A.T.T.I.L.I.O.

Marino: «Sul tesseramento caos inquietante, penalizzano chi attira nuovi iscritti»


Intervista  a Ignazio Marino, da L'unità di oggiIl terzo uomo gira per l’Italia: ieri Venezia, Treviso, stasera al Gay Village di Roma con Paola Concia. E giovedì Ignazio Marino presenterà a Milano il programma da candidato segretario del Pd. Professore, la sua proposta di prolungare di 10 giorni il tesseramento è stata bocciata perché «non si cambiano le regole a partita iniziata». Deluso? «Intanto dovremmo avere certezza delle regole. Sono sempre più a disagio in una situazione dove continuo a ricevere mail, post sul mio blog, messaggi che denunciano grandi difficoltà per iscriversi in alcune aree del Paese. A Milano è come un gioco dell’oca trovare un circolo aperto e imbroccare l’orario. Alcuni chiedono 50 o 100 euro. Non voglio dare interpretazioni ma...». Ma qual è la sua lettura della vicenda? «Dal Sud arrivano notizie di tesseramenti che superano il normale, altrove professionisti del mondo della sanità e del lavoro attratti dal mio nome non riescono a iscriversi. Circoli chiusi, lavori in corso, centralini che non rispondono. Una situazione che richiederebbe un intervento netto, trasparente e chiaro del segretario per risolverla». Il Nazareno replica che anche i volontari vanno in ferie. Lei vede disattenzione o dolo? «Sembra esserci un meccanismo che sfavorisce chi vuole attrarre nuovi iscritti al Pd. Ma se ci fosse una logica del tipo “meglio meno iscritti più controllati dai dirigenti nazionali”, bé, sarebbe l’opposto dello spirito con cui è nato il Pd. Quello di un partito aperto alla gente, che trae forza dai circoli e nel dinamismo straordinario di 3 milioni di votanti alle primarie». Porterà comunque in direzione la proposta di tesseramento prolungato? «Rilancio l’appello alla gente: iscrivetevi, fate pressioni per allungare i termini. Non capisco le obiezioni di alcuni, a meno che dicano con chiarezza di volere un partito piccolo, chiuso nelle stanze, organico al potere di piccoli gruppi, fatto di correnti che detengono pacchetti di azioni, dove non contano gli azionisti semplici ma solo i membri del cda. Sarebbe una visione di nomenclatura opposta alla mia. Se non è così rispondano: chi può rimetterci da un partito più grande e più forte?». Ha notizia di persone riuscite a tesserarsi per votarla? «Sì, c’è un effetto positivo straordinario. Migliaia di nuovi iscritti. Troppi per rispondere a tutti, per ora, in una campagna elettorale con pochi mezzi e senza sostegno economico dal partito». D’Alema l’aveva sconsigliata di candidarsi. Lo ha convinto? «Ci siamo incontrati per caso a Red Tv e scambiati le opinioni. Lui resta convinto che io abbia fatto un errore, ma tra persone intelligenti l’aver condiviso anni di lavoro efficace su ricerca, sanità e bioetica lascia un solido rapporto personale di stima e rispetto». Le ha fatto gli auguri? «Lo aveva fatto subito, il primo giorno». Englaro, Veronesi, Odifreddi. Non teme di essere inchiodato alla battaglia per la laicità, importante ma non esaustiva? «No, alla nostra mozione si avvicinano tanti di estrazione diversa. Cattolici, scout, i sindaci di Forlì Balzani e di Genova Vincenzi, Casson. Abbiamo nominato responsabile comunicazione politica l’ex collaboratore di Prodi, Sandro Gozi». Ha sentito il Professore? «Non ancora. Lo chiamerò». Tanti militanti si sono risentiti per la sua denuncia di una questione morale su Bianchini, coordinatore di circolo e presunto stupratore. Pentito? «Ammetto che la forma non era delle migliori. Intendevo mettere al centro la questione della legalità. Vorrei parlamentari incensurati». Grillino anche lei? «No, semplice buon senso».