Ogni tanto mi capita di ricevere una domanda: ma tu non sei mai giù di morale, giù di corda?Mah, sarà forse perchè non lo do a vedere, ma mi capita. Non spessissimo,questo è vero, ma i periodi neri li ho pure io. E cerco di farli passare rapidamente, in qualche modo. Ma mi capitano.Capitano soprattutto in un certo periodo dell'anno, quando le giornate sono più corte e magari il tempo non è stato proprio del tutto simpatico. E sì, capitano. E le devo far passare, in qualche modo.Ma non mi serve molto. Fortunatamente ho scoperto che distraendomi riesco a smaltire i momenti neri. Mi basta non pensarci, mi basta distogliere l'attenzione da quel che mi succede intorno, da quello che mi porta ad avere il morale sotto una decina di metri di terra. E le distrazioni le trovo, in qualche modo. Giro in macchina, su per le strade delle colline intorno casa mia. Oppure un libro da leggere. O magari un po' di buona musica ascoltata in cuffia. O anche una passeggiata per le vie del centro di Firenze. Qualsiasi cosa, purchè mi permetta di non pensare a quello che mi ha buttato giù. E funziona, almeno fino ad ora ha sempre funzionato. Se riesco a distogliere la mia attenzione, a far smettere al mio cervello di pensare a determinate cose, riesco sempre a trovare la spinta giusta per ripartire. E' un po' come aprire il Task Manager di Windows, cercare l'applicazione che non risponde più e chiuderla, forzatamente, poi riavviarla di nuovo: facendola ripartire, riesco ad analizzare il momento, a metabolizzarlo, a trovare un nuovo punto di vista, ed a superarlo, di slancio.Solo una volta c'è voluto più tempo: per una settimana sono andato totalmente nel pallone, incapace di uscirne fuori. La situazione mi era completamente sfuggita dal controllo, mi aveva sopraffatto. E mi aveva bloccato lo stomaco: non riuscivo più a mangiare, facevo fatica a concentrarmi su quello che dovevo fare, ero capace solo di piangere su me stesso e di dormire, come se così facendo potessi estraniarmi dalla realtà. Alla fine, poi, ho razionalizzato il problema, e sono ripartito, facendo tesoro di quel che avevo imparato. E m'è venuta voglia di scrivere: dopo poco tempo, infatti, mi sono buttato nell'avventura del blog. Avrò fatto altri danni, forse. Non a me: a chi mi legge....
Momenti
Ogni tanto mi capita di ricevere una domanda: ma tu non sei mai giù di morale, giù di corda?Mah, sarà forse perchè non lo do a vedere, ma mi capita. Non spessissimo,questo è vero, ma i periodi neri li ho pure io. E cerco di farli passare rapidamente, in qualche modo. Ma mi capitano.Capitano soprattutto in un certo periodo dell'anno, quando le giornate sono più corte e magari il tempo non è stato proprio del tutto simpatico. E sì, capitano. E le devo far passare, in qualche modo.Ma non mi serve molto. Fortunatamente ho scoperto che distraendomi riesco a smaltire i momenti neri. Mi basta non pensarci, mi basta distogliere l'attenzione da quel che mi succede intorno, da quello che mi porta ad avere il morale sotto una decina di metri di terra. E le distrazioni le trovo, in qualche modo. Giro in macchina, su per le strade delle colline intorno casa mia. Oppure un libro da leggere. O magari un po' di buona musica ascoltata in cuffia. O anche una passeggiata per le vie del centro di Firenze. Qualsiasi cosa, purchè mi permetta di non pensare a quello che mi ha buttato giù. E funziona, almeno fino ad ora ha sempre funzionato. Se riesco a distogliere la mia attenzione, a far smettere al mio cervello di pensare a determinate cose, riesco sempre a trovare la spinta giusta per ripartire. E' un po' come aprire il Task Manager di Windows, cercare l'applicazione che non risponde più e chiuderla, forzatamente, poi riavviarla di nuovo: facendola ripartire, riesco ad analizzare il momento, a metabolizzarlo, a trovare un nuovo punto di vista, ed a superarlo, di slancio.Solo una volta c'è voluto più tempo: per una settimana sono andato totalmente nel pallone, incapace di uscirne fuori. La situazione mi era completamente sfuggita dal controllo, mi aveva sopraffatto. E mi aveva bloccato lo stomaco: non riuscivo più a mangiare, facevo fatica a concentrarmi su quello che dovevo fare, ero capace solo di piangere su me stesso e di dormire, come se così facendo potessi estraniarmi dalla realtà. Alla fine, poi, ho razionalizzato il problema, e sono ripartito, facendo tesoro di quel che avevo imparato. E m'è venuta voglia di scrivere: dopo poco tempo, infatti, mi sono buttato nell'avventura del blog. Avrò fatto altri danni, forse. Non a me: a chi mi legge....