Il dissenso: un percorso obbligato da attraversare in direzione di consapevolezza e maturità.

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Siamo fatti di sensibilità, elettricità, acqua: il maggior conduttore in assoluto. Nasciamo puliti e puri come lo sono i bambini. La mediocrità, la cattiveria, l’ignoranza, con la quale ci scontriamo fin da giovanissimi, crea inesorabilmente delle ferite.  Talvolta lievi, talvolta molto profonde, non basta una vita per risolvere quella lesione.

Una lesione nel profondo corrisponde all’ingerenza di quel male, di quello schifo, di quella degenerazione che dentro crea una reazione di ribellione, e di forte senso di giustizia. “ Ciò che ho sopportato io, non lo sopporterà  mai più nessuno” . Quella ferita nel profondo non va via, rimane ad alimentare la reazione del dissenso. Non si può star bene in questa condizione. Mai.

E la condizione in cui non si ha la visione chiara, per difendersi da un’ipotetica altra ferita, si pratica un’opposizione che riguarda tutta la categoria a cui appartiene chi ci ha ferito.

Le tipiche frasi o luoghi comuni “ tutti gli uomini sono cosi, oppure tutte le donne sono cosi”. Un’azione feroce, indiscriminata che crea altro astio, tutto intorno.

Se ne esce? Si. Diventando paziente e chirurgo. Diventando figlio e padre o madre di noi stessi. Il difficile processo di rimozione e guarigione implica una forza d’animo notevole, ma assolutamente necessaria.

Fa malissimo mentre vai dentro di te e guardi quel dolore duro e pesante come una pietra. Fa malissimo, ritornare indietro e ricordare tutto. Fa malissimo quando prendi quella pietra e te la strappi da dentro il tuo cuore sanguinante.

Ma arriva il momento in cui, non si può più rimandare. Il cervello va veloce come un motore impazzito, il dolore interiore è lancinante. Ma bisogna avere coraggio andare fino in fondo afferrare quel nodo e tirarlo fuori.

Si, fuori di te. Osservalo quel dolore, ricorda le condizioni in cui quell’avvenimento cosi orribile è accaduto. Ci sei cascato non perché fossi stupido/a ma perché non avevi elementi sufficienti per valutare. Oppure ci sei cascato perché dietro c’era una menzogna. Il raggiro provoca le lesioni dell’anima, più dolorose  che possano esistere.

Per quanto il cuore possa sanguinare dopo quello strappo, tu puoi osservare quel dolore. Non è più dentro di te, non fa più parte di te. E’ fuori. Ci vorrà del tempo, ore, giorni, forse settimane o mesi, in cui il cuore continua a sanguinare e si avvia alla cicatrizzazione e quel dolore è li all’esterno.

Il tempo guarirà la ferita, e quel dolore lo archivierai nei ricordi. Poco alla volta ricordarlo farà meno male. E ricomincerai a vivere. Dapprima a piccoli passi, poi con più decisione. E mentre esplori questo mondo che ti appare diverso, inizi ad avvertire una maggiore percezione. La sensazione di bene e di male nelle persone, senza conoscerle.

I tuoi radar sono più funzionali, avverti il pericolo a fiuto, ma la cosa più grandiosa e che nessuno potrà mai più farti del male. Non perché eviterai le persone che potrebbero farlo, ma perché a nessuno concederai il potere di danneggiarti.

Nel ribattere a qualunque argomentazione avrai una lucidità straordinaria, potrai freddare un’affermazione stupida con uno sguardo o con una parola o frase. Un’esternazione  calma, pacata, ma precisa e inesorabile come uno sparo che centra il bersaglio.

Non odierai più. Riconoscerai a quel male il compito di averti dato l’occasione di metterti alla prova, per trasformare te stesso, in persona matura e consapevole. Giannina Demelas

Il dissenso: un percorso obbligato da attraversare in direzione di consapevolezza e maturità.ultima modifica: 2024-06-18T18:37:47+02:00da GianninaDemelas

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