ammentos e faeddos de mundu

Difendere la prole...


Ho visto una foto che raffigura una madre che chiede al bimbo come ‘è andata a scuola e il bambino in risposta vomita. Un vomito arcobaleno, che sta a significare che ha “ingerito” dottrine LGTB  e le ha vomitate.

La foto è collegata ad un brano recitato e cantato da una band metal,  che esprime il senso di confusione con il quale hanno a che fare i bambini a scuola: informazioni scoordinate, incoerenti e soprattutto malate. Pare che il post sia stato censurato, ma non è questo il punto. Voglio entrare dentro le sensazioni. Mi voglio immedesimare. Voglio entrare nella violenza psicologica a cui sono sottoposti i bambini. Sento una cosa da dentro che inizia a caricare, si sbiadisce e non sento più la mia parte spirituale, nemmeno quella mentale. E’ un crescendo di potenza primordiale, mi sto mutando, mi sento una donna mammifera, come una lupa, come una tigre o una leonessa. Tutta la potenza difensiva della prole viene fuori, senza limiti, senza censure, senza ragioni di nessun genere, non c’è nessuna altra ragione che tenga, quando si difende la prole, vuoi solo attaccare chi la danneggia. Ecco, credo se un giorno dovessi trovare un “soggetto” LGTB nella scuola materna di mio nipote questa versione paleolitica verrebbe fuori immediatamente. Io lo prenderei a calci in culo e lo sbatterei fuori senza troppi complimenti. Non c’è stato, non c’è repubblica, non ce regolamento scolastico, non c’è niente che possa fermare la furia distruttrice della MADRE che identifica un attacco alla prole. E’ una cosa che sta dentro, dormiente, ma esiste. Altroché se esiste. E se ci sono i motivi scatta , in modo istintivo, prima che si possa pensare hai già colpito. Non si può spiegare razionalmente.  L’ attacco alla prole e come se ti lacerassero e ti strappassero la tua carne e con uno scatto felino mordi immediatamente chi ha osato. Giannina Demelas