Carlo Felice e i tiranni sabaudi di Francesco Casula

NEOBORBONICO!


NEOBORBONICO! di Francesco Casula Un’accademica cagliaritana mi ha voluto deliziare con un grazioso epiteto: Neoborbonico! E mi pare giusto e opportuno, da parte sua. Anche in virtù del ruolo che ricopre. Presiede infatti un Ente, di derivazione monarco-fascista, che puntualmente si oppone a qualunque richiesta di cambio delle Vie, decisa dalle Amministrazioni comunali. Richiesto infatti il parere in merito, dalle Prefetture che devono “autorizzare” per legge “ la denominazione di nuove strade e piazze pubbliche o il cambiamento di denominazione di strade o piazze pubbliche” l’Istituto della esimia accademica, regolarmente e puntualmente, oppone il suo diniego, il suo NON LICET, perentorio: sempre e comunque. E i Prefetti si adeguano! Le mie critiche, rigorose e puntuali a tale Ente, dannoso funesto e liberticida: che viola violenta e comprime regolarmente la sovranità popolare espressa democraticamente dai Comuni; e insieme le posizioni che esprimo nel mio libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”, devono aver spinto l’accademica a affibbiarmi quell’epiteto. Non nuovo per la verità. Tale epiteto fu rivolto infatti anche a una serie di intellettuali e storici che agli inizi degli anni ’70 avevano osato mettere in dubbio le magnifiche sorti e progressive del Risorgimento, compresa la “liberazione” del Sud dai Borboni. Mi riferisco in modo particolare a Nicola Zitara1, che con alcuni intellettuali fra cui, Anton Carlo e Carlo Capecelatro2 – chiamati “nuovi meridionalisti”, – iniziò una revisione del “vecchio meridionalismo” e dell’intera “Questione meridionale” dissacrando quanto tutti avevano divinizzato: il movimento e il processo, considerato progressivo e progressista del Risorgimento; mettendo in dubbio e contestando la bontà dello Stato unitario, sempre celebrato da chi a destra, a sinistra e al centro aveva sempre ritenuto, che tutto si poteva criticare in Italia ma non l’Italia Unita e i “Savoia Boia”4. Nel mio saggio sui tiranni sabaudi, anche sulle orme dei “Nuovi meridionalisti”, denuncio e documento “di che lacrime grondi e di che sangue” quell’Unità: con la Sardegna viepiù ridotta a colonia, scuoiata e massacrata dalle tasse, spogliata delle sue risorse minerarie, rasa al suolo nei suoi boschi, deprivata della sua lingua e della sua storia. Con i Meridionali, derubati delle loro risorse, internati nei campi di concentramento e sterminati: moriranno più persone nel Sud, con la brutale guerra di conquista del Piemonte, che durante tutte le “Guerre di Indipendenza”, scriverà Joyce Lussu, la colta e battagliera moglie di Emilio Lussu. Da queste mie posizioni l’illustre accademica dedurrà che sono Neoborbonico. Voglio avvertire Erri De Luca, valente giornalista, scrittore e poeta italiano, che recentemente ha scritto: Garibaldi ha invaso Napoli, non l’ha liberata4. Se lo viene a sapere la Nostra, bollerà anche lui di neoborbonismo.

Note Bibliografiche 1.. Nicola Zitara, L'Unità d'Italia. nascita di una colonia, Jaca Book, Milano, 1971; Il proletariato esterno, Jaca Book , Milano, 1972; Memorie di quand'ero italiano, Ed. Città del Sole, Reggio Calabria, 2013. 2.Anton Carlo/Carlo Capecelatro, Contro la Questione Meridionale, Ed. Savelli, Roma 1972. 3. Savoia Boia - l’Italia unita come non ce l’hanno raccontata, è il titolo di un libro di Lorenzo Del Monaco, scrittore e giornalista di valore (per 11 anni è stato presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti). Il libro è edito da PIEMME, Milano, 2018). 4.In Napòlide e riportato da Unione Mediterranea sulla propria pagina Facebook.

NEOBORBONICO! di Francesco Casula Un’accademica cagliaritana mi ha voluto deliziare con un grazioso epiteto: Neoborbonico! E mi pare giusto e opportuno, da parte sua. Anche in virtù del ruolo che ricopre. Presiede infatti un Ente, di derivazione monarco-fascista, che puntualmente si oppone a qualunque richiesta di cambio delle Vie, decisa dalle Amministrazioni comunali. Richiesto infatti il parere in merito, dalle Prefetture che devono “autorizzare” per legge “ la denominazione di nuove strade e piazze pubbliche o il cambiamento di denominazione di strade o piazze pubbliche” l’Istituto della esimia accademica, regolarmente e puntualmente, oppone il suo diniego, il suo NON LICET, perentorio: sempre e comunque. E i Prefetti si adeguano! Le mie critiche, rigorose e puntuali a tale Ente, dannoso funesto e liberticida: che viola violenta e comprime regolarmente la sovranità popolare espressa democraticamente dai Comuni; e insieme le posizioni che esprimo nel mio libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”, devono aver spinto l’accademica a affibbiarmi quell’epiteto. Non nuovo per la verità. Tale epiteto fu rivolto infatti anche a una serie di intellettuali e storici che agli inizi degli anni ’70 avevano osato mettere in dubbio le magnifiche sorti e progressive del Risorgimento, compresa la “liberazione” del Sud dai Borboni. Mi riferisco in modo particolare a Nicola Zitara1, che con alcuni intellettuali fra cui, Anton Carlo e Carlo Capecelatro2 – chiamati “nuovi meridionalisti”, – iniziò una revisione del “vecchio meridionalismo” e dell’intera “Questione meridionale” dissacrando quanto tutti avevano divinizzato: il movimento e il processo, considerato progressivo e progressista del Risorgimento; mettendo in dubbio e contestando la bontà dello Stato unitario, sempre celebrato da chi a destra, a sinistra e al centro aveva sempre ritenuto, che tutto si poteva criticare in Italia ma non l’Italia Unita e i “Savoia Boia”4. Nel mio saggio sui tiranni sabaudi, anche sulle orme dei “Nuovi meridionalisti”, denuncio e documento “di che lacrime grondi e di che sangue” quell’Unità: con la Sardegna viepiù ridotta a colonia, scuoiata e massacrata dalle tasse, spogliata delle sue risorse minerarie, rasa al suolo nei suoi boschi, deprivata della sua lingua e della sua storia. Con i Meridionali, derubati delle loro risorse, internati nei campi di concentramento e sterminati: moriranno più persone nel Sud, con la brutale guerra di conquista del Piemonte, che durante tutte le “Guerre di Indipendenza”, scriverà Joyce Lussu, la colta e battagliera moglie di Emilio Lussu. Da queste mie posizioni l’illustre accademica dedurrà che sono Neoborbonico. Voglio avvertire Erri De Luca, valente giornalista, scrittore e poeta italiano, che recentemente ha scritto: Garibaldi ha invaso Napoli, non l’ha liberata4. Se lo viene a sapere la Nostra, bollerà anche lui di neoborbonismo.

Note Bibliografiche 1.. Nicola Zitara, L'Unità d'Italia. nascita di una colonia, Jaca Book, Milano, 1971; Il proletariato esterno, Jaca Book , Milano, 1972; Memorie di quand'ero italiano, Ed. Città del Sole, Reggio Calabria, 2013. 2.Anton Carlo/Carlo Capecelatro, Contro la Questione Meridionale, Ed. Savelli, Roma 1972. 3. Savoia Boia - l’Italia unita come non ce l’hanno raccontata, è il titolo di un libro di Lorenzo Del Monaco, scrittore e giornalista di valore (per 11 anni è stato presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti). Il libro è edito da PIEMME, Milano, 2018). 4.In Napòlide e riportato da Unione Mediterranea sulla propria pagina Facebook.