ammentos e faeddos de mundu

UN APPELLO IN MEMORIA DI YORGA - ho deciso di rispondere all'appello: io ci sono


questo è l'appello:

Amici, sarà senz'altro lo scritto che noi tutti mai avremmo voluto comporre né leggere. Tuttavia vanno date all'immane dolore e alla sensazione di dilaniante mancanza che la dipartita di Yorga ha generato in tutti noi, la giusta dignità e l'adeguata bellezza.

Nel procedere indefesso con i lavori del progetto ReDvci, che con Yorga stavamo portando avanti, sto altresì indegnamente organizzando un suo ricordo, con la collaborazione di coraggiosi veterani stampa e col supporto della redazione di Sdangher che si è resa disponibile a pubblicarlo.
Uno scritto che renda merito al grande Artista che Simone è stato e che continuerà ad essere sia attraverso il sentimento comunitario di chi lo ama, sia attraverso quell'Azione della quale egli è sempre stato profeta.
Chiunque, partecipe diretto o mero testimone delle sue gesta e della sua tempra, voglia esprimere un qualsiasi pensiero o ricordo a testimonianza del proprio vissuto con Yorga o con le sue opere, può contattarmi alla mail qui sotto allegando il suo messaggio che sarà integralmente riportato nello scritto, la cui pubblicazione è prevista per i primi del mese di agosto.
dvracrvx_cenacvli@yahoo.it
Aggiungo mesto, ma profondamente indignato, che tale operazione sanerà la piaga “horrenda e spaventosa” dell'assordante silenzio, tutto ideologico, che la stragrande maggioranza della stampa nostrana ha riservato alla scomparsa di un artista italiano così iconico e fecondo, delineando come peggio non si poteva il livello di soggezione anche umana al nauseabondo conformismo mediatico che è sotto gli occhi di tutti.
G/Ab VOLGAR
P.s. : chiedo a tutti coloro che scriveranno, di firmare il loro contributo e di accertarsi della mia risposta alla loro mail, affinché nessun messaggio vada smarrito.

e questa e la mia risposta all'appello:

Ciao Gabriele, Tu vuoi raccogliere dei pensierini di saluto? Sotto il profilo umano si capisce.  Lo fai perché a Simone le hai voluto bene, e continui a volergliene,  perché devi continuane un lavoro che avevi progettato con lui e ora lui non c’è. Ogni giorno, qualunque cosa fai è un ricordo che martella : non c’è ….non c’è....non c’è…. Ma esci dalla situazione che ti coinvolge vai su, come se guardassi da un’altura. Osserva con freddezza cosa è capitato, come se facessi una ricerca scientifica, obbiettiva e matematica. Chi ne ha parlato? Cercali nella memoria uno per uno,  scrivi i nomi. Ora pensa a chi avrebbe potuto o dovuto dire qualcosa e non ha detto niente. Identificali , scrivi i nomi. E adesso pensa a cosa stai facendo con questa iniziativa. Stai stimolando chi ha taciuto a dire qualcosa? Ti senti in colpa o ti vergogni per loro? Ti vergogni di un mondo che non sente, che è apatico? Ti senti in colpa perché Simone non riceve le manifestazioni di stima che avrebbe dovuto ricevere? Guarda in faccia alla realtà, questa è la realtà. Sei solo. Ma sai Gabriele che in certi casi meglio soli che male accompagnati? Io e come me, tante altre persone che ascoltano la musica, non in base ai generi musicali, ma in base a ciò che hanno voglia di ascoltare, non sanno nemmeno di chi stai parlando. Chi è sto  Yorga?  Boh… Questo accade perché noi ascoltatori siamo stupidi? Perché non siamo abbastanza indottrinati? No, questo accade,  perché i poteri forti (di denaro e mediocri di spirito), piano piano, quatti quatti e zitti zitti, nel tempo, hanno sapientemente condizionato, orientato  la musica in generi, e sottogeneri e gruppi vari,  fatti di proposito  per scindere,  controllare e far credere che si tratti di “nicchia”. Si certo, una nicchia che meno comunica fuori dal suo habitat e meglio è. Le masse invece possono essere facilmente stordite con musica mondezza, un ottimo anestetico che impedisca di…pensare. La buona musica è uno strumento potentissimo: migliora la qualità della vita, cura la salute, favorisce l’evoluzione dell’essere umano mentalmente e  spiritualmente. La buona musica ti tiene lucido, attento, sano. Controllare e rendere sottomessi coloro che creano e coloro che ascoltano è l’obbiettivo principale di chi ci vuole schiavi. Ma noi schiavi non siamo,  quindi, senza rabbia e senza rancori, possiamo metterci un bel cuneo nei loro ingranaggi, magari scopriamo che ci piace perché è un bel divertimento. Secondo me sarebbe giusto fare una bella pagina in cui presenti al mondo chi è  Yorga, ciò che non hanno fatto gli altri, ciò che finora non ha fatto nessuno, se le sei amico, se le hai voluto bene, fallo tu. Io sono l’ascoltatore giramento di palle e che ti dico: Voglio ASCOLTARLO. Voglio sapere chi era. Lo voglio sapere contro le divisioni in generi musicali, lo voglio sapere contro le divisioni fra artisti, lo voglio sapere contro chi, con un sistema a compartimenti stagno, mi ha impedito di conoscerlo. Lo voglio sapere anche contro te Gabriele che sei chiuso nel tuo panorama metallico e ti rivolgi  gli addetti ai lavori, agli ascoltatori e i commentatori rigorosamente metallari. Tutti nello stesso recinto metallico dal quale non uscite. Ti ricordi quando ho descritto le vibrazioni che arrivano dalla tua  “Paint White!”? Avevo detto che sotto il profilo emotivo le vibrazioni che trasmette quel brano, sono l’abbattimento di una gabbia o di una barriera e che quella canzone potrebbe essere usata in musicoterapia per rimuovere schemi mentali. Mettiti le cuffie Gabriele e ascoltala, che se fosse un cibo che stai assaggiando, e usala per buttare giù tutti i muri. Quando uscirai dalla gabbia, non sentirai di appartenere ad alcun genere o gruppo musicale, ma sarai pura essenza  per agire come ti pare a schema libero. Simone ti manca? E allora fallo ritornare attraverso la sua musica. Sarà semplicissimo per te trovare tutto ciò che ha fatto. Riproporre tutta la sua vita musicale e presentalo al mondo. Non puoi aspettarti niente dagli altri, non fanno, perché non capiscono. Tu lo hai capito e lo sai, ecco perché lo stai facendo. I bigliettini con i pensierini arriveranno, vedrai,  da gente che conosci e che non conosci  e non per Simone morto. Un artista non muore, è sempre vivo,  perché continua a vivere  attraverso la sua opera. Giannina Demelas