UN APPELLO IN MEMORIA DI YORGA – ho deciso di rispondere all’appello: io ci sono
questo è l’appello:
Amici, sarà senz’altro lo scritto che noi tutti mai avremmo voluto comporre né leggere. Tuttavia vanno date all’immane dolore e alla sensazione di dilaniante mancanza che la dipartita di Yorga ha generato in tutti noi, la giusta dignità e l’adeguata bellezza.
P.s. : chiedo a tutti coloro che scriveranno, di firmare il loro contributo e di accertarsi della mia risposta alla loro mail, affinché nessun messaggio vada smarrito.
e questa e la mia risposta all’appello:
Ciao Gabriele,
Tu vuoi raccogliere dei pensierini di saluto? Sotto il profilo umano si capisce. Lo fai perché a Simone le hai voluto bene, e continui a volergliene, perché devi continuane un lavoro che avevi progettato con lui e ora lui non c’è. Ogni giorno, qualunque cosa fai è un ricordo che martella : non c’è ….non c’è….non c’è…. Ma esci dalla situazione che ti coinvolge vai su, come se guardassi da un’altura.
Osserva con freddezza cosa è capitato, come se facessi una ricerca scientifica, obbiettiva e matematica. Chi ne ha parlato? Cercali nella memoria uno per uno, scrivi i nomi. Ora pensa a chi avrebbe potuto o dovuto dire qualcosa e non ha detto niente. Identificali , scrivi i nomi. E adesso pensa a cosa stai facendo con questa iniziativa.
Stai stimolando chi ha taciuto a dire qualcosa? Ti senti in colpa o ti vergogni per loro? Ti vergogni di un mondo che non sente, che è apatico? Ti senti in colpa perché Simone non riceve le manifestazioni di stima che avrebbe dovuto ricevere? Guarda in faccia alla realtà, questa è la realtà. Sei solo.
Ma sai Gabriele che in certi casi meglio soli che male accompagnati?
Io e come me, tante altre persone che ascoltano la musica, non in base ai generi musicali, ma in base a ciò che hanno voglia di ascoltare, non sanno nemmeno di chi stai parlando. Chi è sto Yorga? Boh…
Questo accade perché noi ascoltatori siamo stupidi? Perché non siamo abbastanza indottrinati? No, questo accade, perché i poteri forti (di denaro e mediocri di spirito), piano piano, quatti quatti e zitti zitti, nel tempo, hanno sapientemente condizionato, orientato la musica in generi, e sottogeneri e gruppi vari, fatti di proposito per scindere, controllare e far credere che si tratti di “nicchia”.
Si certo, una nicchia che meno comunica fuori dal suo habitat e meglio è. Le masse invece possono essere facilmente stordite con musica mondezza, un ottimo anestetico che impedisca di…pensare.
La buona musica è uno strumento potentissimo: migliora la qualità della vita, cura la salute, favorisce l’evoluzione dell’essere umano mentalmente e spiritualmente. La buona musica ti tiene lucido, attento, sano.
Controllare e rendere sottomessi coloro che creano e coloro che ascoltano è l’obbiettivo principale di chi ci vuole schiavi.
Ma noi schiavi non siamo, quindi, senza rabbia e senza rancori, possiamo metterci un bel cuneo nei loro ingranaggi, magari scopriamo che ci piace perché è un bel divertimento.
Secondo me sarebbe giusto fare una bella pagina in cui presenti al mondo chi è Yorga, ciò che non hanno fatto gli altri, ciò che finora non ha fatto nessuno, se le sei amico, se le hai voluto bene, fallo tu.
Io sono l’ascoltatore giramento di palle e che ti dico: Voglio ASCOLTARLO. Voglio sapere chi era. Lo voglio sapere contro le divisioni in generi musicali, lo voglio sapere contro le divisioni fra artisti, lo voglio sapere contro chi, con un sistema a compartimenti stagno, mi ha impedito di conoscerlo.
Lo voglio sapere anche contro te Gabriele che sei chiuso nel tuo panorama metallico e ti rivolgi gli addetti ai lavori, agli ascoltatori e i commentatori rigorosamente metallari. Tutti nello stesso recinto metallico dal quale non uscite.
Ti ricordi quando ho descritto le vibrazioni che arrivano dalla tua “Paint White!”? Avevo detto che sotto il profilo emotivo le vibrazioni che trasmette quel brano, sono l’abbattimento di una gabbia o di una barriera e che quella canzone potrebbe essere usata in musicoterapia per rimuovere schemi mentali.
Mettiti le cuffie Gabriele e ascoltala, che se fosse un cibo che stai assaggiando, e usala per buttare giù tutti i muri.
Quando uscirai dalla gabbia, non sentirai di appartenere ad alcun genere o gruppo musicale, ma sarai pura essenza per agire come ti pare a schema libero. Simone ti manca? E allora fallo ritornare attraverso la sua musica. Sarà semplicissimo per te trovare tutto ciò che ha fatto. Riproporre tutta la sua vita musicale e presentalo al mondo.
Non puoi aspettarti niente dagli altri, non fanno, perché non capiscono. Tu lo hai capito e lo sai, ecco perché lo stai facendo. I bigliettini con i pensierini arriveranno, vedrai, da gente che conosci e che non conosci e non per Simone morto. Un artista non muore, è sempre vivo, perché continua a vivere attraverso la sua opera. Giannina Demelas