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Casta: più spese più inutili!!


Altro che tagli ai costi della politica: quest'anno sono aumentati di 13 milioni di euro. Nel calderone ci sono: agendine firmate, piante in affitto, collant, l'aiutino per il reinserimento nella vita sociale di Mastella. Già   Un'agenda tascabile firmata è senz'altro un bell'oggetto, ma diciamocelo: la griffe non è certo indispensabile. Se poi si tratta di agendine fashion pagate dai contribuenti, il fatto che siano "di marca" diventa proprio uno schiaffo morale. Succede al Senato italiano, come ci raccontano Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella nella nuova edizione aggiornata de "La Casta".Le agendine, disegnate appositamente da Nazareno Gabrieli (che l'anno scorso si è aggiudicato la gara d'appalto) costano 260mila euro. Alla faccia dei tagli ai costi della politica. Già, i costi della politica: nel 2008 sono aumentati di 13 milioni rispetto all'anno precedente, superando i 570 milioni di euro. Questa cifra include spese irragionevoli, come quelle sostenute per noleggiare piante ornamentali (19.080 euro in 6 mesi), calze e collant di sevizio (8.200 euro in tre mesi), camicie di servizio (56mila euro in sei mesi), fornitura di vestiario di servizio per motociclisti (16.200). Senza contare i nuovi vitalizi ai 57 membri non rieletti (che per l'appunto non sono stati rieletti… la cosa si commenta da sola) e i 7.251.000 euro per assegni di solidarietà ai senatori rimasti senza seggio, come Mastella. Già, perché i senatori senza seggio devono reinserirsi nella vita sociale, poverini! Per aiutarli gli diamo una mano. Un esempio? Clemente ne ha intascati 307.328: è un suo diritto, lo prevede la legge. Quindi non cominciamo con le solite proteste.Per fare un raffronto con un altro Paese, Rizzo e Stella vanno oltreoceano. Dove il presidente degli Stati Uniti prende 36mila euro in meno rispetto a quanto porta a casa in un anno il presidente della Provincia autonoma di Bolzano. Dove il governatore della California Arnold Schwarznegger prende 162.598 euro lordi che restituisce, perché spiega: «Sono già ricco». E non è un film di fantascienza. Anche se a vederlo da qui, in Italia, sembra che lo sia.