Prima l’ambasciatore israeliano, si sente nell’autorità, che nessuno le ha conferito, di far pervenire le sue osservazioni sullo spettacolo musicale Sanremo e in particolare sul cantante Ghali e ora l’ambasciatore dell’Ucraina che fa le sue osservazioni sulla diffusione del film russo “Il Testimone”.
Ma come ve lo dobbiamo spiegare? L’ Arte Italiana ha sempre dialogato con lo spirito e per gli spiriti eletti di tutto il mondo. L’ Arte in Italia, si respira, si ascolta, si assimila e soprattutto educa e forma le personalità libere e sagge. Con le ambasciate non c’entra proprio niente.
Egregi ambasciatori, fate il vostro lavoro e lasciate in pace i nostri artisti Italiani che devono realizzare la loro missione d’anima e di vita. Insomma, in termini più sintetici: fatevi i cazzi vostri. In termini invece legali si configura come eccesso di potere, cioè, state approfittando del vostro ruolo, per perseguire finalità che non rientrano nel vostro incarico e nelle vostre competenze.
Un consiglio spassionato, lo volete? Affrettatevi a dire che avete espresso una opinione assolutamente personale e che non ha niente a che fare con il vostro incarico, e avvantaggiatevi della nostra libertà di pensiero, opinione e di parola.
Poiché la vostra dichiarazione è stata esternata in forma “pubblica”, senza questo chiarimento, gli artisti potrebbero, se vogliono, avviare la loro azione di difesa, dai vostri attacchi verbali. E ne hanno facoltà, proprio perché voi siete ambasciatori, e quindi non siete editori, non siete giornalisti di magazine artistici, non siete critici d’arte o estimatori accreditati né di canzoni né di film e non siete nemmeno soggetti privati o civili e cioè ascoltatori o fan dei soggetti interessati o comunque di quella tipologia di arte. Pertanto, le vostre argomentazioni sono assolutamente fuori luogo e perseguibili nelle opportune sedi giuridiche. Giannina Demelas