascolti della maggioranza dei reality show..."Insomma, mi pare proprio che non si possa parlare, ad oggi, di boom dei contenuti per il mobile."Vediamo i numeri: quando si dice iPhone, con cui è tanto facile 'riempirsi la bocca', parliamo di circa un milione di dispositivi venduti fino a oggi in Italia, di cui 500-700mila in mano a utilizzatori 'attivi'. Se quindi vogliamo impattare sul maggior numero di utenti possibile fra i 47 milioni di italiani che hanno in tasca un telefonino, si tratta quindi di una nicchia, sia pure interessante in quanto formata da consumatori altospendenti e di profilo elevato. Per quanto riguarda i tablet, poi, siamo nell'ambito delle centinaia di migliaia di unità, insufficienti a determinare un'inversione di tendenza rispetto all'attuale situazione del nostro mercato".Altro che iPad come panacea per risolvere i problemi dei quotidiani di carta, quindi."Assolutamente, la soluzione di quei problemi va cercata altrove e non può essere il mobile. Che sicuramente porta grossi vantaggi e può rappresentare una piccola boccata di ossigeno, ma che di certo non è LA soluzione. Del resto le esperienze internazionali - a partire da quella del Daily, il primo quotidiano realizzato appositamente per iPad, che pure può contare su tutta la 'potenza di fuoco' di Murdoch - non mi sembra abbiano generato grandi business".E allora dove sono allora le vere prospettive per il vostro settore?"Nei servizi di pagamento. Non a caso stiamo promuovendo una serie di incontri e iniziative a livello istituzionale per far capire quali e quanti servizi si possano realizzare con il mobile, inteso come strumento sia di interazione, sia dio pagamento. Semplificando peraltro tutta una serie di problemi quotidiani come il pagamento del parcheggio nelle zone blu, del biglietto dell'autobus, del ticket sanitario, del buono della mensa scolastica dei figli. Tutte quelle piccole spese, orientativamente inferiori ai 15 euro, che potrebbero essere facilmente pagate utilizzando il credito telefonico".In attesa della diffusione della tecnologia NFC, che collegherà il telefonino direttamente al nostro conto in banca consentendo di utilizzarlo al posto della carta di credito..."Proprio così, questa tecnologia aprirà altri scenari interessanti, ancora futuribili ma non così lontani, nei quali il cellulare potrebbe diventare lo strumento sostitutivo di tutta una serie di 'scocciature' con le quali abbiamo quotidianamente a che fare. Dalle chiavi dell'automobile a quelle di casa, passando per l'attivazione dell'antifurto. Certo, il problema della sicurezza non si può liquidare con leggerezza (il recente caso degli hacker penetrati nei dati di 100 milioni di utenti dei network online di Sony ha acceso un importante campanello di allarme), considerando anche le resistenze degli italiani a utilizzare la carta di credito su internet. L'utopia sarebbe quella di uscire di casa con un solo dispositivo in tasca che sostituisca chiavi, carte di credito, portafogli, documenti e telecomandi: tecnologicamente sarebbe già realizzabile, e i problemi di sicurezza non sarebbero certo superiori al rischio attuale di vedere la serratura di casa forzata dai ladri".