RivoluzioneInteriore

LASTAMPA 29/10/2010 (14:45) - DOPO LE POLEMICHE SULLE PAROLE DELL'AD DI FIAT


Berlusconi: "Marchionne ha ragioneIn Italia i costi sono altissimi"Il premier con il manager di Fiat:«Per le aziende regole limitative»BRUXELLES Sergio Marchionne mette il dito nella piaga. Il costo del lavoro e la forza dei sindacati in Italia fanno pendere la bilancia delle preferenze degli imprenditori verso la Cina, ma questo non significa un addio della Fiat all’Italia. Silvio Berlusconi mette in risalto i punti di crisi sottolineati dall’ad del Lingotto nell’ormai famosa intervista a Fazio, e non critica Marchionne. Anzi.«La questione è molto semplice. Marchionne - spiega Berlusconi rispondendo ai giornalisti al termine del Consiglio europeo a Bruxelles - ha detto una verità, una verità dell’oggi e del domani. Non ha detto che la Fiat non ha avuto aiuti dall’Italia. Tutti sappiamo che la Fiat era ed è molto importante per la produzione e l’occupazione ed è stata molto aiutata dallo Stato italiano. Oggi, tuttavia, che si trova a dover gestire stabilimenti in Italia con un altissimo costo della manodopera ed in cui ci sono delle presenze sindacali che comportano un modus operandi tra l’azienda e le maestranze con delle regole molto limitative per l’azienda».«Se ci spostiamo, per esempio in Cina - prosegue Berlusconi - non soltanto la manodopera costa meno ma è meno soggetta a direttive sindacali, lavora anche 12 ore e quindi ha un lavoro che rende molto di più e tutto questo bisogna tenerlo presente». «Quando oggi un industriale afferma che resta in Italia per un alto sentimento patriottico e non vuole togliere lavoro agli italiani, questo fatto è da considerare positivamente e da apprezzare», dice ancora Berlusconi che aggiunge: «Se io come imprenditore andassi in Cina o in India avrei delle situazioni di lavoro molto più favorevoli».