Signori si nasce.

L'albero natalizio.


Guardo il mio albero di Natale. Bellissimo perchè l'ho fatto io (non l'albero, già esistente in natura, bensì l'addobbo più che altro). Dunque bellissimo, (evviva la modestia eh?!) ma in fondo in fondo uguale a tantissimi altri abeti natalizi ricoperti da fili, palline di ogni genere e colore, stelline e lucette variopinte. Guardo le lucette che si accendono e si spengono subito dopo. Per tornare l'istante successivo di nuovo ad illuminarsi e a sfoggiare i loro colori brillanti. Luce e buio. Si susseguono. Quasi si rincorrono. Vanamente. Senza mai coincidere. Senza mai incontrarsi. Guardo l'albero. Guardo le luci. E guardo una piccola, verde, agreste e anche commerciale metafora della nostra esistenza. Già, riesco a vedere una metafora anche in un semplice addobbo natalizio che poi tutto sommato consiste nient'altro che in un agglomerato di rami e colori. La stanza che si illumina. La stanza che si oscura. Come una qualsiasi giornata. Come una qualsiasi esistenza. In cui chiunque può sentirsi in un momento vicino alle stelle per una gioia pazzesca ed essere catapultato agli inferi subito dopo da un improvviso dolore. E viceversa ovviamente. Le luci colorate che brillano e danno colore anche a tutto ciò che le circonda. Alle palline. Ai fili. All'albero stesso. Alla stanza. Come un attimo di felicità che ci fa apparire d'incanto tutto roseo. Che ci fa scovare il bene intorno a noi portando via i pensieri cattivi e bui. Le luci colorate che si spengono e portano nella semioscurità ciò che c'è vicino. Come una lacrima che appanna la vista e affanna il respiro. Che sciocco in fondo che sono. Trovare una metafora della nostra vita anche in quei piccoli concentrati di cariche elettriche eterocromiche. Ma forse in tutto c'è una metafora di qualcosa. Luce e buio. Sorriso e lacrima. Giorno e notte. Gioia e dolore. Sogno e realtà. Amicizia e solitudine. Serenità e angoscia. Melodia e rumore. Poesia e prosa. Amore e odio. Mare e abisso. Perdono e rancore. Solidarietà e egoismo. Vittoria e sconfitta. Razionalità e istinto. Divertimento e noia. Abbondanza e miseria. Coerenza e opportunismo. Ascesa e caduta. Gloria e polvere. Chiarore e nebbia. Coraggio e paura. Rispetto e intolleranza. Sazietà e fame. Facce della stessa medaglia. Parti della stessa mela. Che si inseguono incompatibili e ineludibili nella vita di tutti i giorni. Si inseguono come le piccole luci del mio albero.