PENSIERI E PAROLE

LA FABBRICA DELLA POLITICA


Il clamore che sta suscitando il presentatore di ANNO ZERO, la cui presa di posizione ha monopolizzato il dibattito dei giornali intorno allo scontro sulle televisioni, sono, insieme, "la cifra", di quanto il potere dei media stia condizionando ed occupando "il pensiero" dei singoli, che, poi, amplificato, diventa "pensiero collettivo", ed il Il dato piu' allarmante non è tanto su chi sia dalla parte della ragione nella disputa, quanto lo spazio che la disputa stessa occupa.In questo scontro tra "titani inesistenti" che occupano "luoghi inesistenti", si concentra e si coalizza il pensiero dei piu' e si catalizza l'attenzione di milioni di spettatori: di persone cioè, che, in quanto tali, e cioè spettatori,  stanno solo a vedere, ma non prendono parte, non agiscono, non "operano" con chicchessia.Vista da questa angolatura la questione non è impressionante tanto per la posta in gioco dal punto di vista politico/televisivo, quanto per la enorme sproporzione di forza tra il potere di pochi e l'assenza di potere dei più.Un paese, una società civile, che rimangono "bloccati" nel ruolo di inermi  spettatori di una sorte inesistente che finisce per assumere il ruolo di tragica maschera della propria sorte messa in scena in un teatro inesistente da personaggi a cui si ritiene di poter demandare il potere di essere, appunto, paladini del proprio sentimento di giustizia e verità che, in caso di vittoria, ci sarà "raccontato" da un altro teatro inesistente così mettendo in pace la nostra anima irritata dalle ingistizie, o presunte tali, propagate da un'altro teatro inesistente.Fuor di metafora.Se l'agire politico ha preso, o aveva preso, nelle società civili, lo spazio dell'agire individuale per rappresentare istanze collettive e si era fatto carico del compito di organizzare ed indirizzare la società stessa da cui aveva ricevuto mandato, esso si è reso, poi prigioniero di un mezzo inesistente che, non solo ha finito per "fabbricare" la politica per esercitare il proprio dominio, ma è riuscito anche a trasformare cittadini votanti e partecipi in inermi spettatori.Verrebbe da dire, allora, non tanto "Liberate la Rai", ma: "liberate la politica ed il suo significato!!".