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AI e Creatività: l’intelligenza artificiale sta ridefinendo il futuro dell’arte?


L'intelligenza artificiale (IA o AI in inglese) ha compiuto progressi straordinari negli ultimi anni, influenzando vari settori, tra cui l'arte. L'utilizzo delle Generative Adversarial Networks (GAN) ha permesso agli artisti di esplorare nuovi orizzonti creativi, ridefinendo il concetto di creazione artistica Questa rivoluzione, tuttavia, comporta anche una serie di sfide etiche e questioni legate alla privacy. Secondo l’articolo di ExpressVPN a riguardo, è fondamentale comprendere sia le opportunità che le minacce legate all'uso delle IA sia in generale che in ambito artistico.  In un certo senso le preoccupazioni per le AI non riguardano solo l’arte in sé, ma tutti gli ambiti per i quali possono essere impiegate in modo tale da rendere un output indistinguibile da uno umano. Ciò che preoccupa la società globale, quindi, è l’incapacità umana di distinguere ciò che è reale da ciò che è generato da un’intelligenza artificiale. Vediamo meglio di cosa si tratta e quali sono i principali risvolti su cui riflettere.  

Decidere cosa è arte

Un artista, oggi, è considerato un individuo in grado di esprimersi attraverso forme visive-uditive che lo stesso intende inquadrare come “arte”. Questo significa che le forme di espressione sono infinite e che non vi è alcun limite, se non quello della nostra immaginazione. Ebbene: considerereste arte un’immagine realizzata da un’intelligenza artificiale? L’opinione pubblica, ovviamente, è ancora molto divisa sul tema.  Non è facile dare una risposta secca, specialmente se osserviamo le prodezze che tali tecnologie sono in grado di generare. Prima di passare alle riflessioni sull’uso delle AI nell’arte, cerchiamo di capire come funziona la generazione di immagini e cosa c’è dietro questo affascinante processo. 

GAN: come fa un robot a generare immagini?

Con il termine GAN si intende un tipo di tecnologia capace di generare immagini attraverso la collaborazione di due reti neurali, cioè algoritmi capaci di simulare un ragionamento umano.  Le due reti, generatore e discriminatore, eseguono quello che è stato chiamato “addestramento”: il generatore crea immagini partendo da dati casuali, mentre il discriminatore valuta queste immagini cercando di distinguere tra quelle reali e quelle false. Questo processo iterativo porta alla creazione di opere straordinariamente realistiche, che possono ingannare anche l'occhio più esperto. Grazie a questo sistema, oggi, tutti possiamo interrogare un’AI generativa e iniziare a creare immagini e contenuti senza limiti all’immaginazione. Tra chi ha sperimentato queste tecnologie, c’è chi ha trovato la possibilità di usarle per esprimere arte e, eseguendo una rapida ricerca online per immagini, c’è da ammettere che i risultati sono davvero curiosi. 

Artisti “generativi”: musica e immagini 

L'arte generata dall'IA ha già trovato applicazione in vari settori. Nel mondo dell'arte visiva, ad esempio, artisti come Mario Klingemann hanno utilizzato le GAN per creare opere che sfidano i confini tradizionali della pittura e della fotografia. Similmente, nel settore della musica, compositori come Holly Herndon hanno collaborato con reti neurali per produrre brani innovativi e sperimentali.  Nonostante l’entusiasmo, non possiamo ignorare il fatto che l’uso dell’IA nell'arte solleva anche importanti questioni etiche. La capacità di creare opere d'arte indistinguibili da quelle reali, in primis, pone dubbi sulla proprietà intellettuale e sull'autenticità delle creazioni artistiche.  Non solo. Per molte persone l’arte non è semplicemente la libertà di esprimersi con qualsiasi mezzo, ma anche il saper dimostrare di avere capacità al di sopra della media. Sul punto sono tantissimi ad interrogarsi: filosofi, sociologhi, psicologhi ma anche politici, giornalisti ed esperti di nuove tecnologie. 

Arte visiva e arte generativa: possiamo considerarle la stessa cosa?

Il punto su cui si discute maggiormente oggi è come poter attribuire a un’opera in AI il medesimo valore di un’opera umana come la Cappella Sistina, ponendole sullo stesso piano: da una parte c’è una tecnologia capace di generare immagini in una manciata di istanti mentre, dall’altra, vi è la mano umana e la rarità di possedere tali capacità.  Non solo. Le immagini generate in AI possono superare anche i confini della liceità, dal momento che sono anche le principali responsabili del fenomeno del deepfake, cioè della circolazione di notizie false con contenuti generati da GAN. Inoltre, tramite le intelligenze artificiali generative è possibile sfruttare e duplicare volti e corpi umani reali, il che pone ovvie domande su come proteggere l’identità delle persone.  L’umanità ha incassato un’altra grande conquista scientifica, ma dovrà dimostrare di saperne interpretare le conseguenze negative prima che possano verificarsi. Dal momento in cui questa tecnologia è passata dalle mani di pochi alle mani di tutti, sono infinite le possibilità di risultato che possiamo aspettarci, anche in intervalli di tempo molto brevi.