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Mauro è tante cose

Post n°492 pubblicato il 06 Febbraio 2017 da Web_London
 

 

 

Oggi pomeriggio Per caso ho sentito un pezzo che mi ha immmediatamente scaraventato ad un mio passato lontano e mi ha riportato alla mente un nome, "Mauro Scardovelli"
Da quanto tempo non mi tornava in mente Mauro?
Da una vita, non ci pensavo da almeno 15 o giù di lì, da quando tanti anni fa ne parlai ad un amico e gli raccontai di quell'esperienza ad Assisi con Mauro e sua moglie Carolina fatta quache anno addietro
Ho cercato su Internet se c'era qualche notizia su di lui e ho trovato un sacco di cose. Sono davvero contento che sia lui che sua moglie siano ancora pimpanti e sempre sul pezzo
Hanno un sito, un'associazione, organizzano seminari, sono su youtube, su Facebook, insomma, sono in perfetta forma in tutti i sensi e questo mi rende contento
Lui non sa che in questo momento sto scrivendo di lui, ho solo messo un "mi piace" sul suo profilo facebook.
Di sicuro non si ricorderà di me, quasi vent'anni fa, un ragazzo di 32 anni, una fra le migliaia di persone che ha conosciuto. Sarebbe impossibile.
Ma non è importante, io lo ricordo e oggi mi è tornata alla mente quell'esperienza
Mi sono tornate in mente le mattine che prima di colazione lo vedevo fare esercizi strani nel giardino dalla Cittadella e sono riaffiorate dai ricordi le sue lezioni, gli esercizi, aiutato da Carolina.

Mauro Scardovelli è difficile da descrivere, diciamo che è un formatore anche se mi accorgo che è molto riduttivo definirlo come un semplice "Formatore"
Diciamo così, Mauro è tante cose.
Lo conobbi ad un corso di una settimana ad Assisi nel 1997
Fu la mia primissima esperienza con la neurolinguistica, il momento in cui la conobbi e ne compresi i confini
Eravamo un gruppo di uomini e donne e loro due, Mauro e Carolina a tenere il corso e a farci da guida

Fu un'esperienza in cui conobbi un sacco di persone da tutte le parti d'Italia
Ricordo uno degli assistenti, un ragazzo romagnolo, che quando c'era da mettere un pezzo per un'esercizio faceva partire sempre la chitarra di Beppe Maniglia, un tipo bolognese che chi è dalle parti di Bologna non può non conoscere e se non lo conosce allora vuol dire che non è da Bologna.
Beppe Maniglia negli anni successivi l'ho incontrato anch'io in piazza Maggiore dove una volta lo potevi trovare tutti i giorni, sempre insieme all'inseparabile moto e alla sua chitarra

In quella settimana, legai un po' di più con un ragazzo da Matera e con una ragazza piemontese da Canelli con cui alla sera facevo delle lunghe chiacchierate, seduti sui gradini della Cittadella in cui eravamo ospitati
Dopo cena e dopo il caffè ci sedevamo lì e ci raccontavamo fino a quando, immancabilmente, arrivava la sua amica che non sorrideva mai, quasi un cane da guardia, a darle il coprifuoco

Ho anche un ricordo particolare legato a una di quelle sere
Durante quel giorno avevamo lavorato parecchio su di noi ma stranamente arrivai a sera sentendomi pieno di energia
Mi sentivo così bene che dopo cena decisi di fare una telefonata che da mesi non riuscivo a fare
Qualche tempo prima, in modo un cincinin rocamblesco, ero riuscito ad avere il numero di telefono di "The King", Valerio Negrini, ma più passavano le settimane e più non mi decidevo a chiamarlo
Che cosa gli avrei detto?
Non ne avevo la minima idea ma solo il pensiero di sentirlo mi elettrizzava e nello stesso tempo mi spaventava

Come avrebbe reagito?
Può darsi bene ma chi lo sapeva?
Si sarebbe seccato?
Forse si oppure glia vrebbe fatto piacere
Insomma non riuscivo a decidermi fino a quella sera in cui  decisi di chiamarlo.
Ero emozionatissimo, da anni leggevo le sue parole, ero cresciuto con loro ma dopo aver sentito il suo "pronto" mi bloccai
In qualche modo riuscii a presentarmi e scambiammo qualche parola
Non molte ma bastarono, misi giù ed fui contento.

Ed oggi pomeriggio, riascoltando per caso quel pezzo di Beppe Maniglia un sacco di cose sono riaffiorate
Che settimana fu quella!

 

...



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