spiritelli

Sull'onda del grande Fiume


Sull’onda del grande fiumeL’onda sonnecchia dondolando pianoentro i bordi possenti, posti da riparoe su quei rivi, guidato venni come per magia da un sogno arcano.Sentivo un passo incedere lontanoda oltre il colle, volto verso il pianomentre sicuro, con tono cadenzatoattraversava il ponte di quel fiume amaro.Passato il ponte in ferro, prima della curvasi rifletteva sulla bianca stradaun passo snello, ancora vigoroso.Ormai raggiunto il grande fiumeseduto, assorto, sulla sassosa spondaguarda quell’acqua che trasporta l’ondae guarda me che avanti mi ci pongo.M’appella e con dolcezza immanemi fa sedere accanto a se, sul ciglioe mi racconta  storie d’altri tempisue, gioiosamente già vissute.Mi parla di una donna senza velischietta, sincera, laboriosa e verasenza quei vezzi che fan girar la testae parla di un amore forte e appassionato;parla di un dolce incandescente baciomentre col braccio mi circuisce il colloe accanto a se mi attrae, al suo costato.Ascolto il vento che spira nella notte:è diventato caldo e appassionatoe quella brezza che mi infiamma il cuoremi fa struggente l’almo di passione.“Già io ti vidi, in tempi ormai passati?”io, domandai a quell’essere speciale:“Da sempre tu, sei stato, nei sognidalla gioventù mia tormentataed io ti vidi, qui, su questa stradaquando esplodeva l’ultima bombarda.Mi raccogliesti, ero caduto a terracolpito dalla collera della nefasta guerra;mi raccogliesti, mi mostrasti un sorrisoe quella notte Santa, mi lavasti il viso”.“io ero lì, con te, in quel tempo antico?Tu me lo dici, e te lo do per buonoperò io non capisco, è molto strano:tu vecchio, più non sei di chi ti ascolta”.“bando alle ciance, guarda l’acqua e ascolta:è il flusso che t’invade piano pianoche ti permette di veder lontano:rapiti da quei gorghi, sono i ricordied io mi attardo qui, per ricordare.Vengo ogni sera al lume delle stelleper poter, dai miei errori, impararesono passato ormai già mille volte perché soltanto te, speravo di trovareper poterti un’altra volta stringere al cuoree potermi dei tuoi occhi illuminare.La, nella casa in mezzo alla golenadove i fantasmi volano leggeriora ch’è scomparsa l’ultima mia tracciavorrei posare nel tuo cuore il mio pensiero”.Ora, la notte fredda e battaglieratrasuda degli umori dell’inconscioe l’acqua nera del generoso fiumeverso l’approdo, piano piano scorre.L’Anime strette nell’atavica pauratemono gli spiriti della nottee io, perché non provo alcun timore?:che sia foriero di cotanta spemeavvolto nelle spire dell’inconscioche fa gioire, in me, il suo pensiero?Mi giro e lo ritrovo li, sedutoLa testa poggiata sulle sue ginocchiache nel frattempo gli fanno da sostegnoe più non sembra la medesima persona.Stanco, a fatica, si solleva altos’appoggia ad un tutore improvvisatodirige questo, verso l’ultimo gorgo e dice:“l’ora è giunta: ecco, è lì che devo andare;È giunto ormai il tempo, l’ora mi fuggedevo seguire il corso del mio sognovagando sopra i flutti che mi cullano;lascia che mi trasporti l’onda fino al mare.Ascolta l’ennesimo trasporto del mio cuore:porta ai tuoi cari il mio profondo Amoree io, non avrò timore per la tua ventura:da tanti anni, accanto a te risplende un Sole”.Ciò detto; si posò sull’acque calmesenza distoglier l’onda dal suo flussoe nella notte, dalla vista mia scomparve!Silvano Montanari