A.T.T.I.L.I.O.

Confrontarsi fa male, Berlusconi docet


Franceschini prima e Bersani poi hanno rfiutato il confronto chiesto a gran voce da Ignazio Marino. E' una tecnica consolidata. Chi sta davanti, o meglio, chi è convinto di essere in testa, cerca di schiacciare chi sta sta dietro.E in questo congresso del PD è chiaro che gli apparati stanno tutti dalla parte di Franceschini e Bersani. Cosa del tutto legittima, per carità. Del resto non sono davvero uno che parla con disprezzo degli apparati. Sono essenziale per un partito. Gente che fatica e, molto spesso, fa un lavoro grigio, chi si prende la ribalta sono i big.Del resto anche i giornali, o almeno la maggior parte di loro, sembra aver già deciso che il confronto è a due. Marino, per loro, è marginale, inutile nascondersi la verità.Dobbiamo avere la forza di dire le cose come stanno. Il tentativo è di non farci raggiungere il fatidico 5 per cento nei congressi del Pd, perché allora i due "pesi massimi" avrebbe campo libero.Se lo possono scordare.Noi ci saremo alle primarie. Ce lo dicono i dibattiti pieni, in tutta Italia. Ce lo dicono persino i primi dati che arrivano dai congressi del PD, che danno Marino sotto il 4 per cento. Tutti posti, però, dove pensavamo di non prendere neanche un voto.Rifiutare il confronto serve a questo: a nascondere le proprie debolezze da un lato, ed evitare di dare a chi rincorre la chanche di metterle in evidenza. Di fare domande imbarazzanti. Di parlare a tutto il popolo del Pd.Del resto è lo stesso schema usato da Berlusconi nel 2001 e nel 2008. Quando i sondaggi lo davano davanti rifiutò il confronto con Rutelli prima e con Veltroni poi. Al contrario i confronti ci furono con Prodi, perché in quel caso tutti gli analisti davano per certa una vittoria del centrosinistra.Si potrebbe dire che accusare Berlusconi di violare una delle regole base della democrazia e poi fare lo stesso non è un grande biglietto da visita per Bersani e Franceschini.Lasciamo perdere, lasciamoli cuocere nel loro brodo sempre più autoreferenziale.Dobbiamo avere la forza di parlare al Paese, a tutto il popolo del Pd.E se saremo capaci di farlo, un pezzo alla volta, come le formiche, riusciremo a dare una bella sorpresa a chi crede che tutto sia già deciso.Cari compagni (scusate ma non riesco e non voglio perdere il vizio) al lavoro e alla lotta. Con il nostro stile chiaro e diretto. Senza strillare, ma senza mai rinunciare a dire le cose come stanno