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Gli agricoltori stanno facendo la loro parte, ma adesso spetta ai cittadini fare la rivolta dei carrelli della spesa.
Bisogna fare indietreggiare in modo metodico e progressivo tutte le merci alimentari e i prodotti non nazionali.
Inizialmente i punti vendita della grande distribuzione dovranno buttare via qualcosa ogni settimana. Inizieranno a sballare con un certo scostamento le previsioni di acquisto. Poi man mano che si procede, ordineranno meno prodotto dall’estero, perché rimarrebbe invenduto e si deteriorerebbe.
A suon di perdite impareranno a fornirsi di prodotto del territorio se vogliono rimanere in piedi. Altrimenti che chiudano pure, ne trarranno vantaggio le botteghe i piccoli negozi. I quali invece non hanno alcuna difficoltà a fornirsi a dagli agricoltori del territorio.
Bisognerebbe mettere in moto la logistica. Utilizzare dei mezzi dinamici per le consegne tipo i porta-pizze. Preferire veicoli piccoli che entrano ovunque, anche nei vicoletti dei centri storici, per fare le consegne.
In ogni famiglia, basterebbe avere una o due cassette ben assortite di frutta e di verdura raccolta la sera prima. Disponendo cosi, per tutta la settimana tutto ciò che serve per pranzo e cena di ogni giorno. Senza dover comprare niente dalla grande distribuzione.
I piccoli negozi di frutta e verdura posso diventare oltre che punto vendita, piccoli centri di smistamento per preparare le cassette da consegnare a casa.
Con tutti i ragazzi disoccupati che ci sono, sarebbe anche una ventata di respiro per le loro spese, senza dover gravare sui genitori.
Per i consumatori o comunque per chi: uomo o donna, ha la responsabilità degli acquisti alimentari per tutta la famiglia, ci vuole metodo e lavorare che schemi belli chiari.
Gli acquisti devono essere programmati. Prima cosa abituarsi a fare il menu settimanale e preparare la lista. Privilegiare frutta e verdura di stagione, anche se comunque, in Italia, grazie alla formidabile esposizione solare, anche gli ortaggi fuori stagione sono ricchi di sapore e di sostanze nutrienti.
Mi piacerebbe seguire da vicino, esperimenti di questo tipo, per mia esperienza personale, per conoscere come fare, per sviscerarne le problematiche, per trovare soluzioni, e soprattutto per dimostrare con i fatti, che si può fare.
Potrebbe anche essere un modo per mettere in uso una moneta legale, relativamente e queste transazioni di alimentari, in sostituzione dell’euro.
Il consumo del prodotto fresco e genuino si traduce in salute per tutti. Giannina Demelas