Riflessioni con un’amica

Cara Amica,

una volta affermai che neanche un medico sa diagnosticare una malattia grave che lo riguarda. Questa facoltà, anzi questa

carenza, può essere definita cecità, autodifesa, oppure rifiuto di credere una certa realtà ovvia ed evidente, ma impossibile da compenetrare, quindi riconoscere, quando accade a noi stessi !.

Oggi però, posso affermare di aver capito molte cose, che Ieri ritenevo frutto di impressioni sbagliate.

In questa analisi mi ha giovato il raffronto tra le nostre personalità, che ho fatto scorrere parallelamente, come fossero due nastri di pellicola. Questo, mi ha consentito di rivivere tutti i fatti, le situazioni e stati d’animo vissuti in un ben determinato periodo.

Per la prima volta in vita mia sono risultato il vincitore del contesto; sono stato l’assolto con formula piena nel processo all’individuo me stesso: peccatore, in fondo, veniale e onesto,

fino all’estremo dell’auto punizione per essere legato a valori ritenuti importanti; romantico, idealista, troppo modesto, fino ad un attimo fa.

Mi sono sempre rifiutato di capire ciò che era ovvio, a quello che avevo innanzi, ma, come quel medico, mi rifiutavo di capire, e quindi colpevolizzavo me stesso. Ora finalmente ho capito, e ti ringrazio !

Le prese di coscienza hanno un costo elevato, talvolta insostenibile, sprecato e inutile.

Vero è, però, che c’è un guadagno in termini di maggior sicurezza, fiducia e amore di se stessi. Al di là di noi non esistono altri universi che il nostro ed il Nulla è sovrano.

Pranzando insieme ho avuto la possibilità di conoscerti meglio e sono convinto che tu ne abbia tratto giovamento, in tutti i sensi. Come vedi ad ognuno il suo” Così è ,se vi pare “,

scriveva Pirandello; ed io sono perfettamente d’accordo con lui, ma soprattutto con me stesso.

Riflessioni con un’amicaultima modifica: 2017-10-24T22:57:14+02:00da aindra