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«Ho massacrato io quel ragazzo»L’aggressore col casco si arrende


 
http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2010/12/21/431966-massacrato_quel_ragazzo.shtmlROMA -«HO COLPITO IO Cristiano». L'aggressore delle riprese che hanno fatto il giro del web, quello con il casco in mano, è uscito allo scoperto. Si è autodenunciato, si mostra pentito - «non dorme da giorni» confida il suo legale - ed è pronto a risarcire la famiglia di Cristiano. In più, chiede un incontro ai genitori del quindicenne ora ricoverato per le conseguenze della violenta botta in faccia ricevuta con il casco.TUTTO BENE se non che un altro video, ora su Youtube ma a disposizione degli inquirenti, mostra un giovane tale e quale all'aggressore pentito che sferra un altro colpo di casco ad un altro giovanissimo. L'intera ripresa fa apparire la scena come l'attività, violentissima, di un presunto servizio d'ordine chiamato a suon di botte a «indirizzare» correttamente il corteo.Ora ci penserà il pm Pietro Saviotti a fare luce sui fatti, indagando per lesioni volontarie gravi. Manuel De Santis, 20 anni, precario e impiegato come pizzaiolo, si è messo a disposizione dell'autorità giudiziaria. Per lui parla l'avvocato Tommaso Mancini: «Voleva evitare scontri tra la Polizia e gli studenti». «Da allora - specifica il legale - Manuel non riesce a dormire». «Avevo iniziato con degli spintoni - ha raccontato il giovane al proprio legale - poi ho perso la testa, ho colpito rispondendo a un impulso». L'avvocato Mancini ha precisato anche che nessuno lo aveva ancora identificato e tantomeno cercato. «E' venuto da me con i suoi genitori. Il suo è stato un atto sconsiderato ma è un bravo ragazzo. In gergo, Manuel è quello che si definisce un cane sciolto».Per quanto non inquadrato, Manuel tuttavia farebbe riferimento ad un gruppo preciso: iscritto a Scienze politiche alla Sapienza, dovrebbe richiamarsi all'atelier autogestito Esc, nel quartiere San Lorenzo. Esc significa «eccedi, sottrai, crea, per una democrazia in tumulto». Fu proprio Esc a rivendicare, nel 2003, il lancio di letame dinanzi a palazzo Grazioli.A difesa di Manuel si è schierato Francesco Caruso. Per l'attempato disobbediente, De Santis ha agito «per un gesto dettato da un impulso d'ira». «C'erano quattro cinque ragazzi che si erano auto-investiti del compito di fare procedere il corteo - ha riferito Caruso - nel frattempo alcuni giovani si sono messi a lanciare frutta. Quello che è accaduto a quel punto è un paradosso della non violenza. Manuel, per fermare l'aggressione con la frutta, ha colpito Cristiano col casco». L'altro versante si gioca tutto attorno all'ospedale San Giovanni dove Cristiano è ricoverato e oggi sarà sottoposto ad intervento chirurgico al naso.IL PAPÀ Claudio, avvocato, del pentimento si fida poco, e di incontrare l'aggressore, al momento, non vuole sentir parlare. «Da legale posso dire che si tratta di un atteggiamento strategico che può premiare». Per il resto la famiglia del quindicenne è contenta che il ragazzo sia stato identificato. Dice il padre che ieri ha presentato denuncia contro ignoti: «Non mi interessa conoscere il nome ma sapere che una persona pericolosa e irresponsabile sia stata tolta dalla strada».Cristiano ha riportato, oltre alla frattura del setto nasale, una lieve frattura al lobo temporale e un ematoma di 8 millimetri. I familiari sperano che a Natale sia a casa.Silvia Mastrantonio