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L'america latina, in fondo a Sinistra.


Il sindaco di citt' del Messico, Lopez Obrador, ha ufficialmente dichiarato la sua candidatura alle elezioni presidenziali messicane del 2006. La sua forte popolarita' lo rende il candidato favorito da tutti i sondaggi. Su questo link della BBC ci sono alcune notizie al riguardo  http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/4721381.stmLobrador sara' il candidato del PRD, un partito di centrosinistra. Se vincesse sarebbe il primo presidente di "sinistra" del messico, dopo 70 anni di dominio del PRI, partito "mangiatutto" e la vittoria di Vincent  Fox, del candidato del PAN (di centro-destra) nel 2000.Negli ultimi anni non solo in Messico, ma in buona parte dei paesi del sudamerica i partiti di sinistra hano fatto grossi progressi e sono andati spesso al governo. Vediamo:Brasile: e' l'esempio piu' eclatante. La vittoria del Presidente-operaio Lula porto' nel 2002 la sinistra per la prima volta al potere in Brasile.Uruguay: per la prima volta nel 2004 e' stato eletto alla presidenza Tabare Vasquez, il leader della coalizione di sinistra,  interrompendo l'alternanaza di liberali e conservatori dei partiti "blanco" e "colorado".Argentina: nonostante che al potere ci sia sempre il vecchio partito giustizialista (peronista), per la prima volta nel 2003  e' stato eletto un esponente della sinistra del partito, Nestor Kirchner, contro l'ex presidente Carlo Menen, molto piu' liberista e filo USA.Cile: dalla fine del regime di Pinochet al governo ci sono sempre state coalizioni di centro-sinistra. L'attuale presidente e' il socialista Ricardo Lagos. E' molto probabile che anche le prossime elezioni vedranno la vittoria di un candidato socialista.Venezuela: Dal 1998 e' al potere il filocastrista Hugo Chavez. Nonostante i suoi metodi autoritari gode di un ampio seguito specialmente nella popolazione piu' povera del Venezuela, il che gli ha permesso anche di vincere agevolmente il referendum del 2004 organizzato dall'opposizione per rovesciarlo.Bolivia: i movimenti indigeni del coltivatori di coca e il MAS (movimento al Socialismo) di Evo Morales hanno acquistato potenza e hanno contribuito far dimettere due presidenti nell'arco di due anni. Morales e' candidato alle prossime elezioni presidenziali (anche se difficilmente potra' vincerle), ma per la prima volta gli indigeni hanno la possibilita' di far sentire la loro voce nella vita politica del paese.Equador: nel 2002 Lucio Gutierrez, ex golpista, vinse le le elezioni presidenziali grazie all'appoggio dei partiti indigeni e di sinistra. Una volta eletto si alleo' con il centro-destra ed intraprese politiche liberiste. Di recente e' stato costretto a dimettersi da delle rivolte popolari organizzate proprio dai movimenti indigeni che lo avevano eletto e che si sono sentiti traditi. Essi torneranno con piu' forza a farsi sentire nelle prossime elezioni presidenziali.Colombia: nonostante il presidente Uribe cerchi di farsi rieleggere (cambiando la costituzione) sfruttando la sua popolarita' di uomo duro, per la prima volta sar' fronteggiato da un forte candidato della sinistra, dopo 50 anni di dominio incontrastrato dei partiti liberale e conservatore.Peru': il presidente Toledo (centrista) e' fortemente impopolare, nonostante sia di etnia indigena e sia stato a suo tempo un forte oppositore della dittatura di Fujimori. Se si votasse adesso molti elettori voterebbero il vecchio partito socialista dell'APRA e l'ex presidente Alan Garcia che era al potere negli anni ottanta, prima del "golpe bianco" di Fujimori.Certo ci sono anche le eccezioni: il Paraguay e' rimasto a destra, laddove e' praticamente sempre stato, nei paesi del centro america (Guatemala, Nicaragua, El Salvador, Honduras) il potere e' sempre saldo nelle mani delle destre), tuttavia cio' non toglie che il panorama politico negli ultimi 3 anni sia profondamente cambiato in sudamerica, influendo sensibilmente anche con le relazione che questa parte del mondo ha con gli USA, l'Europa e soprattutto con un nuovo interlocutore: la Cina.