Favola: il buon re (per ragazzi)

scrittore59   3 agosto 2020   Commenti disabilitati su Favola: il buon re (per ragazzi)

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(racconto di tipo verde e bianco)

tempo teorico dedicato per la lettura 20 minuti

FAVOLE DI EGIDIO..

IL BUON RE..

INTRODUZIONE: Concedere il perdono a qualcuno a volte é consigliato anche ad un re…

Favola: il buon re

Inizio

C’era una volta nel mondo delle favole, nel simil periodo del 1650 d.c., un regno dove governava un re, il suo nome era re Aurelio, era un re come tutti gli altri re, ed aveva anche dei figli, che un giorno avrebbero ereditato il suo regno..

Qualcuno dei suoi sudditi erano contenti del suo governare, ma qualcuno altro era invece contrario e diffondeva malumore tra il popolo…sopratutto quando c’era carestia nelle campagne e quindi in città si faceva la fame..

Poichè non si capiva il motivo come mai un essere umano anche se era diventato re, si sentisse superiore rispetto agli altri uomini..e si compiacesse di avere più privilegi..

Dovete sapere che nelle campagne del regno abitava una famiglia di contadini che aveva tre figli maschi.

il loro padre aveva deciso di educare la famiglia a idee di onestà e di uguaglianza sociale, ma la sua famiglia era povera, diventati più grandi i figli si accorsero che il loro padre non era spesso in grado di garantire loro cibo e buona economia, presero quindi in antipatia la gente ricca a causa di sentimenti di invidia, non riconoscevano più volentieri l’autorità del re, ed un giorno decisero di essere in disaccordo con il re, ed ebbero pensieri di rancore nei suoi riguardi..

Questi tre figli, stufi di quella organizzazione meritocratica ed ingiusta per loro, si abbandonarono a commettere furti e diventarono nella vita dei fuori-legge, si vollero negativi nei confronti delle autorità e decisero nella loro idea sociale che era permesso rubare ai ricchi per dare ai poveri….

Una sera mentre erano in una osteria frequentata da ladri, decisero tutti insieme di organizzare una rapina ai danni di una carrozza che passava sempre da quelle parti, ma i tre ladri non sapevano che quella carrozza oltre a trasportare cose preziose in un forziere avrebbe trasportato quel giorno anche il primo ministro, dovete sapere che il re era ben protetto dalle sue guardie, era difficile avvicinarlo impunemente, mentre i suoi ministri erano più facilmente raggiungibili ed a volte erano indifesi..

Fu cosi che una sera la carrozza che trasportava il primo ministro fu assalita dai banditi mentre attraversava la campagna, il primo ministro del re fu derubato del forziere e le sue guardie di scorta uccise, ma il ministro per sua fortuna, fu solo ferito e si salvò..

Fu così che il primo ministro sofferente chiese giustizia al suo re..

il re diede subito l’ordine e chiese a degli investigatori di scoprire i colpevoli dell’attentato per punirli..

Dopo qualche mese di investigazioni si scopri la verità..

Gli investigatori dimostrarono che erano stati tre banditi a eseguire la rapina, ed i tre giovani furono subito individuati ed arrestati dai soldati del re, per prima cosa furono strappati alla loro famiglia e poi trattati malamente e bastonati, in seguito furono poi condotti a palazzo per essere rinchiusi nelle carceri..

Il re aveva deciso per fare giustizia di condannarli a morte certa per fucilazione..in quanto colpevoli di furto e di omicidio..

Tutto il paese diventò quindi timoroso del re., e dei suoi poteri..

Fu cosi che un giorno, un uomo anziano chiese udienza al re, i domestici lo accompagnarono nella sala delle udienze, dove lo attendeva il re Aurelio, come di solito avveniva nel palazzo tutte le mattine..

Il re chiese:

“Chi è lei che vuole parlare con me? Che vuole lei da me… io non la conosco!”

L’uomo anziano rispose umilmente stando in ginocchio:

“Sono il padre dei tre giovani che sua Maestà ha fatto arrestare e che sua Maestà ha deciso di condannare a morte”

Si! quello sconosciuto era il padre dei tre giovani banditi, ed aveva intenzione di chiedere come favore al re, un trattamento indulgente per i suoi figli..

“Vostra maestà tiene rinchiusi nelle carceri del palazzo i miei tre figli e vuole condannarli a morte”..

“Maesta’ i miei tre figli si sono pentiti di aver rubato, vi prego Maesta’ voletevi Santo..giudicate i miei figli in modo Santo e concedi loro la grazia..abbiate pieta’ di loro non condannateli a morte”..

Ma il re rispose:

“Non posso essere Santo con i tuoi figli, come vuoi tu, perche’ molti sanno che sono un peccatore!..”

Allora il padre, non ancora dissuaso disse:

“Chiedo con umiltà, a voi Maestà, di concedere la grazia ed il perdono ai miei sciagurati figli..essi forse non sapevano quello che facevano!”

“I miei tre figli si sono di certo pentiti ed io povero padre addolorato chiedo scusa e imploro di aver pietà per loro”

Il re capi che gli stavano chiedendo di non fare giustizia come era suo dovere e rispose:

“Perchè dovrei concedere il perdono ai tuoi figli..non è meglio che sia fatta giustizia come consiglia la legge degli uomini?”

il padre anziano con voce supplicante rispose al re:

“Io voglio bene ai miei figli e voglio tutto il bene possibile per loro, vorrei che voi Maestà essendo anche voi un padre, comprendeste il mio dolore e decideste di concedere il perdono da me richiesto ai miei figli”

Ed il padre con voce triste continuò:

“Di certo sua Maestà, in quanto é un vulnerabile uomo anch’Egli, in quanto svolge il lavoro complicato di re ed amministratore delle risorse del regno, avrà forse commesso di certo errori e peccati nel suo privato..infatti ho sentito che sua Maestà ha ammesso di essere un peccatore..poichè tutta questa povertà e disagio esistenziale che notiamo intorno alle città del suo regno sarà colpa di qualcuno..di conseguenza l’indulgenza che dimostrerà oggi perdonando i miei tre figli, sarà resa utile un domani anche a Lei Maestà e consiglierà altrettanto perdono, quando sua Maestà incontrerà il Signore del Cielo, questo capiterà come dicono le Sacre Scritture il giorno del giudizio, il giorno in cui tutti gli uomini subiranno la vera Giustizia Divina, che condanna oppure assolve da qualcosa che dura in eterno”

ed il padre continuò:

“Vi ricordo Maestà che saggezza dice che chi sceglie di perdonare nella sua vita come fanno i Santi, chi sceglie di farsi consigliare dal Volersi Santo, dal giudicare con i modi di un Santo sarà giudicato quel giorno!..”

il padre supplicante restando in ginocchio disse queste parole..

A sentire questo avvertimento, qualcosa deve essere accaduto nel Cielo, poichè quel padre mentre stava in ginocchio, vide all’improvviso un essere luminoso di luce ecto-plasmica bianca, probabilmente un angelo, scendere dal Cielo ed incarnarsi abilmente nel corpo del re Aurelio.

Fu così che da quel momento il re capì meglio la situazione, oppure qualcuno gli consigliò di fare auto-critica e con onestà, sta di fatto che il re si mise a riflettere in questo modo.

Innanzitutto provò commozione per quel padre addolorato della sorte dei figli in quanto anche lui era un padre e poi pensò:

“In effetti se il mio regno ha prosperità e vive in pace con le nazioni confinanti, e forse perchè il suo migliorare molto probabilmente è dovuto al volere del Signore e alla sua amicizia con il re che lo governa..

E’ vero che le zone periferiche del regno sono abbandonate alla ignoranza ed alla malattia infettiva e alle poche risorse alimentari..ed vero che i bambini poveri non raggiungono l’età di adolescente e muoiono prima..e forse di questo ha colpa la mia poca abilità nel governare il regno, ed forse tutto questo è causa del mio egoismo e del voler fare poca solidarietà a chi non merita..

Poi il re continuando a fare autocritica pensò: “Non vorrei che parte del malcontento dimostrato da questi tre giovani ribelli, sia stato causato da un mio incapace modo di governare e di comprendere..”

Il re Aurelio preso quindi dal timore di perdere aiuto spirituale, ma anche preso da profonda gratitudine per il Signore a causa della molta fortuna che il re aveva avuto nella sua vita a differenza di altri..il re Aurelio si rese onesto nei suoi pensieri ed obbedendo al consiglio della sua coscienza…decise di assecondare la richiesta di quel padre di famiglia…

il re Aurelio dopo aver riflettuto qualche minuto e considerando che in fondo il suo ministro non era stato ucciso ma solo ferito..ed il rischio di morire nel suo lavoro per un soldato è concordato dal momento che si accetta l’incarico di fare il soldato..avendo saputo che il forziere rubato era stato ritrovato e restituito, considerando quindi tutto questo e le attenuanti del caso…fu così che il re Aurelio decise:

“Io perdonerò i tuoi figli..ma tu che sei loro padre, dovrai viaggiare per i villaggi del  regno a informare a tutte le genti che ci abitano, che il tuo re sa anche essere buono ed indulgente nel giudicare i suoi sudditi e sa dimostrare di avere pietà di chi si pente ed ammette le sue colpe..e che sia questa notizia messa per iscritto dagli storici e ricordata da tutti… fino a quando durerà il mondo….”

Fu così che quel padre pieno di gratitudine promise di fare quello che il re aveva richiesto, ed ottenne subito la libertà per i suoi tre figli e potè così tutto contento tornare a casa insieme a loro..

Dovete sapere che di questo re, gli scribi, nelle loro memorie da quel giorno, ricordano le sue virtù..e la sua saggezza nel giudicare..

Morale:

Ogni persona o individuo è come un re nel suo privato, che il timore del Signore, a molti di noi porti un buon consiglio..consigliando a essere buoni nel giudicare chi ci chiede perdono..

Fine

Autore: Egidio Zippone

(Milano, Ottobre 2019)

giudizio: saggio, sostanziale

voto: (da 5 a 10): 9

Favola: il buon re (per ragazzi)ultima modifica: 2020-08-03T12:23:40+02:00da scrittore59