Creato da montmorencydgl il 09/03/2007
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INFOSTRADAAAAAAAAAAA E' UNA MERDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

Post n°30 pubblicato il 16 Aprile 2008 da montmorencydgl

 



Oggi ho speso tante energie mentali che me ne andrei a letto subito. Ma sapendo che mi rigirerei nel letto a spenderne altre cercherò di sfogarmi qui.
La giornata, di assurdità sparse, comincia presto, alle 5 e 45, orario della macchinetta timbratrice. Vedo sul servizio che per l’ennesima volta il mio nome è marcato in appoggio allo spezzamento meccanizzato. Come se in sezione esistessi solo io. So benissimo che non è così. Il fenomeno dell’operatore ecologico che per un mese o due viene messo in appoggio al meccanizzato capita a me come ad altri mensilmente o bimensilmente è dovuto alla scarsa voglia dei 3 o 4 capi di studiare quei due minuti il servizio per distribuire il lavoro equamente tra i vari operai.
Ultimamente approfitto del mio stato sonnolente del passaggio davanti al servizio, e quindi davanti all’ufficio dei capi, per sfogare come se stessi parlando tra me e me quello che penso su di loro. Quindi facendo la voce da marcione, perché uno dei miei capi ha la voce del peggiore tossico di Genova, dico: ecco, un’altra giornata di lavoro persa.
Per capire meglio cosa sia la voce da marcione provate ad aspirare un avana dopo aver bevuto due bicchieri di quelli della confezione della nutella colmi di agavulin e dopo aver dato i vostri colpi di tosse vi avvicinerete all’idea.
Esco dalla sezione e arrivato all’apetta mi accorgo che avrei dovuto prendere il badge benzina, e mi girano perché so che i tre capi sono andati mano nella mano a prendersi il loro cappuccino di inizio mattinata. Tutti e tre lasciando la sezione incustodita. Il che mi mette a rischio di…
Di quello che poco dopo si verificò, uno dei tre mi chiede: Drin_bu che ci fai qui?
Al che io rispondo:
ma che ci fai tu qui che non sai nemmeno da che parte sei girato? Per spiegarti come si fa a far bollire l’acqua c’è da perderci dei quarti d’ora.
Lui mi risponde: che mattinata che abbiamo. Cosa avete mangiato ieri?
Poco prima un altro collega lo aveva insultato, giustamente, per una questione burocratica che nessuno segue, alla quale questo perdibave sembra tenere in particolar modo.
Avevo una gran voglia di dirgli che fa le bolle con la saliva come facevo io all’asilo, ma mi sono astenuto e l’ho liquidato dicendo: aspettavo voi per prendere il badge benzina.
Un’ora dopo al cell spiego alla terza capa che mi stava spacciando come lavoro da 10 minuti uno da un’oretta. Lei se n’è stata e a fine turno ci siamo spiegati. E stranamente sto riuscendo a costruire un rapporto con un capo che caso strano è donna. Anche il perdibave non sarebbe un cattivo ragazzo, voglia di lavorare ne ha, però è veramente ottuso, lento.
Poi son venuti i discorsi di politica con i colleghi, e vagli a spiegare che dovrebbero essere tutti contenti avendo votato tutti per lo stesso partito. Mesi e mesi di informazioni prese da Internet sulla formazione monopartisan che si muove e difende i propri interessi e quelli della classe dirigenzial bancaria mafiosa che la nutre non sono serviti a niente.
Sto sintetizzando perché vorrei arrivare al fronte sindacale. La trimurti (cgil cisl e uil) l’ho liquidata da mo’, e spero che ogni italiano con un quoziente intellettivo superiore a 100 abbia coscienza che oramai da una 15ina d’anni a questa parte le tre sigle svendono lavoro e diritti dei lavoratori.
Così mi son buttato a destra, ma mica sono il primo. Un buon 50% degli attivisti dei sindacati di destra, almeno per quel che ho visto della mia azienda, vengono dall’estrema sinistra. Senza cambiare idee si sono appoggiati alle uniche realtà che facciano, almeno a livello locale, l’unica attività sindacale. E per quanto riguarda queste persone direi che idee e ideologie corrispondono, differentemente da chi le sceglie giusto come branding da utilizzare nel logoro teatrino del bipolarismo monopartisan.
Così domani andrò da un avvocato a informarmi su una vertenza in corso anche se ho già visto dei patteggiamente dietro le quinte che mi spingeranno in futuro a fare una tessera di qua una tessera di là a seconda di dove c’è più opportunità di fare euro con queste vertenze pubblicitarie finché non si arriverà al divide et impera definitivo di 12 sigle anche da noi come all’alitalia.
Che schifo, che vergogna.
Infostrada, beh, mi sta dando una connessione che è una merda, salta ogni 5 minuti e l’unica cosa che son riuscito a fare è stata quella di installare un router ethernet che ovvia l’inconveniente di doversi sempre riconnettere.
Un paio di mesi fa , quando andava leggermente meglio, telefonai al centro assistenza e preventivamente dissi:
guardi, ho due modem e due pc diversi che fino a dicembre han funzionato benissimo e ora hanno gli stessi problemi di connessione.
Manco l’avessi detto, ha fatto le solite domande su prese e configurazione come se non mi avesse sentito
Così ribadii:
senta, mi collego da due modem e due pc. Appare chiaro che i problemi non sono del mio impianto o del mio pc, ma sorgono dai vostri server.
Dopodiché mi chiese di fare alcune operazioni per controllare il pc, io insistetti sul fatto che mi stava prendendo in giro e facendo perdere del tempo.
Lei insistette ulteriormente così io dopo aver specificato che mi stava facendo esaurire diedi il via alla procedura di controllo. E si arrivò al punto che lei disse che modem e pc non dialogavano. Così io dissi:
senta, ma lei mi vuol dire che ho navigato per 4 mesi per opera dello spirito santo?
Lei rispose che non sapeva che dire, il modem non dialoga col pc
E io la mandai a fare in culo
Così comincio a pensare a cose più importanti, tipo, ma Enzo cerusico che fine ha fatto?
I fratelli Santonastaso credo di averli visti su una tele locale in Toscana a far la pubblicità ai materassi. A proposito della Toscana e dei formaggi avevo una cosa interessante da scrivere a proposito di un’idea allo stato larvale di spesa sociale, vi basti sapere che giù il pecorini di pienza stagionato 3 mesi nei negozi lo si trova a 11 euro, qui nei negozi sta a 22 euro e alla coop a 13 e mezzo.
E a proposito di formaggi vi sparo questo link, che potrebbe interessare o no ma li ho chiamati e vista la loro gentilezza ho detto che se posso quando posso, tant’è che mi son stampto una decina di volantini, un po’ di pubblicità gliela faccio volentieri


www.vallenostra.it

http://www.vallenostra.it/adozione_pecora_montebore/adotta_pecora_montebore.html

e poi ci sarebbe la cosa più importante di tutte, ma mo’ me son rotto e nun c’ho voglia de prenne er bigliettino indove c’ho scritto du o tre versi

così

buonanotte e a domani

 
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Potrei...

Post n°29 pubblicato il 06 Aprile 2008 da montmorencydgl

Questa roba l’ho scritta una settimana fa, e in una settimana riescono a cambiare i pensieri, gli umori. Poco tempo fa, scherzando sui tatuaggi (che spesso vengono riferiti a momenti di transizione della vita), dissi a un amico: ho come l’impressione che io nel periodo di transizione ci sono da 42 anni. E in effetti, giusto o sbagliato che sia, per me è ed è sempre stato così, credo, a parte il congiuntivo che quello è sicuramente sbagliato ma mi ci suona bene e lo lascio così :-)


Potrei parlarvi

Potrei parlare della borsa sportiva rossa,
il mio affettuoso strumento da viaggio,
nella quale tiro roba che capita a mano
senza nessun invidia per i passati inventari,
foglietti fitti di voci e cose indispensabili
di cui facilmente mi scordo negli ultimi tempi
Potrei parlare della confusione del lavoro
degli armadietti commistionati coi colleghi
del desiderio di andare a cambiarmi in strada
ritrovarmi nudo nella gente e cercare un rifugio
Persino un cane che mi sottrae i jeans
potrebbe fornire spunto di discussione,
la lotta per il recupero dei medesimi,
la ferocia dell’uomo contro l’animale
la remissione amichevole del cucciolo,
un padrone perplesso non all’altezza dell’amico,
un guaito disperato di riappacificazione.
Persino i miei colleghi, che imperturbabili,
davanti alla mia inconsueta nudità
procurano sollievo alla mia timidezza,
ansietà per il manifesto disinteresse,
potrebbero fornire spunto di discussione.
Potrei parlare di una biondina vicinissima,
quanto inavvicinabile, che ingenuamente,
imperterrita, si ostina a chiamarmi amico,
di come spunta e scompare nei miei sogni,
di come ogni cosa e persona a lei collego.
Potrei parlarvi per ore della passione
scrivere parole infuocate
metaforizzare le anatomie coi colori della natura
saturare la chimica con suoni celestiali
esaltare la bestialità paradisiaca dei rumori veri e propri
farci entrare il tossito ridanciano di una foca
il battito d’ali della farfalla
lo sgranare stupito degli occhi di un bambino
la fiera dalla fauce appagata dal sangue
e sentirmi ugualmente inascoltato

 
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senza nessuna vergogna

Post n°28 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da montmorencydgl
Foto di montmorencydgl


Stamattina entro in un bar per prendere il caffè di inizio lavoro e mentre attendo che il barista mi serva do un’occhiata al giornale. Il Secolo XIX è diviso nelle sue due parti, quella nazionale e quella locale, a disposizione solo la locale. Appena leggo i titoli degli articoli della prima pagina locale esplodo a ridere. La pagina è dedicata al precariato, ma subito noto che molto dello spazio è occupato da due interviste a due dirigenti definiti “precari”, dagli occhielli si capisce che i due esaltano positivamente la condizione in cui si trovano. Così, sempre stamattina compro, a malincuore, il Secolo XIX con l’idea di applicarmici in serata.
Il primo è Alberto Santel, uno che tutto sommato si dà da fare, riempie pagine e pagine di progetti e studi, ma nell’articolo spara un sacco di fregnacce. E poi rimane da vedere che questo darsi da fare abbia qualcosa a che vedere con le situazioni reali di cui si occupa. L’ultimo incarico lo ha avuto dal comune di Genova come super direttore delle politiche del traffico, la considerazione precedente ne viene dal fatto che i trasporti urbani a Genova nella scorsa amministrazione han confermato il trend delle amministrazioni precedenti, cioè un servizio sempre più scadente, e che la scorsa amministrazione ha dimostrato di essere incapace di gestire alcunché, a partire dallo sperpero milionario del filobus che ha cambiato linea non si sa più quante volte per arrivare alle strisce gialle e parcheggi blu utilizzati con l’unico scopo di far cassa e che ancora al momento creano situazioni di irregolarità considerando quanto dice il codice stradale sulle strisce continue gialle (da alcune vie in pratica non si potrebbe uscire).
Santel parla di scelta di vita relativamente al non aver scelto posti fissi, e te credo, assessore di qua, consulente al ministero di là, super direttore di giù, cariche a legambiente, all’associazione nazionale comuni italiani, conferenze pesudo ambientali organizzate dagli enti pubblici, ma chi glielo fa fa’ a questo de trovasse un lavoro vero.
Il giornalista fingendosi aggressivo gli chiede se sia preoccupato per la pensione, e Santel risponde che non ci andrà mai, ma che ha risorse per risolvere, e in effetti avendo ricoperto cariche pubbliche e coprendone di enti e associazioni varie di sicuro prende già una pensione, e questa è già una soluzione, ma può esser certo che a maturazione dell’età ne prenderà più di una, e questa è un’altra gran bella soluzione. Al giornalista, ovviamente, la questione delle pensioni che si maturano ricoprendo cariche amministrative pubbliche non viene nemmeno in mente.
L’intervista si conclude con il giornalista che fingendosi provocatorio chiede del conto in banca, Santel risponde che il conto sta bene ma non si considera ricco.
Ora, sarebbe da vedere sto conto, essendo stato sotto contratto al ministero dei trasporti, assessore a Reggio Emilia, che se è come i nostri assessori genovesi ha piantato radici nell’affare dei parcheggi e della riscossione delle sanzioni, con gli emolumenti dei vari enti e associazioni, gli affari dove sarà entrato come azionista, insomma, ci sarebbe da mettere a posto una decina di famiglie.
Il secondo fenomeno è Riccardo degli Innocenti, l’attuale Direttore per lo staff per la programmazione economica e dei progetti speciali per la provincia di Genova. Ma che cazzo vuol dire? Già non si capisce a cosa servano queste province che quando c’erano le elezioni a quanti chiedevo “ma a cosa serve la provincia?” cane se ci fosse stato qualcuno in grado di rispondermi. Già che in quest’ente inutile ci sono un assessore a Finanze bilancio e patrimonio, un assessore allo sviluppo economico, altri 10 assessori, ma serviva veramente un direttore per lo staff per la programmazione economica e dei progetti speciali, ma perché ne ha almeno di normali di progetti la provincia?
Comunque il DPLSPLPEPS della provincia di Genova sollecitato dal cameriere intervistatore ad analizzare la sua situazione di precario si lancia in ragionamenti escatologici sul fatto che 800 euro sono 800 euro sia per il lavoratore a tempo determinato che per quello a tempo indeterminato. Che poi 800 euro siano una miseria e illegali per via dell’equiparazione prevista dalla legge biagi tra il lavoratore precario e quello non sfugge ai due attori.
Illustra un altro raffronto tra il dirigente precario pubblico e il manager d’azienda rispondendo al rischio di esser precario, dicendo che se un’azienda fallisce il manager privato rimane in mezzo a una strada. E anche qui i due si dimenticano di dire che se fallisce il manager pubblico rischia di prendere sui 3 milioni di euro all’anno come Cimoli, che ha fallito ovunque vedendo sempre incrementare il suo stipendio.
Investinternettando scopro che nel 2000 il Degli Innocenti, ha un nome da letterato e una figura da letteratura quindi scusatemi se mi scappa l’articolo davanti al cognome, prestava la sua opera di professionista privato presso la provincia di Genova con l’incarico di Direttore dei servizi per l'impiego della Provincia di Genova.
E come tale si presta anima e corpo a quella manovra di precarizzazione che ha inquinato la vita sociale italiana favorendo chi specula sul lavoro altrui. Come tale, in base alle responsabilità del suo compito, ha fallito, alla luce di quanto di vede palesemente a Genova, però non ha corso il rischio di impresa, contrariamente alla falsa logica esposta nell’intervista.
La domanda a questo punto è? Ma di che si occupa questo Degli Innocenti? Nel 2000 si occupa di lavoro, nel 2007 per quanto si riesca a capire dalla carica di amministrazione economico finanziaria… la conclusione è che a fianco della cariche politiche amministrative ne siano inventate altre finto private per collocare personaggi vicini alla politica col loro carrierismo consenziente, nella fattispecie consenziente al conflitto di interessi decennale delle Vincenzi, sua datrice di lavoro.
L’intervista si chiude nel grottesco, col giornalista che chiede al DPLSPLPEPS della provincia di Genova se sta mettendo da parte i contributi previdenziali.
L’ultima mia domanda è, lasciando perdere il giornalista, ma con tutta la miseria e la morte nel campo del lavoro che c’è in giro ‘sti due non si vergognano a rilasciare un’intervista del genere?


Ora vi sparo due video, il primo è del miglior rappresentante di questa categoria ridicola e senza dignità che è quella dei giornalisti col miglior esponente, Vespa, che da anni colleziona premi letterari in virtù del suo servilismo. Fini in pratica gli confeziona una puntata di porta a porta, senza nemmeno degnarsi di parlargli direttamente, ma attraverso il suo portavoce, o portaborse, che è la stessa cosa fuori che gli hanno cambiato nome. Da sottolineare il momento in cui il portaborse di Fini (Sottile, quello finito agli arresti domiciliari perché ha promesso ad una show-girl di origini calabresi carriera e successo in cambio di prestazioni sessuali).gli dice esplicitamente di quanto lui sia un pessimo giornalista, e il barboncino-formichiere Vespa continua a leccare come se non fosse accaduto niente. Il secondo è un video divertente di Ascanio Celestini sul precariato, meno divertente dei due articoli del Secolo XIX, ma sicuramente più serio.

http://it.youtube.com/watch?v=UsGFSfHjceU


http://it.youtube.com/watch?v=L76qpbzALQ8

 
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Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da montmorencydgl
 

vi copio un commento postato in altro luogo virtuale sulla questione termovalorizzatori. Prima però vi invio un video che definirei impressionante e che spiega come la faccenda Campania sommersa venga vista dal resto del mondo e quanto l'informazione italiana ci mostri solo la punta dell'iceberg dello scempio ambientale che sta avvenendo. Nel video si afferma che l'emergenza rifiuti a Napoli esiste da 13 anni. Io ricordo che quando frequentavo le medie, 30 anni fa, c'era un motto scherzoso che faceva: vedi Napoli e poi muori. Dalla puzza

video

http://www.youtube.com/watch?v=CPbDwrWh49g

mio commento in altro luogo virtuale

quella del termovalorizzatore è una deviazione tutta italiana con due motivazioni: speculazione e solito magna magna dei politici; essere all´anno zero per quanto riguarda l´organizzazione del riciclo e recupero dei rifiuti. Se siamo all´anno zero è a causa di un´altra devianza italiana, quella cioè di aver tramutato il concetto di azienda da insieme di risorse materiali, umane e finanziarie che agiscono per fornire un servizio o produrre un bene con l´obiettivo del reddito, ma un insieme di numeri a disposizione della classe dirigenziale e politica per succhiare soldi ai veri imprenditori o rubarseli direttamente con tutto quanto appartiene allo stato o ne è coinvolto. Una legge quadro, tra l´altro alquanto dettagliata, il dpr 915 dell´82, ancora non vede applicati gran parte dei principi e indirizzi espressi. E così tutte le disattese leggi di successiva emanazione. Esistono aziende all´estero che dal rifiuto ricavano reddito. Logico che se Bassolino si ruba milioni di euro col sistema delle consulenze, tutta l´Italia lo sa e lui se ne sta ancora al suo posto è spiegabile come questa classe dirigenziale e politica sia completamente disinteressata ai propri compiti, tanto i milioni di euro li guadagna lo stesso, i coglioni che vanno a votare ci son sempre...
L´emergenza viene risolta col solito sperpero di milioni di euro tanto per levare i rifiuti dalle strade, intasare le discariche di tutte le regioni, le ecoballe in geermania, con l´uso dei militari per utilizzare discariche in deroga ad ogni vincolo ambientale, questo dichiarato oggi dal signor Pecorina Scanio, un po´ lo do e un po´ lo prendo...
La mia domanda è: ma dopo 25 anni da quella legge dell´82 cominceranno i nostri cari politici a organizzare qualcosa perché venga applicata? non dico il decreto ronchi del 97 eh, parlo del dpr dell´82.
Do già io la risposta dei politici alla domanda: ma certamente no. C´è l´affare dei termovalorizzatori da gestire, non vorrete mica sottrarci milioni disonestamente guadagnati. Votate votate votate :-)

 
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Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 26 Dicembre 2007 da montmorencydgl
 
Tag: io so
Foto di montmorencydgl

Corriere della Sera, 14 novembre 1974

Cos'è questo golpe? Io so

di Pier Paolo Pasolini

Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".
Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.
Tale verità - lo si sente con assoluta precisione - sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio. Ultimo esempio: è chiaro che la verità urgeva, con tutti i suoi nomi, dietro all'editoriale del "Corriere della Sera", del 1° novembre 1974.
Probabilmente i giornalisti e i politici hanno anche delle prove o, almeno, degli indizi.
Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi.
A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.
Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi.
Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi.
Mi si potrebbe obiettare che io, per esempio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi.
Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.
All'intellettuale - profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana - si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici.
Se egli vien messo a questo mandato viene considerato traditore del suo ruolo: si grida subito (come se non si aspettasse altro che questo) al "tradimento dei chierici" è un alibi e una gratificazione per i politici e per i servi del potere.
Ma non esiste solo il potere: esiste anche un'opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano.
È certo che in questo momento la presenza di un grande partito all'opposizione come è il Partito comunista italiano è la salvezza dell'Italia e delle sue povere istituzioni democratiche.
Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario - in un compatto "insieme" di dirigenti, base e votanti - e il resto dell'Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un "Paese separato", un'isola. Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel "compromesso", realistico, che forse salverebbe l'Italia dal completo sfacelo: "compromesso" che sarebbe però in realtà una "alleanza" tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell'altro.
Ma proprio tutto ciò che di positivo ho detto sul Partito comunista italiano ne costituisce anche il momento relativamente negativo.
La divisione del Paese in due Paesi, uno affondato fino al collo nella degradazione e nella degenerazione, l'altro intatto e non compromesso, non può essere una ragione di pace e di costruttività.
Inoltre, concepita così come io l'ho qui delineata, credo oggettivamente, cioè come un Paese nel Paese, l'opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere.
Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch'essi come uomini di potere.
Nel caso specifico, che in questo momento così drammaticamente ci riguarda, anch'essi hanno deferito all'intellettuale un mandato stabilito da loro. E, se l'intellettuale viene meno a questo mandato - puramente morale e ideologico - ecco che è, con somma soddisfazione di tutti, un traditore.
Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpe e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto.
L'intellettuale deve continuare ad attenersi a quello che gli viene imposto come suo dovere, a iterare il proprio modo codificato di intervento.
Lo so bene che non è il caso - in questo particolare momento della storia italiana - di fare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l'intera classe politica. Non è diplomatico, non è opportuno. Ma queste categorie della politica, non della verità politica: quella che - quando può e come può - l'impotente intellettuale è tenuto a servire.
Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana.
E io faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista.
Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.
Probabilmente - se il potere americano lo consentirà - magari decidendo "diplomaticamente" di concedere a un'altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato.


Novembre del 75 al Lido di Ostia non si sa ancora bene chi e per ordine di chi massacrano il più grande poeta italiano del 900.

Nel 78 fanno fuori Moro, verso la fine dell’anno scolastico, perché mi ricordo che con grande gaudio, alcuni con sommesso gaudio, il giorno dopo ci fu la chiusura della scuole a seguito di quell’evento e me ne andai al mare a Priaruggia. Fortunatamente in quell’anno occorse un giovane professore di ginnastica che aveva l’abitudine di leggere “Il male” e farne partecipi i suoi allievi, così il dubbio su quanto accaduto si insinuò violentemente nelle nostre testoline di 13enni.
Morto Moro, morta ogni forma di lotta sotterranea per la democrazia in Italia.
Un paio di anni dopo si inventarono il pentapartito e io mi domandavo: ma come fanno gli italiani ad essere così coglioni da credere in questa buffonata?
Dopo un quarto di secolo e più non mi sorprendo se oggi come oggi credono al triste teatrino dei due poli.
Avrei pagine e pagine di assurdità istituzionali, ruberie e nefandezze varie da riempire, cercherò di limitarmi a smontare qualche falso mito e a eleggere il personaggio dell’anno.
Inizierei con questo nostro triste paese, nato nel compromesso lecchino del Cavour, bagnato nel sangue dei moti siciliani repressi dal nostro carissimo Bixio, passato dagli scandali dei padri della patria come Giolitti, per arrivare alla costituzione che sul lato amministrativo ha rappresentato un pastrocchio del “accontentiamoli tutti”. Principio guida che negli ultimi 20 anni ha subito un incremento esponenziale.
L’italia è un po’ come il natale, più che crederci la si deve sentire. Storicamente uno dei problemi riscontrati nella grande guerra era l’incomunicabilità dovuta ai problemi della lingua tra i graduati, savoiardi, e le truppe, quando costituite da reparti del meridione. Ma come posso io associare i bergamaschi, con la più alta percentuale di donazioni di sangue e volontariato, ai palermitani, con una tra le più basse percentuali di cui sopra e un 150 stipendiati dalla croce rossa come autisti di ambulanza per 57 ambulanze? Dovrei arrampicarmi, per farlo, su Federico II di Svevia (per la cronaca suo figlio Manfredi, che risolse in modo incruento non mi ricordo quale crociata fu giustiziato da non ricordo quale Papa). Non mi vengono nemmeno in mente grandi autori palermitani. Forse Camilleri, che ambienta lì le sue storielle…
Primo falso mito: destra e sinistra.
Sempre più uomini della sinistra, Presidenti, amministratori delegati, manager di finte SpA tutt’ora di proprietà di questo stato antistato, di Asl e ospedali, etc etc etc, hanno alle spalle finanziatori della destra.
Le nuove leve dirigenziali della destra, là dove la finta sinistra ha schifato a tal punto il suo elettorato da riuscire a perdere le elezioni in sacche di resistenza ideologica e morale comunista, si affiancano alle vecchie leve dirigenziali della sinistra.
Oramai siamo a un passo dalla completa coesione dei vari poteri forti che sono sempre esistiti nel nostro paese, compreso quello dalla mafia vera e propria. Banche e mafia sono sempre andate a braccetto, e da questa classe a-politica che ha regalato la Banca d’Italia alle banche private, con tutto ciò che ne consegue sull’accrescimento del debito pubblico, non ci si poteva aspettare altro.
Nel giro di 4 o 5 anni gran parte delle autonomie locali e di quanto fa parte dello stato antistato apparterrà di fatto alle banche, a causa dell’astuto abuso che i nostri amministratori fanno del finaziamento tramite le stesse. A Genova, la nostra carissima a fashionissima sindachessa è obbligata a costruire un parcheggio da 1000 e più posti non si sa dove. Non si sa dove ma si sa che in base a precedenti accordi finaziari è obbligata a costruirlo.
Durante le sue due amministrazioni il caro Perilcul ha regalato la città a IMI S. Paolo e alla CaRiGe. I genovesi credono, ad esempio, che la locale azienda di trasporti sia passata in mano ai francesi, però dietro le transdev c’è una finaziaria di IMI S. Paolo, con una quota del 7% (7% per dove son riuscito ad arrivare in documenti di bilancio scritti in francese e nei quali, credetemi, non è stato facile trovare ciò che immaginavo, ma che alla fine si è rivelato vero). In una multinazionale come la transdev una quota del 7% è chiaramente definibile quota di maggioranza.
Tornando al destra e sinistra, il pdci, che a volte sembra il più incazzato e in grado di manifestare un più alto livello di verità, non si è sottratto alla logica della spartizione piazzando i suoi dirigenti e partecipando a quella proliferazione di scorporate, partecipate, enti e organizzazioni varie parastatali. Poi se pensiamo che Letizia Vacca, colei che ha firmato per avviare la procedura disciplinare contro la Forlero, ha la tessera del pdci…
Secondo falso mito: bilancio dello stato = tasse- servizi.
Le tasse, quelle dei poveri imprenditori privati, i veri imprenditori privati, e dei lavoratori dipendenti, non rappresentano che una voce nell’attivo. Pensate alle accise sulla benzina, ogni volta che aumenta la benzina il nostro mortadellone, servo ben pagato del petrochimico e gran pascià di questo stato antistato, si masturba in una vasca da bagno immerso nello chmapagne mentre Sircana vestito da biancaneve gli fa un soffocone. Questa è la verità. Non il natale con la barba bianca, ma Sircana vestito da biancaneve e Prodi con berretto di pisolo che se lo fa succhiare godendo della miseria degli italiani. Ma se qualche anno fa avessero agganciato stabilmente le accise al prezzo delle benzina di un euro, e non farle procedere in maniera proporzionale all’aumento del petrolio, ora la benzina costerebbe un euro e 17 centesimi, non un euro e 40. Per non parlare dei 30 miliardi di euro pagati dagli italiani come accisa sulla bollette Enel da destinare alle fonti rinnovabili e finiti ai petrolieri con la bufala dei rigassificatori e altre palle simili.ensate all’inflazione reale, non a quella bufala dell’istat con cui il compagno gran letterato di corte Bertinotti si sporca spesso la bocca, dal passaggio all’euro a oggi. A quanto saremo? Al 150%, credo. Vi evito calcoli e controcalcoli, paragoni vari ma indicativamente credo sia sicuramente più attendibile questo 150% dei dati dell’istat. Bene, e l’Iva? L’Irpeg l’irap l’isvap limortacci che se li piglino tutti che nun ce se capisce più un cazzo e in questa nazione che nel periodo tasse i commercialisti se suicidano invece de fregasse le mani.
Ma è proprio grazie a questi aumenti truffa che a questo stato antistato sono entrati tanti di quei miliardi di euro in più in tasse che il mortadellone, servo ben pagato della filiera alimentare e gran pascià di questo stato antistato, si masturba in un letto a baldacchino nella suite del Ranieri con Sircana vestito da odalisca che gli fa la danza del ventre. Ma quest’anno non appendete al camino delle calze, sistematici dei preservativi, che se il mondo che vi piace è questo almeno sia manifesta la cosa.
E ora passo al personaggio dell’anno: Renato soru.
soru mi fa schifo perché ha la faccia da sardo, perché ha l’accento sardo. Da una parte posso capire Prodi e Berlusconi e tutti gli altri compagni di merende che oramai la bufala dell’Italia se la sono intagliata da mo’, ma questo che ha la stessa faccia e lo stesso accento delle persone che ha venduto alla Cremonini no. Non riesco a perdonarlo.
Terzo falso mito: gli agricolotori sardi sono stati fregati dall’aumento dei tassi sui mutui.
Ma come si fa a credere a una cazzata del genere spacciata dai tg e dai programmi sulla terza rete della confagricoltura?
A monte vi è un appalto generalizzato che la regione Sardegna ha stipulato con la Cremonini, che da 40 anni, indipendentemente dai finti avvicendamenti di governo, gestisce gran parte della filiera alimentare in Italia. Ogni tipo di mensa pubblica in Sardegna verrà affidato alla Cremonini. La Cremonini è legata grazie a cariche societarie condivise e a intreccio azionario alla Banca popolare dell’Emilia Romagna. Che è di fatto proprietaria del Banco popolare di Sardegna. Banco popolare di sardegna che prima ha lanciato la laccia dei finanziamenti agevolati agli agricoltori, e poi li ha truffati reiteratamente con quel sistema di ritardi, mancati adempimenti, errate procedure che hanno causato l’insolvenza da parte degli agricoltori. Insolvenza che ha generato penali e contropenali che hanno portato a interessi del 67% in sei mesi, in alcuni casi. Nonostante i ricorsi degli agricoltori sono state avviate procedure di pignoramento, questo contrariamente a molti leggi ma è lapalissiano oramai che gran parte della magistratura è al servizio di questo stato antistato.
La cosa bella è che Sviluppo Italia, patrimonio personale di Visco, funziona così da anni. Ti promettono 20 mila euro, te ne danno 10 mila dopo un anno e gli altri spariscono. Oppure si sono inventati la truffa delle aziende campione. L’azienda campione entra nel programma delle aziende campione del 2005. Promettono a questa azienda 20 mila euro, e siccome il progetto ha funzionato la reinseriscono nel programma delle aziende campione del 2006, promettendo altri 20 mila euro. Il progetto dell’azienda funzione e così segue la promessa del finanziamento di 20 mila euro per il 2007. Ma a questa belin d’azienda sviluppo italia mica gli dà mai niente. E’ tutta da ridere dai.
soru in campagna elettorale aveva manifestato l’intenzione di recuperare quei pochi miliardi di euro che il ministero del tesoro deve alla regione Sardegna. Con quei miliardi soru avrebbe potuto garantire la copertura degli agricoltori fino al termine dei ricorsi contro le procedure illegali della banche. E invece cosa fa? Pensa anche lui a costruire nuovi ospedali in Sardegna, così come quella finta donna ben conservata che è la Turco vuole costruire 4 nuovi ospedali in Calabria per risolvere il problema della sanità della regione, così come quel fantoccetto triste di campagna di burlando ne vuole far costruire un po’ qua e là per la regione Liguria.
Chissà se soru, come burlando, avrà nominato con dei concorsi truffa i medici che presenziavano con lui nei cartelloni elettorali? Mah? Non vado a controllare per la paura di trovare, per l’ennesima volta, conferme alla mia immaginazione.
Così, grazie a lui, la regione Sardegna, da anni dependance dimenticata di questa buffa repubblica, ha conosciuto finalmente la sua immersione in una grande democrazia. Sì, in quella degli stati uniti di 3 secoli fa. A me la vicenda dei poveri agricoltori sardi ricorda tanto un film, “I cancelli del cielo”, di Michael Cimino. E non credetevi che ci sia una grossa differenza tra chi assolda sicari per far fuori un gruppo di cenciosi contadini che si riuniscono per difendere la loro sopravvivenza e chi impoverisce progressivamente un popolo partecipando alla ricchezza generata dal potere delle banche. Io questa grossa differenza non la vedo.

Come ho scritto in altro luogo virtuale per me il natale è una pausa dallo stress del lavoro, un momento di riunione agli affetti famigliari, quelli che sentivo veramente da bambino ma che da adulto sento l’esigenza di mantenere saldi. È un momento di riflessione. bon, chiudo qui e auguro quindi un buon 2008 a tutti, con la coscienza di sapere di non stare a parlare con dei veri sordi e la speranza che prima o poi qualcosa cambi negli animi di chi partecipa a questo teatro dell’assurdo chiamato Italia

 
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