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la bauhaus a genova


Riporto un'articolo tratto da Repubblica-BauhausL'arte di Otto HofmannIl Novecento mai vistoStefano BigazziTra i pezzi esposti anche alcuni dipinti che l'artista abbandonò nella Germania Est nel'51 e ritrovati dopo la caduta del Muro di Berlino Esperienza di rigore formale, lungimiranza creativa, spirito di modernità. Anche e non solo questo nella retrospettiva che Palazzo Ducale dedica (da venerdì 16 ottobre a San Valentino) a Otto Hofmann (Essen 1907-Pompeiana, Imperia 1996) significativo esponente di Bauhaus, allievo di Paul Klee e Vasilj Kandinsky. Una poetica - sottolinea la mostra curata da Giovanni Battista Martini - di alto profilo artistico e culturale, che vede in allestimento alcune centinaia di opere, tra cui numerosi pezzi mai esposti al pubblico.Nato a Essen in Germania all´inizio del secolo scorso e morto a Pompeiana vicino a Sanremo, Otto Hofmann - artista di rilievo internazionale - aveva scelto di vivere e lavorare negli ultimi vent´anni della sua vita nella Riviera Ligure.L´iniziativa, cui collabora il Goethe-Institut Genua, raccoglie una esaustiva testimonianza dell´artista, dagli esordi nell´ultimo scorcio degli anni Venti alla stagione ligure. Le prime opere documentano il periodo della permanenza al Bauhaus di Dessau (1927-1930) dove tiene la prima mostra personale (con l´avvento del nazismo Hofmann vedrà limitata qualsiasi libertà espressiva, sino alla confisca - l´accusa: arte degenerata - dei lavori acquisiti dai musei tedeschi). Quindi il laborioso e sofferto periodo della guerra, la prigionia e il ritorno in patria, il dibattito artistico, culturale, politico, il dissenso con la nuova nomenklatura, la fuga dalla Germania Orientale e l´approdo a Berlino (alcune opere, ritrovate dopo l´89, sono qui in visione. Curiosamente un percorso piuttosto simile venne compiuto più tardi da Georg Baselitz, via dalla Ddr e contestatore tanto dell´arte realista-socialista quanto della cultura di reazione all´Ovest, oggi divide l´attività tra la Germania e la Liguria di Ponente).La mostra si articola in quattro sezioni, tra notazioni storiche e culturali, il contesto in cui si sviluppò Bauhaus e lavorò l´artista, nei diversi linguaggi espressivi e interdisciplinari di Hofmann, seguendone il percorso dagli anni Cinquanta in avanti tra Berlino, Parigi e la Svizzera, tra dipinti, disegni e oggetti (porcellane e ceramiche per le manifatture Hutschenreuther e Rosenthal), grafica (xilografie e litografie Anni '40) fino al ventennio vissuto a Pompeiana.A corredo della mostra un catalogo Electa con introduzione di Gianni Martini e testi critici di Fulvio Cervini, Matteo Fochessati, Markus Krause, Lutz Schöbe, Erik Stephan.Otto Hofmann. La poetia del Bauhaus, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge, sino al 14 febbraio, martedì-domenica ore 10-19. www. palazzoducale. genova. it.