Webbo's land

Basta poco


Ieri sera, 14 dicembre, si è conclusa la fase di trasferimento delle attività dell'Ospedale Meyer di Firenze.Per chi non lo sapesse e per i non fiorentini in particolare, il Meyer è l'ospedale pediatrico di Firenze. Dopo anni di lavori, la struttura è stata completamente trasferita dalla vecchia sede storica di Via Luca Giordano alla nuova dimora presso Villa Ognissanti nella zona di Careggi, all'interno della cittadella ospedaliera di Firenze. Il virtuale passaggio del testimone è avvenuto alle 20, quando il pronto soccorso di via Luca Giordano ha cessato di funzionare.Nella stessa nottata parte della città è stata chiusa al traffico per permettere lo spostamento fisico dei bambini ricoverati verso la nuova sede. Spostamento che ha visto il coinvolgimento di parecchi mezzi tra ambulanze, taxi, mezzi della protezione civile, mezzi pubblici e di personale appositamente istruito in merito, proprio per la complessità dell'operazione, tra l'altro fatta in un periodo non propriamente caldo dal punto di vista climatico.La nuova struttura è stata studiata per essere "bioclimatico", il primo in Italia ed uno dei pochi in Europa, realizzato anche ascoltando i suggerimenti ed i consigli dei diretti interessati, ossia dei bambini.Per mia fortuna non mi sono mai avvalso della struttura del Meyer. Ho dei vaghi ricordi di quando ero piccolissimo (avrò avuto circa tre anni, mi pare), e mia zia ebbe una bambina. Francesca, così venne chiamata, nacque con dei grossissimi problemi e venne ricoverata immediatamente al Meyer fin dalla nascita. Ricordo mia zia in lacrime, disperata per la sorte segnata di questa piccola creatura. Ricordo mia nonna, sua madre, che tentava di consolarla insieme a mio zio. Ricordo che i medici tentarono il possibile per l'epoca (erano i primi anni 70), ma senza risultati: la piccola morì dopo una decina di giorni dalla nascita.E oggi penso a chi è costretto ad appoggiarsi a strutture simili qui a Firenze e nel resto del mondo. Penso a quei bambini che sono ricoverati negli ospedali, che sono in cura, che stanno cercando di lottare e di vincere una battaglia importante contro un nemico più grande di loro. Penso ai genitori di questi bambini, che devono convivere con l'angoscia nel vedere i loro piccoli colpiti da queste malattie e devono cercare di dissimulare la preoccupazione davanti ai loro figli.Penso a tutto questo, e mi chiedo: cosa stiamo facendo per aiutarli? Cosa sto facendo io per cercare di aiutarli? Non ho mezzi, non sono in grado di inventare cure o roba simile. Ma posso contribuire in qualche modo alla ricerca, a tentare di alleviare in qualche modo alle loro sofferenze, magari provando ad aiutare chi si occupa di loro.Ecco, quello che vorrei fare (e che farò) è cercare di rendermi utile in qualche modo. E che vorrei facessero anche coloro che transitano su queste pagine. Proviamo a togliere qualcosa dal budget natalizio. Basta poco, anche pochi Euro, da destinare alla ricerca, all'assistenza verso i bambini. Non serve dirlo, non serve sbandierare al mondo di averlo fatto: basta farlo, in silenzio.Ecco, una piccola rinuncia a qualcosa di superfluo per il prossimo Natale non ci farà trascorrere peggio le feste. Ma la somma di tanti piccoli gesti può aiutare a tentare di risolvere qualche piccolo problema. Suggerisco pure di leggere questo post dal blog di Kate.