Glom!!

SULL'APERTURA DEI NAPOLETANI


Nonostante io non viva più a Napoli da quasi un anno, dovunque io sia andato in giro sia per lavoro (ahimè quando l’avevo) sia per diletto, e veniva fuori in qualche modo la mia origine, ecco che puntuali giungevano i commenti: “eh già certamente Napoli è una città aperta, solare, non come qui dove noi ci si fa i cavoli nostri”. E là mi bloccai.   Sì perché se probabilmente l’apertura dei napoletani verso il turista in difficoltà o l’ospitalità nei riguardi dell’avventore è magari indubbia, ben diversa è la situazione per quanto concerne la vita sociale, ossia l’inserimento in uno dei famigerati gruppi giovanili di cui è pieno il mondo. 
Io ho abitato nel capoluogo campano per più di 20 anni e la mia esperienza sociale lì è stata un disastro; perciò ritengo che la mentalità sociale dei napoletani non sia meno chiusa dei nordici. Infatti Napoli è una città grande, ma in realtà essa è un insieme di quartieri-città che si odiano tra loro, i cui abitanti sono molto diversi per carattere e modi di fare
. Dal punto di vista giovanile, 18-30 anni, l’umanità napoletana si divide in 3 categorie a seconda della maniera di comportarsi. Abbiamo:  Chiattilli. Dicesi chiattillo un giovanotto di famiglia assai ricca, che spende e spande in lungo e largo (possiede vestiti firmati, motorino sempre fiammante, cellulare ultima generazione, se minorenne guida l’auto 50 cc, se maggiorenne lo vedi al volante della Mercedes CLK che il padre gli ha regalato per il 18esimo compleanno, ecc…). Un chiattillo è riconoscibile dal modo di vestire, di parlare (per il 90% dicono cazzate, il restante 10% frasi lette sui giornali o libri e imparate a memoria), e dalle frequentazioni dei locali e delle zone più in della città. Branchi di codesti individui talvolta razzisti, talvolta parameci, talvolta insopportabili sono assai frequenti nelle zone-bene della città. Si tratta di persone molto chiuse con cui è impossibile instaurare relazioni diplomatiche se non condividi il loro smargiasso stile di vita e non conosci a memoria l’ubicazione delle discoteche e dei locali alla moda nel raggio di 50 km. ·        Alternativi. Dicesi alternativo un giovane dai vestiti smessi, dalle idee antagoniste e dalla cultura pseudo-anarchico-comunista. In genere sono individui colti, a differenza dei chiattilli sono studenti universitari con ottimi voti, e impegnati nel sociale; alcuni di loro però esagerano nel manifestare il dissenso contro non si sa bene cosa e picchiano a destra e manca. Notoriamente rifiutano la ricchezza e quindi vestono in modo assai lontano dalla moda, perciò detestano i chiattilli ai quali rimproverano la vacuità ideologica e l’eccessivo dispendio di denaro. Individui che variano dai tranquilli agli esaltati con cui è impossibile condurre un dialogo normale poiché alla prima contraddizione ti bollano come “fascista”, “borghese”, “servo del potere”, spesso sotto l’effetto di allucinogeni o simili. ·        Tarzani. Vocabolo che deriva dal celebre Tarzan, sono gli esaltati pazzi per antonomasia. Figli spesso di pregiudicati, arrivano dalle periferie con lo scopo di danneggiare, vandalizzare, rapinare, e seminare il panico negli altri quartieri. Storici medievalisti, cultori delle orde barbariche, hanno in Alarico, Attila e Gianserico i loro idoli. Usando i motorini (rubati) come i cavalli dei loro predecessori antichi sfasciano e distruggono auto in sosta, terrorizzano coppiette, forti della loro impunità. Maneggiano coltelli, pistole, e saranno presto in forza a qualche clan locale.  Questa è la realtà di Napoli spaccata in mano a queste tre categorie di persone. Chi, come me, non ha condiviso nessun ideale con costoro è rimasto inesorabilmente fuori dai giochi. Alla faccia dell’apertura mentale. A Milano invece dove ho tanti amici è stato facilissimo socializzare e conoscere gente intelligente simpatica (e ragazze carine)
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