x diventare GRANDI

C'ERA UNA VOLTA IL BEL PAESE ITALIA


Una grave crisi morale sta travolgendo l'Italia. La prospettiva di cambiamenti in cui tutti avevamo riposto speranze appare oggi più lontana, la fiducia nella politica è in caduta verticale e la distanza fra il paese reale e la classe politica si fa sempre più distante.Frequentemente ci poniamo una domanda dal carattere estremamente sociologico: cosa pensiamo della società di oggi e quale futuro attende essa?Le risposte sono tante, ma in tutte si riscontra una percezione di instabilità, di degrado morale e di perdita di valori.Sul fatto che la politica italiana stia attraversando una fase di decadimento non sembrano esserci dubbi. Anzi, forse questa è l'unica affermazione realmente bipartisan che oggi potrebbe essere pronunciata. Sulle ragioni di tale decadenza, invece, ci si distingue: ciascuna parte potrebbe presentare la lista delle colpe dell'altra.La nostra nazione sembra voler, a tutti i costi, dissociarsi dai doveri sociali, culturali, istituzionali e politici. E' evidente il declino morale. Seriamente compromessa la legalità.Senza la legalità, la nostra nazione si allontana dall'Europa. Questo è il terreno sul quale la politica italiana avrebbe dovuto trovare un punto di incontro, una sintesi delle idee, uno sforzo comune per combattere il malaffare, la corruzione, il clientelismo.Nel declino morale e sociale che imperversa la prima vittima è la verità e, in questa preoccupante situazione, la classe politica ed i partiti non sono il medico, ma la malattia. La malattia, purtroppo, non solo non si cura da sola, ma si diffonde a tutto il corpo del Paese, ingoiando ricchezza, istituzioni, democrazia.Un problema imbarazzante, dal punto di vista morale e politico. Un imbarazzo che non deve ingannare: tali vicende sono la crosta di una ferita ben più profonda che attraversa il Paese da anni, e che si evidenzia nella lacerazione creatasi fra potere e moralità.Valori di civismo molto diffusi in democrazie molto più mature della nostra, trovano da noi un'adesione soltanto formale, di facciata. La vita pubblica italiana scorre da sempre sul doppio binario morale dei vizi privati e delle pubbliche virtù, del predicare bene e razzolare male.La corruzione, intanto, non soltanto crea ingiustizia, ma danneggia pesantemente anche la vita economica del paese. Quando i giochi sono truccati, a vincere sono i più furbi, non i più bravi e i meritevoli.In testa alla classifica ci sono i partiti politici. E la cosa non suona come una novità. Stando ai dati del "Barometro della corruzione globale", nel mondo e in particolare nel nostro Paese, il binomio politica‑mazzette appare sempre molto solido. Le cifre parlano chiaro: alla domanda su quale organizzazione sia in assoluto la più corrotta in Italia, il 44% ha risposto i partiti politici.La questione morale dovrà essere il tema di fondo per le nuove generazioni. E con essa il ritorno dei politici all'impegno per la difesa dei valori fondamentali.Se questa evoluzione non si verificherà, il tasso di sfiducia verso la politica da parte dell'opinione pubblica, potrebbe raggiungere livelli di non ritorno. Il rapporto tra politica e morale è un tema di estrema vastità e di una complessità tale da richiedere la convergenza di molteplici competenze. E tuttavia nessun uomo libero o libero cittadino può esimersi dall'affrontarlo.Affermare che la politica è un territorio autonomo rispetto alla morale, vuol dire che a decidere ciò che e bene e ciò che non lo è sono di volta in volta i Parlamenti, in base alla legge della maggioranza.Del resto, Tommaso Moro affermava, "che in una società ideale, la politica non può essere separata dalla morale e, pertanto chi esercita l'ufficio politico, deve rispettare, come tutti gli uomini, i suoi principi. Il politico che non è affidabile nella vita privata non lo sarà neanche in quella pubblica ed ogni attività è regolata da criteri morali".Oggi la politica sta vivendo una profonda crisi morale, uomini politici insospettabili si rendono protagonisti di vicende che definire spiacevole è quantomeno eufemistico.L'assuefazione, ad episodi di dubbia moralità commessi da uomini pubblici che hanno responsabilità istituzionali, serpeggia fra i cittadini. E questo è molto preoccupante.C'e un monito per tutti: individui e partiti, eletti ed elettori. Le colpe soggettive diventano collettive se gli anticorpi dell'onestà individuale non hanno il coraggio di aggredire il virus dell'illegalità fatta sistema, partendo dalla radice, dai portatori consapevoli, dal loro modo di operare insieme e di mal‑gestire la cosa pubblica.Senza una vera e propria rivoluzione culturale che sia anche rinnovamento morale la classe politica italiana apparirà sempre invischiata in una torbida vicenda di ambiguità e commistioni fra poteri ed interessi che creano la totale subalternità nei progetti per il Paese ad interessi singoli o di lobbies.E' urgente che i cittadini si riapproprino della politica, è necessario reagire alla sfiducia moltiplicando le opportunità di partecipazione e di iniziativa diffusa sul terreno dell'equità sociale, dell'ambiente, dei diritti civili, della pace.Oltremodo essenziale è realizzare una palese rottura con quanto avvenuto fino a ieri, è indispensabile pervenire alla elaborazione di nuove ed efficaci proposte utili ad avviare il cambiamento.E' fondamentale, però, non perdere tempo!(Nazaro Pagano)