ammentos e faeddos de mundu

Deviate Damaen – le menti libere si fanno condizionare dalle recensioni?


Ho letto qualche giorno fa un post, scritto nel canale Facebook dei Deviate Damaen e immagino sia scritto da Gab Volgar. Non rispondo in modo diretto nel loro profilo perché penso che il problema debba essere portato fuori dall’ambiente metal e debba essere osservato dalle persone comuni che  non si inquadrano con preferenze di nessun genere musicale e che, se leggono ciò che io scrivo sono un  po' come me, fuori dagli schemi.

Io non sono pagata per dire e nemmeno per tacere, vivo la splendida condizione di fare ciò che voglio. Inoltre, dal 12 al 16 sono passati 4 giorni. C’è qualcuno che ha letto? Fra coloro che hanno letto, c’è qualcuno che ha pensato? Fra coloro che hanno letto e pensato, c’è qualcuno che in qualche modo si pone il problema e fa qualche tentativo per capire il problema? No, non vedo nessuno. Perfetto, sono autorizzata a fare liberamente le mie riflessioni.

Ecco il  testo del post:

“Tante volte qualcuno di mente libera fosse intrigato dalla musica dei Deviate Damaen, meglio dissuaderlo con una biografia farlocca del loro leader

Tra le censure Wikipedia e l'oscurantismo degli scodinzolatori di regime, questa è l'attendibilità professionale dell'imparziale informazione Metal 2024 anni dopo Cristo: citarne UNO SOLO per punire gli altri cento (in ordine sparso, Imago Mortis, Ianva, Stormlord, Hanormale, Frentrum, Corazzata Valdemone, Inner Void, Cultus Sanguine, Black Shine Fever, Aborym, Labyrinthus Noctis, 7 After, Selvans, Antonello Cresti, Hyperurania, The Black).

Non cancellerete il nostro passato; semmai Noi “movimenteremo” il vostro futuro. D.D.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=1072746008189930&set=a.288450086619530 Ed ecco il mio commento in risposta: Ogni tanto,  non ci viene il sospetto che le menti libere siano tali, proprio perché scelgono di fare ciò vogliono? Ogni tanto, non ci viene il sospetto che queste recensioni di cui si parla, le menti libere, non le leggono perché non le reputano interessanti? E  nel caso specifico, non ci viene il dubbio, che chi attacca il fascismo, non abbia conoscenza della cronologia che questo movimento politico ha avuto dalla sua nascita alla sua cessazione, nella storia italiana? Il sospetto é che il termine fascismo e antifascismo lo si metta in molteplici contesti a sproposito e senza sapere nemmeno di cosa si stia parlando. A me, invece, di tanto in tanto,  mi  viene il sospetto che a queste recensioni, con superficiali luoghi comuni, sono proprio gli artisti che gli danno importanza, sottovalutando l’intelligenza umana dell’ ipotetico ascoltatore. Lasciamo perdere gli scekerati mentali che seguono la musica commerciale e si comportano peggio delle pecore. A chi ascolta Morricone, Andre Rieu o Rondò Veneziano,  per fare l'esempio, di sapere che cosa pensano, di loro, i redattori, pensate che gliene  freghi qualche cosa? Gli artisti interessati,  che hanno un pubblico con una certa solidità mentale e culturale, pensate siano stati o siano  preoccupati di ciò che potrebbero dire i giornalisti? Facciamo ora un altro esempio. Casualmente o per loro ricerca personale, alcuni ascoltatori che normalmente seguono musica classica, decidono di ascoltare anche musica Metal. Pensate che l’ “ambientino” metallaro, abbia il potere di cambiare il modo di sentire, di porsi o di valutare? Secondo me,  queste paranoie gli artisti metallari se le creano, se le sopportano e se le combattono. Infatti, nella gabbia mentale Metal, ci stanno loro, non chi è libero di ascoltarli  oppure di ignorarli. Osservare da fuori e non sentirsi “integrati” al mondo metal, consente di godere di una visione o panorama, da una prospettiva privilegiata, che stando dentro non si potrebbe avere e che è molto più divertente. Che si tratti di Deviate Damaen o qualunque altra band, o orchestra o gruppo musicale,  si scoprono delle cose interessanti. Ma sapersi divertire nella scoperta o nell’apprezzamento, a prescindere dal genere musicale, da orientamento politico o altro, secondo me,  è una delle cose più libere e più intriganti che l’ascoltatore fa.  Ma questo non dipende dall’artista o dalle recensioni. Piuttosto dal percorso mentale e spirituale che l’ascoltatore ha fatto a livello personale e che per l’appunto le consente di godere pienamente delle proprie certezze e di questa libertà.  Chi ascolta la musica perché ne trae dei benefici mentali e salutistici oppure chi l’ ascolta per puro piacere, si gode le sue emozioni e di cosa pensano gli altri a qualunque livello non gliene frega niente. In quanto,  non consente a nessuno di intromettersi per rovinare la propria emozione e percezione. Il problema concreto è solo uno:  la visibilità. Se le strade metallare mafiose sono inibite, chi vuole farsi conoscere dovrà trovare altre strade. Basta. Tutto il resto è condizionamento mentale sia dell’artista che dell’ambiente metallaro che ci ruota intorno. Prova ne è il messaggio e il tono: “non cancellerete il nostro passato”, con chi ce l’hai? Chi sta brandendo una gomma come un’arma minacciosa per cancellare? Inoltre, se l’ascoltatore ne è a conoscenza e ne identifica un valore, impedisce le cancellazioni come le ha sempre impedite fino ad ora con i classici.  “Noi movimenteremo il vostro futuro” E va bene, ti sta legando qualcuno? Invece di minacciare e farne un caso eccezionale,  movimenta normalmente, quello che vuoi movimentare. Comunque, per concludere, l’artista è libero di sbattersi la testa come vuole, qualora ritenga che il masochismo mentale faccia parte della propria natura e non ci siano alternative. Detto questo,  l’ipotetico ascoltatore, troverebbe più interessante o conveniente, praticare l’indifferenza? Non fornire alcuna analisi e lasciare che l’artista, tipo, Gab Volgar, per fare l’esempio pratico,  rimanga nelle sue convinzioni e continui a sbattersi le palle con queste argomentazioni, ha utilità per chi suona e per chi ascolta? Si può riuscire ad intravvede un bene più grande che va fuori dalle singole esistenze? Se in ambito Metal esiste una “blindatura” nel genere musicale da essere considerato una falsa  nicchia, significa che dentro ci sono elementi e soggetti che non si vuole che incontrino il grande pubblico. Ma piuttosto che rimangano sempre nel loro recinto metallico.  Se inoltre all’interno della falsa nicchia ci sono dei gruppi che sono ulteriormente oscurati, dagli stessi “metallari” che anziché orientarsi ad una solidarietà di genere musicale operano un feroce restrizione, significa che ci sono degli elementi che danno un grande fastidio al pensiero unico. Il fastidio al pensiero unico non si arreca con  testi o con  melodie, che rimangono nella ristretta cerchia, interpretata in modo ignorante, oppure interpretata in modo colto ma rigorosamente tecnico e strumentale. Il danno grave, travolgente, incontrollabile al pensiero unico lo si arreca nel momento in cui quel brano, quella musica, quella voce, arrivano all’ascoltatore e vengono percepite le vibrazioni emotive che stimolano, scuotono, e smuovono quella sorta di tappo che inibisce le emozioni e che il pensiero unico ha scaltramente creato e  cementato in modo stratificato nel tempo e nelle varie generazioni. A questo punto sarebbe bene domandarsi: cosa fa bene a noi stessi e agli altri?  E andare in quella direzione. Con la consapevolezza che l’entropia non si ferma. Come non si ferma l’evoluzione umana. Dalla terza dimensione stiamo passando alla quarta e alla quinta. Tutti i processi evolutivi in ambito artistico e musicale che sono stati  in “gestazione” per anni, emergeranno e non li potrà fermare nessuno. Quando i flussi emotivi non hanno gli ostacoli causati da paura, odio, prevaricazione, tutti gli eventi si manifestano nel magico ventaglio delle sincronie in cui regna l’ armonizzazione. Non riconosce che è quella la direzione, significa non riconoscere le regole dell’Universo che governano il mondo.  Giannina Demelas