vivi e lascia vivere

La maledizione di Elmafoy.


 Cuore di ghiaccio, anima assetata di paura, nutrita dall’odio…condannata alla perpetua solitudine, maledetta dalla nascita…Questa era la mia storia, una vita che io non avevo scelto; non avevo mai provato emozioni positive, tutto il mondo mi scivolava addosso, non c’era motivo per lottare, per piangere, per gioire, finché un giorno arrivò al castello un nuovo apprendista, Malgof, un mago alle prime armi, pieno di entusiasmo e progetti. Mi dava fastidio tutto il suo ardore, non ne capivo il senso, lo guardavo sempre con aria di sufficienza. Io ero Elmafoy, colei che non sa amare, figlia delle tenebre, la mietitrice dei sentimenti. Malgof passava le sue giornate in compagnia del grande maestro Calpat, mago potente, un essere senza età, che custodiva il sapere della magia e dell'occulto; era stato il mio insegnante e grazie a lui ero diventata una creatura potentissima e spietata…L’apprendista non conosceva la mia natura, ma ben presto gli avrei fatto visita; infatti quella stessa notte mi materializzai nella sua stanza, lui già dormiva. L’atmosfera di quel luogo mi colse di sorpresa, sentivo il suo odore, quell’effluvio mi stordiva, il suo respiro era lento; mi avvicinai per esaminarlo, rimasi pietrificata davanti al suo corpo, qualcosa in me sussultò, non capivo bene cosa fosse…era il mio cuore, il suo battito accelerava di attimo in attimo, scuotendo la mia anima. Chi era costui, come osava sfidare la mietitrice? Più cercavo un contatto fisico, più venivo allontanata da qualcosa di impalpabile, come una barriera invisibile…Maledetto, che sortilegio è mai questo?  
 Decisi di andarmene, per studiare il da farsi…Malgof non poteva cavarsela così, doveva essere mio, lo avrei svuotato di ogni goccia d’amore per questa vita, avrei ridotto i suoi sentimenti in cenere…in fondo ero nata per questo.Lo studiai per giorni, lui con i suoi modi gentili, con la sua dolcezza, mi dava la nausa, che strano essere era mai quello? Cercai di trovare informazioni sui libri di Calpat, ma senza arrivare ad un risultato…Mi scontrai con Malgof sulla grande scalinata, il suo sguardo mi diede fastidio, mi disgustò nel profondo: "Salve nobile Elmafoy, è un vero piacere incontrarla, spero che un giorno di questi avrò il piacere di averla come mia ospite per un tè". Per un tè? Ahahah povero illuso, non sapeva ancora cosa gli avrei riservato. "Certo, ma deciderò io il luogo e l’ora; l’aspetterò nella biblioteca verso le nove, dopo cena, mi raccomando la puntualità, altrimenti considererò il ritardo come una mancanza di rispetto." Malgof annuì, avviandosi verso il laboratorio in attesa della lezione pomeridiana col maestro.Ero decisa ad estirpargli quel sorriso, per me blasfemo, la sua vitalità era per me mortale, l’avrei prosciugato, aggiungendo il suo essere al mio stuolo di vittime.Cenai nel grande salone in compagnia delle ombre, dei fantasmi di coloro che avevo torturato; niente di tutto quello mi spaventava, ero conscia di vivere in un inferno, ma tra me e loro c'era un velo...anche se ero viva, facevo già parte dei dannati.Mi incamminai verso la biblioteca, avevo dato disposizioni alla servitù, affinché venisse servito il tè alle nove, in modo che poi sarei potuta rimanere da sola col mio ospite
Malgof arrivò addirittura in anticipo, e questo mi diede un gran fastidio, almeno se fosse arrivato in ritardo, la mia rabbia sarebbe esplosa immediatamente…peccato! 
Lui iniziò a parlarmi delle sue lezioni, una noia mortale, mi sarei data una coltellata sulla coscia pur di togliermelo dai piedi; cercai di ascoltarlo con una parvenza di interesse, cercai di entrargli nella mente, ma inaspettatamente non ci riuscii. Con la forza del pensiero pronunciai il mio incantesimo preferito, col quale ero sicura di ottenere il mio scopo, ma rimasi delusa, Malgof era inespugnabile, forse era più potente di quanto ci aveva voluto far credere. Ad un certo punto mi fissò intensamente, sentivo il suo sguardo penetrarmi nell’anima, cosa stava succedendo? Perché i miei poteri non funzionavano? Vidi le sue labbra mentre pronunciavano qualcosa, era lui ora ad avere il controllo su di me, mi stava facendo un incantesimo. "Maledetto cosa stai architettando? Tu non sai con chi hai a che fare! Io sono la mietitrice, e tu non avrai scampo!" – "Sei certa di quello che stai dicendo? Sei così potente come credi? Tu non sai chi sono io, io sono stato mandato dal popolo, dalla gente che tu per anni hai soggiogato; io ti trasformerò, plasmerò il tuo essere…non riesci ancora a capire perché i tuo poteri non hanno effetto su di me? Eppure ti credi un essere infallibile, ma non darti tante arie. Tu sbrani i sentimenti del prossimo, mentre io li nutro, sono qui per questo, per infonderti un po’ d’amore." – "No! Non riuscirai a farmi questo, non è possibile, io sono stata maledetta, sono stata trasformata in un essere immondo, il mio cuore è nero, nel mio sangue scorre il nulla." – "Elmafoy, invoco il bene che pulsa nel nucleo della Terra, nelle tue vene sgorgherà un nuovo sentimento, per prima cosa ti farò conoscere l’empatia." A quelle parole sembrò che il mio corpo andasse in frantumi, mai avevo provato una sensazione simile, sentivo gli occhi gonfi di lacrime, gocce di sale per me sconosciute, solcavano il mio viso come un mare in tempesta, rovinosamente caddi a terra, mi sentivo morire... 
 ...ma al tempo stesso mi sentivo viva. Malgof continuò a pronunciare incantesimi, ero inerme, indifesa, impaurita, denudata della mia corazza…Finché sentii una fitta al cuore, come se una freccia lo avesse trafitto da parte a parte…mi sentivo strana, stordita…provai ad alzarmi e per un solo attimo guardai il mio avversario negli occhi…ecco, ora riuscivo a vedere la sua barriera, quell’ostacolo che la prima volta mi aveva impedito di mangiare la sua anima…Era tutto così meravigliosamente strano, tutta quell’energia mi stava investendo attimo dopo attimo…non riuscivo a sopportarla, era doloroso, devastante, mi sentivo morire, sentivo che il cuore mi sarebbe esploso da un momento all’altro…feci solo in tempo a gridare con tutto il fiato che avevo in gola e poi ci fu silenzio, un attimo prima che sotto al mio corpo si aprisse una voragine, sentivo il fuoco bruciarmi la carne, sentivo le anime dell’inferno che mi chiamavano a gran voce, percepivo per la prima volta l’orrore della paura…Ad uccidermi fu un’ondata d’amore…quegli incantesimi erano stati per me devastanti, era davvero troppo per me...ero stata distrutta dai sentimenti, quelli che avevo strappato a coloro che avevano incrociato il mio cammino…Malgof non credeva ai suoi occhi, aveva sperato fino in fondo che l’amore avrebbe potuto guarire il mio essere, invece mi aveva inferto un colpo mortale…L’amore è il più potente degli incantesimi, ora conoscevo la sua forza...Ero appena stata investita da tutte quelle emozioni, per poi finire nel baratro della paura…certo era un sentimento anche quello…sarei arsa per l’eternità tra le fiamme dell’agonia… 
(Immagini e video tratti dal web) fla