Volo di farfalla

PREMIO STREGA, AL VIA LE CANDIDATURE


di Antonio Prudenzano
Ci siamo: mercoledì 15 giugno, come di consueto in Casa Bellonci, sede dell'omonima Fondazione, si conoscerà la cinquina del premio Strega; in programma c'è infatti lo spoglio dei voti dei 400 Amici della Domenica, ai quali anche quest’anno si aggiungono 30 “lettori forti” (che risulteranno decisivi, visto l'equilibrio tra i favoriti) segnalati da altrettante librerie indipendenti associate all’Ali. La seconda votazione e la proclamazione del vincitore avverranno giovedì 7 luglio, al Ninfeo di Villa Giulia... 
Fabio GedaA giocarsi la cinquina, a quanto ci risulta, sarà un numero ristretto di libri. Quest'anno non ci sono grandissimi nomi, non lo si scopre certo adesso. E mancano i bestseller, se si esclude "Nel mare ci sono i coccodrilli" (Dalai editore) di Fabio Geda. Ma nonostante abbia finora venduto circa 200mila copie in Italia (alle quali vanno aggiunte le 30mila vendute in Francia), la storia vera di Enaiatollah Akbar non è affatto certa di entrare in cinquina. Scongiuri a parte, Geda eventualmente potrà consolarsi con il film tratto dal suo libro, al quale sta lavorando Francesca Archibugi.
Edoardo NesiLa vittoria dello Strega "vale un rilancio da 100mila copie, se poi il libro incrocia le attese del pubblico questi lettori generano un passaparola che può arrivare al milione di copie, come nel caso di Paolo Giordano", ha scritto Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato di Gems, nel suo intervento pubblicato da Affaritaliani.it l'11 aprile scorso (vedi box a destra, ndr). Stiamo dunque parlando non solo del premio letterario italiano più discusso, ma anche di quello che fa vendere più copie (non solo al vincitore finale).Ma veniamo alla cinquina: un posto certodovrebbero averlo "Storia della mia gente" (Bompiani) di Edoardo Nesi,  "La vita accanto" (Einaudi Stile Libero) di Mariapia Veladiano e "Ternitti" (Mondadori) di Mario Desiati.
Luciana CastellinaSe dovesse imporsi anche quest'anno un marchio del gruppo Mondadori (sarebbe il quinto successo consecutivo...), è più che certo che tornerebbero le polemiche sulla credibilità del premio. Ecco perché non sono pochi gli addetti ai lavori convinti che la vera sorpresa di quest'edizione potrebbe essere Luciana Castellina, che dovrebbe entrare in cinquina, e che in questo primo turno di votazioni rischierebbe di classificarsi bene: classe '29, l'autrice de "La scoperta del mondo" (Nottetempo) tra i 400 giurati ha molti amici. In più, nonostante sia pubblicata da un piccolo editore, potrà contare sull'appoggio dell'editoria indipendente romana. Certo, al momento è utopistico parlare di una sua possibile vittoria. In ogni caso, la Castellina (tra i fondatori de Il Manifesto) ad Affaritaliani.it ha già dichiarato che, nel caso, dedicherebbe l'eventuale trionfo ai suoi "compagni della più bella avventura possibile nella vita, quella di cambiare il mondo e rendere compatibili due obiettivi fino ad oggi rimasti contraddittori: libertà e uguaglianza".
Alessandro BertanteC'è anche chi dice che in questa prima votazione il secondo posto porti più fortuna del primo (a questo proposito, l'anno scorso Silvia Avallone, in testa nel primo turno di voti, nella serata finale al Ninfeo è stata battuta da Antonio Pennacchi, che partiva dalla terza posizione). Vedremo.
Viola Di GradoPer il quinto e ultimo posto in cinquina il favorito sembra essere Bruno Arpaia ("L’energia del vuoto", Guanda, editore del gruppo Gems). A "lottare" per l'ultimo posto disponibile anche Fabio Geda (che potrebbe prendere molti voti tra i 30 “lettori forti” anonimi), e Alessandro Bertante, autore di "Nina dei lupi" (Marsilio), che dal canto suo può contare anche sull'appoggio del gruppo Facebook che sin dall'inizio ha spinto la sua candidatura. L'esordiente 23enne Viola Di Grado, che con "Settanta acrilico trenta lana" (e/o) si è appena aggiudicata il prestigioso Premio Campiello Opera Prima, invece, pare avere meno chance di entrare in cinquina, come pure Giorgio Nisini, che per Fazi ha pubblicato "La città di Adamo". Mentre, a meno di miracoli dell'ultima ora, non troveranno spazio nella finalissima "Malabar" (Guida) di don Gino Battaglia, "Il confessore di Cavour" (Manni) di Lorenzo Greco e "A cosa servono gli amori infelici" (Playground) di Gilberto Severini.