INSULTI RAZZISTI

INSULTI RAZZISTI
CONTIUMELIE IMPROPERI E MALDICENZE
CONTRO I SARDI:
da Cicerone a Librandi di “Italia viva”

Il grande oratore latino, nell’orazione Pro Scauro, aveva bollato i Sardi come naturalmente mastrucati latrunculi: proprio lui difensore di Scauro, lui sì un “ladrone”, a parere dello stesso senato romano: aveva imposto ai Sardi una decima che si intascava personalmente!
Sardi a suo parere inaffidabili e disonesti, in quanto africani (oggi diremmo negri), anzi formati da elementi africani misti, razza che non aveva niente di puro e dopo tante ibridazioni si era ulteriormente guastata, rendendo i sardi ancor più selvaggi: “Qua re cum integri nihil fuerit in hac gente piena, quam ualde eam putamus tot transfusionibus coacuisse?”(E allora, dal momento che nulla di puro c’è stato in questa gente nemmeno all’origine, quanto dobbiamo pensare che si sia inacetita per tanti travasi?).
E a proposito del musico e cantante Tigellio l’oratore latino scrive “E’ un vantaggio non avere alcun rapporto con questo sardo, più pestilenziale della sua stessa patria”.
Mentre Licinio Calvo considerava lo stesso Tigellio da “mettere in vendita”, come tutti i Sardi venales.

Facciamo un bel salto nella storia e troviamo un viceré di Vittorio Amedeo II, l’abate Alessandro Doria del Maro (1724-26) che dopo Cicerone, pone per così dire, le premesse ideologiche del razzismo contro i Sardi. Per giustificare la repressione violenta e militare contro il banditismo scrive che “la causa del male è da ricercarsi nella natura stessa dei popoli sardi poveri, nemici della fatica, feroci e dediti al vizio” .
Anticipando così e preparando brillantemente Lombroso e tutto il ciarpame e la paccottiglia sui Sardi con il dna delinquenziale con i vari Orano (i Nuoresi sono delinquenti nati) e Niceforo, secondo cui tutti i Sardi non solo i Nuoresi appartengono a una razza inferiore. Per proseguire negli anni 1960/70 quando su una rivista patinata e popolare, certo Augusto Guerriero, più noto come Ricciardetto scriverà che i Barbaricini occorreva “trattarli” con gas asfissianti o per lo meno paralizzanti.

Per arrivare ai nostri giorni con il Procuratore di Cagliari, Roberto Saieva, che all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 ha sostenuto: “Altro fenomeno criminale che nel territorio del Distretto appare di rilevanti proporzioni è quello delle rapine ai danni di portavalori, organizzate normalmente con grande dispiegamento di uomini e mezzi. Diffusi sono comunque analoghi delitti ai danni di sportelli postali e di istituti bancari. E’ agevole la considerazione che nella esecuzione di questi delitti si sia principalmente “trasfuso l’istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione, crimine che sembrerebbe ormai scomparso”.
Forse il Procuratore pensava di essere un nuovo viceré alla Doria del Maro, cui sostanzialmente si ispira.

E’ infine di questi giorni. l’uscita di certo Librandi, un plurivoltagabbana: dopo aver girovagato nella destra ( Forza Italia, PdL,,Unione Italiana, Scelta Civica per l’Italia, ecc.) è approdato nel PD per poi aderire a Italia Viva, il nuovo partito di Matteo Renzi.
Plurivoltagabbana, ultra inquisito e arrogante e razzista: il 27 ottobre 2019 viene reso noto il suo coinvolgimento nell’inchiesta sui finanziamenti alla fondazione Open, legata all’ex premier Renzi, insieme ad altre persone.
Nel gennaio 2020 il settimanale L’Espresso rileva come, in occasione di una verifica fiscale effettuata nel luglio 2019 dalla Guardia di Finanza nella sua azienda a Saronno, Librandi abbia usato parole forti nei confronti dei finanzieri sostenendo di essere “un intoccabile”.
Il mese precedente aveva scatenato polemiche per la frase “I meridionali resistono di più al Coronavirus perché sono africani bianchi. E’ una questione genetica”.
E oggi attacca i sardi perché androne, perché il PIL della Sardegna lo pagherebbe il Nord.

INSULTI RAZZISTI
CONTIUMELIE IMPROPERI E MALDICENZE
CONTRO I SARDI:
da Cicerone a Librandi di “Italia viva”

Il grande oratore latino, nell’orazione Pro Scauro, aveva bollato i Sardi come naturalmente mastrucati latrunculi: proprio lui difensore di Scauro, lui sì un “ladrone”, a parere dello stesso senato romano: aveva imposto ai Sardi una decima che si intascava personalmente!
Sardi a suo parere inaffidabili e disonesti, in quanto africani (oggi diremmo negri), anzi formati da elementi africani misti, razza che non aveva niente di puro e dopo tante ibridazioni si era ulteriormente guastata, rendendo i sardi ancor più selvaggi: “Qua re cum integri nihil fuerit in hac gente piena, quam ualde eam putamus tot transfusionibus coacuisse?”(E allora, dal momento che nulla di puro c’è stato in questa gente nemmeno all’origine, quanto dobbiamo pensare che si sia inacetita per tanti travasi?).
E a proposito del musico e cantante Tigellio l’oratore latino scrive “E’ un vantaggio non avere alcun rapporto con questo sardo, più pestilenziale della sua stessa patria”.
Mentre Licinio Calvo considerava lo stesso Tigellio da “mettere in vendita”, come tutti i Sardi venales.

Facciamo un bel salto nella storia e troviamo un viceré di Vittorio Amedeo II, l’abate Alessandro Doria del Maro (1724-26) che dopo Cicerone, pone per così dire, le premesse ideologiche del razzismo contro i Sardi. Per giustificare la repressione violenta e militare contro il banditismo scrive che “la causa del male è da ricercarsi nella natura stessa dei popoli sardi poveri, nemici della fatica, feroci e dediti al vizio” .
Anticipando così e preparando brillantemente Lombroso e tutto il ciarpame e la paccottiglia sui Sardi con il dna delinquenziale con i vari Orano (i Nuoresi sono delinquenti nati) e Niceforo, secondo cui tutti i Sardi non solo i Nuoresi appartengono a una razza inferiore. Per proseguire negli anni 1960/70 quando su una rivista patinata e popolare, certo Augusto Guerriero, più noto come Ricciardetto scriverà che i Barbaricini occorreva “trattarli” con gas asfissianti o per lo meno paralizzanti.

Per arrivare ai nostri giorni con il Procuratore di Cagliari, Roberto Saieva, che all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 ha sostenuto: “Altro fenomeno criminale che nel territorio del Distretto appare di rilevanti proporzioni è quello delle rapine ai danni di portavalori, organizzate normalmente con grande dispiegamento di uomini e mezzi. Diffusi sono comunque analoghi delitti ai danni di sportelli postali e di istituti bancari. E’ agevole la considerazione che nella esecuzione di questi delitti si sia principalmente “trasfuso l’istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione, crimine che sembrerebbe ormai scomparso”.
Forse il Procuratore pensava di essere un nuovo viceré alla Doria del Maro, cui sostanzialmente si ispira.

E’ infine di questi giorni. l’uscita di certo Librandi, un plurivoltagabbana: dopo aver girovagato nella destra ( Forza Italia, PdL,,Unione Italiana, Scelta Civica per l’Italia, ecc.) è approdato nel PD per poi aderire a Italia Viva, il nuovo partito di Matteo Renzi.
Plurivoltagabbana, ultra inquisito e arrogante e razzista: il 27 ottobre 2019 viene reso noto il suo coinvolgimento nell’inchiesta sui finanziamenti alla fondazione Open, legata all’ex premier Renzi, insieme ad altre persone.
Nel gennaio 2020 il settimanale L’Espresso rileva come, in occasione di una verifica fiscale effettuata nel luglio 2019 dalla Guardia di Finanza nella sua azienda a Saronno, Librandi abbia usato parole forti nei confronti dei finanzieri sostenendo di essere “un intoccabile”.
Il mese precedente aveva scatenato polemiche per la frase “I meridionali resistono di più al Coronavirus perché sono africani bianchi. E’ una questione genetica”.
E oggi attacca i sardi perché androne, perché il PIL della Sardegna lo pagherebbe il Nord.