Uomo, donna, gender. Facciamo un po’ di chiarezza.

IlBacio-AugusteRodin

Ieri ho ricevuto da Facebook, la notifica di restrizione del mio account e la cancellazione di un mio post, che comunque ho ripubblicato con gli stessi contenuti eliminando semplicemente la parola che ha fatto scattare la censura, il termine in questione è “depravato”.

Il termine “depravato” e stato citato/scritto non da me, ma dall’autore di un articolo che io ho condiviso. Ho effettuato la condivisione di quell’articolo per i contenuti, non esattamente per il termine “depravato”. Io avrei usato un termine più appropriato, al soggetto gender,  per esempio: “degenerato”

Quando si condivide un qualcosa, per il semplice fatto che l’autore e i condivisori sono soggetti diversi, è ovvio, che la coerenza potrebbe non essere al 100% , ma piuttosto al 90%, all’80% o anche per meno , qualora si vogliano prendere in considerazione, solo degli spunti.

Detto questo, facciamo l’analisi della metodica della censura. Il termine “depravato” come aggettivo qualificativo con una descrizione dispregiativa riferita a persone gender, secondo Facebook, non si può utilizzare, è una istigazione all’odio e un’offesa all’identità delle persone.

Innanzitutto analizziamo il soggetto “colpito” da questa offesa: il soggetto gender.

Partiamo dal presupposto che non si tratta di offesa al pensiero relazionato ad una questione sociale, politica o amministrativa,  ma offesa all’aspetto fisico.

In assoluto accordo con la libertà di ciascun individuo, possiamo dire che gli omosessuali e le lesbiche sono liberissimi di accoppiarsi come e quando vogliono e che nessuno, ha il diritto di giudicare queste scelte. Ma dobbiamo essere ancora più precisi. Le persone sagge e sane di testa, considerano le scelte sessuali una cosa personalissima, privata e intima, che non va sbandierata come qualcosa di eccezionale o oggetto di discussione.

Pertanto, gli interessati si godano il loro rapporti intimi, nella discrezione della loro alcova ed entrino finalmente nell’ordine di idee, che a tutti gli altri non gliene frega niente.

Chiunque tu sia, se vai con un uomo o vai con una donna, sono cavoli tuoi, che non interessano nessuno e pertanto volerlo dire a tutti i costi, imponendo agli altri l’esternazione di un’informazione personale, crea fastidio, nel termine più esplicito io la chiamerei “invadenza”.

Se si considera un modo per attirare l’attenzione su un presunto problema, ritengo che i problemi personali, vengano risolti, non in piazza, ma nelle opportune sedi e con l’ausilio di medici specialisti: psicologi o sessuologi.

Ora, ho fatto degli esempi di persone che sono uomini o che sono donne che hanno le loro vite private, le loro preferenze e che hanno una loro chiara identità di donne o di uomini. Nella loro vita, sociale, lavorativa, civile  ecc, nulla cambia e nulla viene influenzato, in senso positivo o in senso negativo. Come non ne avrebbe se a pranzo mangi pasta piuttosto che insalata, o se dormi 7 ore piuttosto che 6. Sono le tue sacrosante libertà private.

Il soggetto gender non è uomo e non è donna; quindi, non ha un’identità femminile e non ha un’identità maschile. Se rapportiamo l’esempio ad una pianta o a un animale che cosa otteniamo? Un prototipo che costituisce una degenerazione della varietà o razza di derivazione, ottenuto con metodi artificiali perché in natura non esiste il gender. Quindi chi è uomo e lo è in tutte le sue funzionalità e chi è donna e lo è in tutte le sue funzionalità, può considerare un gender al pari di un suo simile? No, lo considera per ciò che è : un prodotto degenerato, creato artificialmente e proveniente  da laboratorio.

Chi ha deciso di essere gender, ha liberamente scelto, e si assume la responsabilità della sua scelta. che può piacere a se stesso, ma non può imporre l’approvazione degli altri. Gli altri altrettanto liberamente, scelgono cosa è bello e cosa è brutto, dal loro punto di vista.

Non ti ritengo uguale a  me e sono liberissima si pensarlo e di dirlo. E nessuno si deve offendere davanti alla sincerità.

Andiamo quindi all’analisi dell’aggettivo definito dispregiativo:” depravato” e vediamo la descrizione del temine.  I sinonimi sono:  immorale (contrario alla morale), pervertito (mutato in peggio), corrotto ( guastato, alterato, contaminato).

E ora analizziamo l’osservatorio. Se l’osservatorio è di un uomo in tutto e per tutto o di una donna in tutto e per tutto, questi termini sono coerenti e descrivono esattamente una condizione anomala del genere sia femminile che maschile.

Quindi arrivando alla fine di tutta l’analisi che abbiamo fatto, chiamare un soggetto gender depravato è probabilmente un dispregiativo per chi è gender, o per chi sponsorizza i gender, ma è  assolutamente corretto per chi ha un osservatorio completamente opposto.

Inoltre, non lo considera corretto chi vuole esercitare una forzatura ed imporre un concetto fuori dalla morale, fuori dalla concezione naturale della razza umana e fuori dalla discrezione delle proprie scelte private. Pertanto, ritengo la scelta di Facebook, assolutamente inopportuna e discriminante nei confronti del mio osservatorio, del mio libero pensiero e della mia capacità di osservare e valutare la realtà.

Potrei anche andare avanti e parlare del concetto classico della bellezza femminile e della bellezza maschile di cui abbiamo la cronologia storica nei dipinti, negli affreschi, nelle sculture, nelle recenti fotografie e approfondire il concetto dal punto di vista contemplativo. Io donna di razza umana presente in questo tempo, ho il sacrosanto diritto di proseguire,( nel senso vero e proprio di continuità),  alla valorizzazione della  bellezza.

Io ho il sacrosanto diritto di identificare ciò che contrasta con questo processo migliorativo della bellezza. E sono profondamente sincera, onesta e coerente nel considerare il soggetto gender non espressione di bellezza, ma espressione visiva  caricaturale e grottesca.

Ma questo è un concetto comprensibile solo a civiltà antiche che hanno nel loro DNA, nella loro filosofia culturale e nel loro territorio questi fondamenti.

Non sarebbe comprensibile oltre oceano, dove questi fondamenti non li hanno mai avuti.

Facebook non è di creazione mediterranea, come non lo è l’Intelligenza Artificiale sul quel è basata la funzionalità del suo algoritmo, e quindi lo dobbiamo considerare  con tutta la sua ignoranza culturale, storica e sentimentale.

Foto in copertina: “Il bacio” scultura di nudo maschile e femminile di Auguste Rodin, rappresenta l’unione di Paolo e Francesca narrata nel V Canto della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Giannina Demelas

 

 

Uomo, donna, gender. Facciamo un po’ di chiarezza.ultima modifica: 2024-01-11T17:12:32+01:00da GianninaDemelas

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.