Creato da Web_London il 15/04/2015

Note a margine

A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari

 

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Probabilmente avrebbe desiderato vedere nei suoi occhi solo un lampo di luce

Post n°675 pubblicato il 03 Maggio 2018 da Web_London


"Aveva sempre saputo di Filippo
anche se in cuor suo aveva sperato
che per lei fosse solo diventato un ricordo.
Alla fine, si rese invece conto
che il ricordo era diventato lui
Strana la vita"

...


Dalle parti di Treviso, una sera che pioveva.


La pioggia li sorprese e furono costretti a scapapre via velocemente.
Fu un vero peccato perché la serata sembrava promettere bene.
La vecchia Abbazia ristrutturata di Monastier, un paese a qualche chilometro fuori Treviso, e tanta gente arrivata da tutti i paesi del circondario, erano l'ideale per assistere allo spettacolo di quella sera, musica e fotografie.
Purtroppo, pochi minuti prima dell'inizio cominciò a piovere e tutti furono costretti ad alzarsi e andarsene via mentre lo speaker comunicava che lo spettacolo sarebbe stato rinviato alla settimana successiva.
Andando verso le auto, Giorgio fece appena in tempo a proporre: "Fermiamoci a Roncade a bere qualcosa" che cominciò a diluviare.
Salì in auto un attimo prima di prendere sulla testa le secchiate d'acqua che si stavano rovesciando dal cielo.
Chiuse la portiera dietro di sè e in quel momento gli squillò il cellulare
Era Ettore, fermo sulla macchina vicino alla sua.
"Allora ok, ci fermiamo a Roncade?" disse
"Si, come no, ci si vede li, avverti tu gli altri?"
"Si, ci penso io"

Dieci minuti di strada e Giorgio arrivò al locale nel centro di Roncade che stava ancora diluviando
Aspettò in auto per pochi minuti e quando la pioggia si calmò scese e raggiunse a piedi il punto di ritrovo sotto i portici del centro.

Metà della compagnia erà già arrivata e aveva preso posto dentro una saletta interna.
Al centro era sistemata una grande tavola in legno, una di quelle meravigliose tavole massicce da taverna spesse quasi una spanna e tuttintorno vecchie credenze con bottiglie di vino pregiato esposte in bella vista e un soffitto antico da cui pendevano file di prosciutti crudi, di salami e di ogni ben di Dio.
"Il paese dei balocchi" pensò Giorgio già con l'acquolina in bocca mentre si toglieva il giaccone e si sedeva in mezzo a loro.
Come fosse una carezza, passò per un momento la sua mano sul legno consumato della grande tavola e provò una sensazione di benessere.
Il proprietario del locale, un uomo sui quarantacinque anni, aveva appena chiuso i grandi finestroni che davano sul giardino e acceso la stufa a legna che stava nell'angolo.
Qualche minuto e la saletta cominciò a riscaldarsi spargendo il tepore un po' dappetutto.
Giorgio si mise accanto a Ettore e di fronte a Rita, una donna che non aveva mai visto prima di allora.
Alla spicciolata arrivò il resto della compagnia insieme a qualche altra persona che nel frattempo si era aggregata.

Dieci secondi dopo il cuore di Giorgio si fermò.
Tra le persone che si erano aggiunte c'era anche lei.
Non la vedeva da un tempo che a lui sembrava infinito ma che in realtà tanto infinito non era.
Lei lo vide un attimo dopo di quando la vide lui.
Giorgio notò il suo gesto rapido di lasciare la mano dell'uomo con il quale era entrata.
Non capì se fosse stato solo un gesto di rispetto o qualcos'altro, ma appena lei si accorse di Giorgio seduto vicino a Ettore, impercettibilmente si allontanò dall'uomo che le era accanto, quel tanto che bastava per creare una sorta di barriera invisibile tra di loro.
Salutò tutti e Giorgio non le staccò gli occhi da dosso finchè non incontrarono i suoi; si salutarono da distante con un breve cenno della mano.
Sembrava sorpresa quanto lui di trovarsi nello stesso posto, nello stesso momento e con le stesse persone
Nel periodo in cui si erano frequentati avevano coltivato delle amicizie comuni che continuavano qualche volta ancora a frequentare; probabilmente era stato solo un caso se fino a quel momento non si erano mai ancora incontrati.
I nuovi arrivati salutarono e un po' alla volta presero posto attorno alla grande tavola.
L'uomo che l'accompagnava si avvicinò e si presentò a chi non conosceva ancora
Arrivò a Giorgio, si presentò e gli strinse la mano.
"Piacere, Filippo"
"Si lo so chi sei"
pensò, ma in quel momento però non disse niente, sentì solo la sua voce pronunciare un laconico: "Ciao, Giorgio"

Restarono a chiacchierare attorno alla grande tavolata
Giorgio era dalla parte opposta da dove era lei e ogni tanto il suo sguardo cercava i suoi occhi.
Non sapeva cosa avrebbe voluto cogliere, forse infelicità, forse un rimpianto, magari un rimoroso.
Probabilmente avrebbe desiderato vedere nei suoi occhi solo un lampo di luce
Lei invece sembrava serena, parlava con tutti, lanciava sguardi intensi a Filippo e quando capitava che i loro occhi si incontrassero, nello sguardo di lei Giorgio non percepiva nulla
Nessun lampo, nessun rimorso, nessun rimpianto, solo un mare di serena tranquillità in una serata con il suo compagno e le persone care
Almeno così sembrava.
Intanto la compagnia chiacchierava rumorosa e la serata trascorreva divertente e divertita tra uomini e donne che stavano bene insieme
Davanti a lui c'era Rita, una donna che aveva conosciuto solo un paio d'ore prima.
Di fianco a lui era seduto Ettore che conosceva da un paio d'anni e che, quando il suo lavoro glielo permetteva, viaggiava in giro per il mondo
Era un uomo alto, magrissimo con i capelli corti, gli occhi mobili e vivaci  sembravano parlare un momento prima che arrivasse il suono della sua voce
Tenne banco su tutti raccontando del suo ultimo viaggio in Asia, nel delta del Mekong e di vecchi sentieri risaliti a bordo di autobus sgangherati in Vietnam.
Giorgio lo ascoltava, quando Ettore raccontava aveva su di lui un effetto quasi ipnotico
Si rese anche conto che c'era un legame profondo tra Ettore e Rita
Non aveva ancora capito quale tipo di legame li unisse ma sentiva c'era, lo percepiva forte.
Non si assomigliavano nei lineamenti ed Ettore non era nè il marito, nè il suo fidanzato.

Ordinarono tutti del prosecco e dell'acqua, qualche affettato e dei sottaceti.
Giorgio chiese solo acqua e menta.
Aveva una grande sete e gli venne voglia di fumare ma purtroppo nel locale era vietato.
"Menta & Tabacco" pensò un momento tra sé, "sarebbe davvero un ottimo abbinamento"
Ettore tenne banco per più di un ora e la maggior parte della compagnia ascoltava rapita
Ogni tanto Giorgio osservava Rita seduta di fronte a lui e notava che lei ricambiava puntando i suoi occhi nei suoi
Ma non era uno sguardo ambiguo, no anzi, i suoi occhi erano amichevoli e limpidi. Non giocava con gli sguardi, non ammiccava, non voleva sedurlo, semplicemente lo guardava e lo ascoltava nei brevi scambi tra di loro in mezzo a un racconto di Ettore e una chiacchiera con gli altri.

Ma Giorgio ormai era lontano
Quella sera il suo mondo era esploso nel momento esatto in cui aveva l'aveva vista entrare nel locale con la mano nella mano di Filippo
Più passavano i minuti e più intorno a lui sentiva solo voci indistinte, una specie di fastidioso rumore di fondo
Era ripiombato con la mente a quei giorni, gettato di peso dentro un buco nero che lo stava risucchiando nei ricordi, centimentro per centimetro e da cui non sapeva uscirne.
"... Mi dispiace, ti voglio bene ma io non ti amo, lo vorrei tanto ma non posso " ..."lo amo ancora" ... echi distanti, rumori di fondo ..."mi dispiace, io sono ancora innamorata di lui" ... fastidiosi brusii ... "hai mai avuto la sensazione di appartenere a qualcuno Giorgio? Dimmi, l'hai mai avuta? Io appartengo a lui" ...

Non sentiva più nulla, era anestetizzato dai ricordi come fosse sospeso a dieci metri da terra in un mondo senza più aria.
Guardava i suoi lunghi capelli e gli tornavano in mente i giorni passati assieme, le volte che si prendevano in giro, i momenti in cui lui ci aveva creduto, aveva sperato, in cui era stato davvero bene assieme a lei.
Ritornavano alla mente i momenti in cui si erano presi e ripresi in notti senza fine dove un uomo riconosce se stesso nel corpo della sua donna, dove la voce è una sola e non è più possibile capire dove finisce l'uno e comincia l'altra.

Aveva sempre saputo di Filippo anche se in cuor suo aveva sperato che per lei fosse solo diventato un ricordo
Alla fine, si rese invece conto che il ricordo era diventato lui.
Strana la vita
Era andato troppo avanti con i suoi desideri e con i suoi sogni.
Con lei, aveva superato quel confine da cui non è più possibile tornare indietro senza farsi davvero del male.
Lei era stata onesta e lui probabilmente si era illuso troppo presto davanti a quello che non c'era, che non ci poteva essere e che, da un certo punto in poi, aveva inseguito da solo.
Tra di loro, Filippo era una presenza invisibile e ingombrante, aveva sempre saputo che il confronto con lui non sarebbe mai stato ad armi pari.
Lei era stata innamorata di Filippo e lo era ancora.
Aveva passato molti anni della sua vita assieme fino a quando lui aveva preso una sbandata per una ragazza più giovane conosciuta in un bar e l'aveva lasciata dalla sera alla mattina
Poi il tempo passò e Giorgio pensava che quell'uomo fosse per lei diventato solo un ricordo
Cosi credeva lei, cosi credeva Giorgio.
Filippo non si era più fatto vivo fino a quando, un giorno di poche settimane prima, le aveva telefonato e lei aveva risentito la sua voce.
Il mattino successivo si erano incontrati per un caffè in un bar del centro e da quel momento lei era entrata in crisi.
Ne aveva parlato subito con Giorgio, era stata sincera con lui ma dopo pochi giorni il loro mondo frantumò.
"Gli voglio ancora bene" gli aveva detto tra le lacrime, "potrai mai perdonarmi?"
Si erano lasciati e da allora non si erano più visti nè sentiti.
Fino a quella sera.
Per Giorgio, vederla lì con lui era insopportabile.
Sentiva il petto chiudersi e aveva bisogno di respirare, si sentiva soffocare

Quasi due ore dopo si alzarono tutti, divisero il conto e uscirono dal locale.
Era fresco, la pioggia aveva pulito l'aria e cominciava a far freddo
La compagnia si salutò sotto i portici.
Giorgio strinse la mano a Ettore e girandosi per salutare gli altri la vide andare via mano nella mano con Filippo.
Si accorse solo in quell'istante che Rita, la donna che aveva avuto di fronte per tutta la sera era in piedi vicino a lui.
Si rivolse verso di lei, disse una frase di circostanza e la salutò dandole la mano come aveva fatto con gli altri.
Trattenendola tra le sue, Rita, a bassa voce gli disse una frase che non si era aspettato di sentire
"Passerà"
Rita gli lasciò la mano continuando a guardarlo.
"Non capisco" le disse Giorgio sorpreso e confuso da quella intromissione nei suoi pensieri privati
"
Io e Filippo", replicò la donna a bassa voce per non farsi sentire dagli altri, "tanti anni fa siamo stati fidanzati e poi mi ha lasciato per lei. E' stato difficile ma è acqua passata e adesso lei è diventata una mia buona amica anche se non ci vediamo tanto spesso So che tu non ne sai niente, all'epoca eravamo poco più che ragazzi e sono storie vecchie che non hanno più importanza"
A quella frase Giorgio restò senza parole, era stato colto alla sprovvista e riuscì solo a balbettare qualche parola incompresibile e senza senso.
La saluto con un debole sorriso e raggiunse velocemente la sua auto prima che l'emozione prendesse il sopravvento.
Salì in macchina e con un gesto automatico accese l'autoradio e chiuse gli occhi per un momento.

Non si rese conto di quanto tempo passò ma quando si decise ad accendere il motore i vetri erano appannati e lui era tutto infreddolito
Uscì dal parcheggio e si diresse versa casa.
Durante il tragitto riprese di nuovo a piovere così forte che all'altezza di un paesino lungo la strada fu costretto a fermarsi per qualche minuto
In quel momento squillò il cellulare.
Era Rita. Stava in auto con Ettore, lo volevano salutare e chiedergli se la settimana successiva sarebbbe andato con loro a Monastier allo spettacolo che quella sera avevano rinviato.
"Penso di si, certo" rispose
"Ok, ci vediamo li come stasera, buonanotte"
"Buonanotte anche a te, e salutami Ettore"
La sentì rivolgersi verso l'amico che stava guidando
"Giorgio ti saluta"
"Ricambia" senti rispondere Ettore
"Fatto! Ciao Giorgio"
"Ciao"

La pioggia era ormai diventata un leggero ticchettio e batteva regolare sui vetri e sulla carrozzeria della sua macchina.
Giorgio riaccese l'auto, ingranò la marcia e si mise in strada lasciandosi inghiottire dai suoi pensieri e dalla scura notte trevigiana.

 

(Vecchio post di un altro blog)

 

...

 


Nek
L'Inquietudine
(by Antonello de Sanctis)

 

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Commenti al Post:
nadiaemanu
nadiaemanu il 04/05/18 alle 15:28 via WEB
..."hai mai avuto la sensazione di appartenere a qualcuno Giorgio? Dimmi, l'hai mai avuta? Io appartengo a lui" ... Stà tutto in una frase, il resto non conta! Buon fine settimana London
 
SoloDaisy
SoloDaisy il 06/05/18 alle 08:58 via WEB
"Ritornavano alla mente i momenti in cui si erano presi e ripresi.....e non è più possibile capire dove finisce l'uno e comincia l'altra." La mia personale conclusione: "Lei" e Filippo erano in standby alla fine. Giorgio e Rita si sono illusi. Credo ci sia stata poca coerenza tra il dire ed il dimostrare. A parole si può dir o non dire nulla, son poi i fatti, la pelle, le sensazioni che si provano che fanno la differenza. Qualcuno ha giocato bene le sue carte, per opportunismo evidentemente..qualcun altro ha messo il cuore dove non doveva. Fine della storia. Mi hai fatto venir voglia di andare in quel locale;) Buona domenica Web.
 
pa.oletta
pa.oletta il 06/05/18 alle 11:01 via WEB
Auguri.... caro amico di pensieri profondi... Il tempo passa ma noi siamo ancora qui..... nonostante tutto! Paola
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Grace il 08/05/18 alle 14:49 via WEB
Ciao Web! Opterei per questo brano anche se l'originale di Beyoncé è molto bella... Un racconto pieno zeppo di sensazioni!! https://youtu.be/MK4rhSdUwg8
 
Dr.U
Dr.U il 08/05/18 alle 16:46 via WEB
Dalle prime righe ho iniziato a pensare: "sarò matta ma io l'ho già letto". Ho dovuto arrivare alla fine per avere la conferma della mia sanità mentale. Felice di essere passata a salutarti. Dany
 
amistad.siempre
amistad.siempre il 26/05/18 alle 11:21 via WEB
Ciao, Web!:) Ho letto il post in tre tranche.. ^_^ e, in particolare, alcune righe, quelle in cui descrivi lo stato d'animo di Giorgio. Strano come certe sensazioni, stati d'animo, siano 'comuni' al resto dell'umanità. Essere 'solo un ricordo' non è mai abbastanza 'gratificante', per nessuno. Tanto quanto il non essere riusciti a suscitare nell'altro, lo stesso sentimento che proviamo noi. Ma, si sa, è la vita! :) Un saluto, Orso! ... A presto.. Spero.. *_* Rosa
 
amistad.siempre
amistad.siempre il 26/05/18 alle 11:22 via WEB
... Dimenticavo: belli anche gli altri post, precedenti a questo.. ^_*** Besitos!
 
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