A.T.T.I.L.I.O.

Pd, come lo vorremmo


Promesso e fatto: ecco l'intervento di Goffredo Bettini all'auditorium di via Rieti. Agli stampatori municipali e al maresciallo in ascolto, lo dico subito: non vi adirate, lo ha detto Bettini, anche se riprende, in maniera organica e con una capacità di analisi che purtroppo non abbiamo, molti dei ragionamenti che facciamo tra noi, nelle riunioni dei circoli, nei forum, via mail. Dice Bettini: Ritorna il tema cruciale: quale partito? Noi, oggi, siamo pieni di energie e di talenti. Basta andare in giro. Guai a perdere il contatto con tutte le speranze che abbiamo suscitato; quelle nuove che si mescolano con i più antichi nuclei. Ma noi, ecco il punto, quel contatto lo perderemo se non ci sbarazziamo di pratiche consolidate e nocive. Che ci attraversano. Non faccio moralismi: non mi appartengono. Parlo di un problema politico che va affrontato per quello che è. Se la politica, com’è stato, perde di prospettiva, non trova coordinate lunghe e la domanda sociale si atomizza. Per cui in movimento sociale non è più, per esempio, una lotta di massa per il salario, ma la protesta contro un parcheggio sotto casa, è evidente che tendono a restare in campo solo il potere, gli interessi, la spinta particolare e che i partiti si organizzano così: in reti di scambio e in cordate personali con referenti, notabili ed eletti. Attenzione. Se il PD subisce questa eredità viene meno la sua ragione di essere, il fondamento della sua costituzione. Ma evitare questo non è scontato. Neppure facile. Significa andare controcorrente ed esplorare strade sconosciute. Ecco perché io dico, a costo di sembrare vecchio, no alle correnti ossificate, alle catene di comande che vanno giù per i rami dal centro ad ogni territorio e comune della periferia. È il modo per mortificare le soggettività politiche delle persone, una vera democrazia e la libertà del confronto. E poi esse rischiano di raggrumare lobby e potentati in un gioco muscolare interno piuttosto che essere ponti verso la società. Richiamano tutti nelle vecchie case, piuttosto che spingerci a rimescolarci nel nuovo partito, e a farci sentire finalmente democratici e non più ex di qualcosa.Il testo integrale dell'intervento di Bettini(dal sito Democratici in rete)