Chiudo il 2023 con una amorevole sberla al Patriarcato supremo delle mie ovaie

MirrorMyLove

Avevo proprio voglia di mollarla, questa benevola sberla, e mi serviva uno spunto. Quando si dice che ti arriva proprio a fagiolo.

Questi Deviate Damaen sono telepatici, mi leggono nel pensiero. Con tono bacchettone scrivono: ” ...almeno i segoni, nel 2024, fateveli senza Qr-code. Servono palle gonfie, non sìgnorsìsssignore. Ogni tanto, dite No. Ogni tanto”.

Dopo una tale affermazione ti aspetti, un messaggio canoro di una bella fomentazione delle masse inferocite verso la libertà! Invece che cosa si associa? “Mirror, my love”.

Che comunque, devo dire, la musica e le tonalità sono gradevoli, e soprattutto cariche di energia combattiva, con ritmi che andrebbero bene per “incoraggiare” un dissenso di tipo rivoluzionario. Un qualcosa a livello di rivendicazioni sociali.

Ecco il link per ascoltare: https://www.youtube.com/watch?v=uH1tcuXU9KY

Ma, come ho notato, anche in altri brani, c’è frattura, a mio avviso, fra musica e testo.

Ecco il testo tradotto in Italiano:

“Specchio, amore mio; amore per… amore mio! Luce delle luci, signore dei signori; Io sono come te, tu sei come Dio! Sputiamo nello spazio di mezzo, siamo uno… come la trinità! Ebbene, muoio dalla voglia delle mie labbra, dei miei occhi, dei miei capelli, delle mie guance, perché rendono la mia bestia dura più di ogni altra cosa. Come il ritratto della perfezione è il riflesso sensuale del vapore, sul fondo della mia ostrica, oltre la porta olimpica. Sono nato per piacerti, per spaccarti addosso il mio seltzer; la mia pelle è bianchissima, il mio passo è quello di un re cigno. Adoro il trucco forte, la pelle nera, gli stivali e le borchie; ma piuttosto che essere una ragazza nascerei morto! Voglio essere il tuo ragazzo, voglio avere la tua lingua; tu, apoteosi del gelo, vuoi…vuoi avere tutto il mio amore! Adesso, io deifico me stesso, non ho bisogno di nessuno, tanto meno di te, e nemmeno di tutte le puttane come te! ..capaci solo di tradire, di comandare e di non pregare mai; ma Dio ti punirà, la tua fica ti tapparà e giurerà di disinfettare il mondo, solo costole marce ed inutili di idioti che hanno acconsentito..no, no, no..solo cloni e niente più bambini! Sono io il responsabile! Oh amore mio!

Il testo è un’analisi tormentata. Molto acerbo. Sembrerebbe la rabbiosa protesta di un soggetto giovane, deluso da una ipotetica figura femminile colpevole di tradimento. Rabbia che sfocia nell’ urlo:  “non ho bisogno di te, amo me stesso e i miei simili”. E che vuol dire? Che in seguito al tradimento, di qualsivoglia natura, si diventa rincoglioniti? (quest’espressione è molto brutale, ma rende bene d’idea)

Un dolore mai superato, manifesta tutto il suo ingenuo acredine, come se la scelta di amare se stessi o individui delle stesso sesso, fosse una forma di vendetta o di punizione per la “puttana traditrice”, per la quale si invoca l’intervento di Dio per tappagli la fica (su questa espressione, non ho potuto fare a meno di ridere come una matta)

Ok, ritorniamo seri. Mi piacerebbe capire se esiste a livello filosofico di continuità, un’evoluzione step by step, che parte da  “Mirror, my love”, ed approda, con i necessari passaggi, ad una risoluzione completa, saggia ed appagante.

Se così non è, rimane cristallizzato il quadro del cucciolo, inesperto, che continua a lamentarsi rabbiosamente, e a leccarsi le ferite, che non cicatrizzano. Un cucciolo, che non solo non ha le palle per dire “no”, ma a cui mancano totalmente le palle per diventare soggetto adulto.

I soggetti adulti, talvolta a distanza di anni, realizzano il loro reset, per evolvere ad uno stadio successivo. Con la tecnica dello sdoppiamento spirituale: la metà dello spirito rimane il cucciolo ferito e l’altra metà necessariamente si eleva diventando il padre di se stesso. Un padre che non giudica, ma che comprende e che insegna a trasformare il dolore in preziosa esperienza.

E’ il modo più semplice per risolvere il problema. Attivazione dell’analisi, della comprensione profonda, dello scioglimento di tutti i nodi. Collaudato ed efficace da sempre e purtroppo raccontato ed insegnato solo da una filosofia matriarcale minoritaria che ancora regge e  che non ha mai fatto differenze fra maschi e femmine.

Perché, per la Madre, tutti i cuccioli feriti devono guarire e diventare splendidi esemplari adulti, migliori di chi li ha generati.

Comunque, carissimi Deviate Damaen, se avete, la prosecuzione di “Mirror, my love”, in qualcosa di più “maschilmente” evoluto, fatemelo sapere, sarebbe interessante capire come questo “Patriarcato Supremo” delle mie ovaie,  riesce a  “sbrogliare” questa matassa ingarbugliata.

Tanti auguri. Anche per il nuovo anno 2024

Giannina Demelas

Chiudo il 2023 con una amorevole sberla al Patriarcato supremo delle mie ovaieultima modifica: 2023-12-31T18:35:13+01:00da GianninaDemelas

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