Eccola di nuovo alle prese con i suoi pazzi incantesimi! “Serit, non ti avevo detto di smetterla? Un giorno o l’altro ti metterai nei guai!” Povera me, avevo preso in custodia questa piccola strega ancora molto tempo fa, ma è più forte di lei, continua a pasticciare col la bacchetta magica. Ha già trasformato tre ragazzi in animali, distrutto l’atrio del castello per ben due volte e allagato i campi. Cosa devo fare con lei? Eppure ha in se un potere forte, deve solo essere aiutata a controllarlo e io son qui per questo.Il gran consiglio ha dato questo compito a me. Sono la strega Aslat e il popolo ha riposto la sua fiducia sul mio essere, non posso deluderli.
Porterò Serit sulle montagne di Argat per insegnarle a controllare la sua potenza…Il massimo che potrà fare, sarà sfogarsi contro le rocce.Passammo due mesi in solitudine, tra incantesimi e pozioni, e lei non si dava per vinta, ce la stava mettendo proprio tutta. Una notte, sentimmo degli strani rumori. Venivano del bosco, ci nascondemmo e attendemmo in silenzio. Pesanti passi stavano venendo verso di noi. Sotto ai suoi piedi, i rami secchi si frantumavano, anzi diventavano polvere. Si faceva largo abbattendo gli alberi e il suo respiro era come un vento fetido.Avevo sentito parlare di lui, ere orsono, ma non avrei mai creduto di trovarmelo davanti. Era Amenot, figlio dei Trolls, esseri privi di intelligenza, ma in compenso avevano dalla loro parte una forza senza limiti.Ci passò accanto, senza notarci, in quanto avevamo usato l’incantesimo dell’invisibilità e per il momento eravamo al sicuro, ma non avrei più potuto usarlo fino all’indomani.Stava avanzando verso la valle, in direzione del nostro castello e non ne conoscevo il motivo. Qualcuno aveva provocato i Trolls, ma a che pro? Erano creature senza scrupoli, che uccidevano ogni essere dal sangue caldo che avesse incrociato il loro cammino. Serit, ormai, aveva fatto abbastanza pratica e doveva aiutarmi a fermare quel mostro, prima che arrivasse a destinazione.Lo seguimmo per alcune ore, finché non ci trovammo in una radura. Ci togliemmo il mantello e attirammo la sua attenzione. Ruggì di rabbia, gli occhi erano completamente neri, e la bava gli colava sul mento…Ok, era davvero arrabbiato, dovevamo sbrigarci, lui era veloce e senza scrupoli.Ci venne incontro di corsa, come una furia e con un balzo lo scavalcai, atterrando con una capriola. Serit era pietrificata, ma rischiava così di essere uccisa. Le gridai di mettere in pratica gli insegnamenti di quei giorni. “Concentrati", le gridai, "Concentrati!” Lei rinsavì e alzando la sua bacchetta magica disse: ”Immonda creatura, feccia della terra, come osi sfidarci, portandoci alla guerra? Tu che ti nutri di carne umana, di sangue fresco, indietreggia o assaggerai il nostro ferro! Le nostre bacchette sembrano fragili, ma racchiudono in loro potenti armi e ad usarle siamo abili! Torna da dove sei venuto, torna nel tuo antro oscuro, non farti più vedere, allontanati da noi o assaggerai il nostro potere!” Il Troll non aveva capito una sola parola, ma dal tono che aveva usato Serit aveva percepito solo ostilità e lo aveva fatto arrabbiare ancora di più. Digrignò i denti come un lupo famelico; aveva un’armatura decorata con chiodi, mentre le sue calzature erano protette da spine velenose.
Immagine di Kerem BeyitAvanzò verso Serit, mentre io cercavo di distrarlo, attirando la sua attenzione. Si girò verso di me e mi scagliò contro la sua ascia, mancando fortunatamente il colpo. Tornò da lui come fosse un boomerang, come se la sua mano fosse una gigantesca calamita. Serit, alzò la sua bacchetta, concentrandosi; ad un tratto il suo essere fu avvolto da un’immensa luce e diresse su Amenot il suo potere. Il colpo si schiantò su di lui, oltrepassando l’armatura e ferendolo, ma non abbastanza da farlo vacillare.
Serit era delusa, ma non doveva demordere; dovevamo tenerlo occupato fino all’alba: la luce ci sarebbe stata amica in questo.Dal canto mio, chiesi aiuto alla Madre Terra, affinché il fuoco venisse in mio soccorso. Creai un cerchio intorno a lui e le fiamme divamparono alte, impedendogli alcuni movimenti. Che codarda creatura, aveva paura di bruciarsi, ma neanche questo lo fermò. Sputò la saliva sul fuoco, aprendosi un varco.
Nel frattempo Serit ebbe il tempo di mettere in pratica un incantesimo che avevamo studiato insieme e disse: “Forza del metallo, potenza dell’adamantio, avvolgi questo mostro e al suo essere non dare scampo!” Ad un tratto un’enorme catena si avviluppò intorno agli arti del Troll, facendolo cadere. Tirammo un sospiro di sollievo, ma il tutto durò davvero poco. Urlò, quasi da farci sanguinare gli orecchi, e con tutta la sua forza ruppe le catene.Accidenti, era più forte di quanto immaginassi.Niente paura, avevamo ancora molte armi a disposizione. Chiesi aiuto alle Driadi facendo si che le radici più forti lo avvinghiassero, come se fossero una corda resistente…
ma appena toccarono la pelle del Troll, lo riconobbero come fratello. Le sue braccia divennero un tutt’uno con le radici, scagliandole contro di noi. Mi sentii soffocare, pensai al peggio, ma per fortuna tenevo ancora ben stretta tra le mani la mia bacchetta; mi concentrai e allentai le radici che si erano annodate intorno al mio essere. Feci lo stesso liberando anche Serit. Bastardo di un Troll, non vuoi cedere, vero? Stavolta non te la caverai facilmente! “Io sono Aslat, discendente dei Guardiani delle Terre del Vento, io invoco la suprema luce, l’iridescenza del supremo, che i Figli del Sole vengano a me!”Ad un tratto un esercito luminoso circondò Amenot,
scagliando contro di esso un bagliore accecante, una luce infuocata. Io e Serit li aiutammo, concentrandoci e puntando le nostre bacchette sul mostro. Il lavoro di squadra era decisivo in un momento come quello. “Troll, morirai, la luce del sole è tua nemica e l’alba è arrivata, dando forza a tutti i nostri poteri.”L’Esercito del Sole amplificò i suoi poteri con la luce del giorno; il bagliore avvolse il nemico, quasi accecandoci.Avevamo gli occhi sanguinanti, non riuscivo a vedere ancora con nitidezza, ma poi, ecco, non potevo ancora crederci…Il Troll si era trasformato in pietra.
Giustizia era stata fatta! Mi inchinai davanti ai Figli del Sole, ringraziandoli per il prezioso aiuto. Anche questa battaglia aveva dato modo di suggellare una nuova alleanza.Ci incamminammo verso il castello, non prima di aver chiesto chiarimenti alla suprema forza del vento…lui tutto ascolta e riporta. Scoprimmo che Amenot voleva arrivare al castello, in quanto le riserve di selvaggina, sulle montagne, scarseggiavano ed era stato mandato in ricognizione per portare carne fresca ai suoi famelici fratelli. Quindi eravamo ancora tutti in pericolo. Al ritorno studiai dei nuovi incantesimi assieme a Serit, facendo in modo di proteggere il castello con una sfera di luce quando ce ne fosse stato bisogno. I Fratelli del Sole mi avevano donato uno dei loro amuleti, fatto di pura luce, forgiata con la potenza del sole.Serit, dopo quella brutta esperienza, capì il significato del dono che aveva dentro di se e di come doveva controllarlo.Io, Aslat vi rammento questo:“a volte in noi si celano grandi poteri, ma non sappiamo come utilizzarli, oppure ne ignoriamo l’esistenza. Poi la vita ci mette davanti a delle situazioni dove la nostra forza esce allo scoperto, una forza che non credevamo di possedere. E’ nelle situazioni di pericolo che capiamo davvero fin dove possiamo arrivare, proteggendo con le unghie e con i denti noi stessi e le persone a cui vogliamo bene.Ricordatevi che ognuno di noi è forte, basta tirar fuori la grinta.”
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