de honesta voluptade

Per te.


E mi si riempie il cuore, oggi. Pensando a quel che sei. Alla bellezza Tua, che ho visto quando ancora i miei occhi erano chiusi. E ancora una volta il pensiero di Te mi provoca un sussulto. Come una piuma che solletica la mia anima. Una piuma d’angelo direi. Perché questo sei per me: il Maestro, la Guida, l’Angelo (o il Lucifero, cosa importa?) che ossigena il mio respiro con il Suo battito d’ali. Ed io, oggi, Ti ringrazio. Perchè l’essere creatori anziché distruttori è ciò che distingue le Donne dalle streghe, e gli Uomini dagli orchi.Dovrei stupirmi, forse, della fiducia che hai deciso di accordare a me e alla mia  anima. Perché nessuno prima di Te ha intravisto in me questa scintilla di Vita. Ed io stessa me la riconosco veramente solo ora. E al di là delle intenzioni, ho capito questo: che Creare è compito di una donna. Donna-Utero. Donna che si dona, donna che accoglie, donna che pospone il suo interesse a quello di chi ama. Donna che pazientemente costruisce il Senso. Quel Senso che può essere colto solo nelle zone calde e umide del Corpo e dell’Animo umano. E in questo Ti sono Donna. E per questo Ti sono schiava. E non Ti nego, Padrone mio, che tante volte ho temuto (e non c’è giorno in cui non tema) che arrivi il momento del distacco, il giorno in cui, sazio e rinvigorito, staccherai la Tua bocca da questo mio seno nutritore. Ma d’altronde, è questo il senso no? Nutrire, rinvigorire, trasfondere Vita affinché l’altro viva. Come Tu stesso hai fatto con me e prima di me. Riconosco la Tua forza, e riconosco anche le Tue fragilità di uomo. Quelle fragilità che sono forse il Tuo dono più grande. Perché, riconoscendole, riesco a rapportarmi a Te. Perché grazie ad esse Ti sento vicino alle mie miserie e alle mie fragilità. Quelle miserie che Tu stesso ami. Così come io amo le Tue, e di un amore smisurato. Mi hai permesso di avvicinarmi alle Tue ferite, ho sperato che Ti avvicinassi alle mie. Lenendo con la saliva i nostri mali, come si fa tra animali colpiti dai dolori della vita. Ti accudisco Padrone mio, accudiscimi. Nella consapevolezza che ancora lunga è la strada da percorrere insieme. Sento la Tua voce. Che avvicina la mia anima alla Tua. La sento pura, come quella di un bambino. Quel bambino nato un po' di anni fa. Sento il Tuo alito di Vita, lo sento scorrere nelle mie vene, nel mio sangue mescolato indelebilmente al Tuo. Ed è per questo che adesso Sono. Ed è per questo che adesso Vivo. Non smetterò di esisterTi, e di crescere in Te e per Te. Io la Tua rugiada, Tu il mi alito di Vita. Buon compleanno, Padrone mio. Con tutta la me che ho dentro di me.Tua, A.