ammentos e faeddos de mundu

La musica descrive ciò che hai nel cuore e che la storia ti ha messo dentro l’anima.


In questo periodo nel territorio in cui io vivo, la Sardegna, è veramente battaglia. Presidi, manifestazioni, conferenze. Ma ciò che si percepisce nell’aria è un grande senso di appartenenza alla terra, alle origini e allo stesso tempo un sentimento di fortissima opposizione ai soprusi che la Sardegna sta subendo per le speculazioni indiscriminate: pale eoliche, fotovoltaico, basi militari.

Da diversi giorni circola nel web, nei cellulari, per le strade una canzone che racconta la nostra storia. E una canzone genuina come le torte fatte in casa, con base e voce che ci ricorda i cantastorie. L’ ascolto spesso. Lì dentro ci siamo noi e quel canto lo sento mio. (GRIDO DI BATTAGLIA : https://www.youtube.com/watch?v=t5QARKCZ62c) Sono quei momenti in cui senti un tripudio di sentimenti. Mi sento profondamente Sarda, sono fierissima delle mie origini, ma questa Italia, noi Sardi l’abbiamo voluta. Ascolto molto spesso anche “Dimonios” che mi ricorda la nostra volontà di divenire Italiani e anche quanti sacrifici, sofferenze e morti abbiamo sopportato noi Sardi. (DIMONIOS : https://www.youtube.com/watch?v=mHzaxMjzdG4) Arriva anche se non la vuoi una sorta di solitudine. Non è una solitudine individuale e una solitudine sociale, con una sorta di amore e odio per quella Italia al quale si è dato tanto e che ci ha restituito non riconoscenza, come dovrebbe essere, ma ancora altra ingiustizia, altra invasione, altra tortura per la nostra terra. Ovviamente si ragiona, ovviamente lo vedo che anche in Sicilia e in tutta la penisola abbiamo lo stesso problema. Ovviamente lo so, che il Popolo Italiano è una cosa e le istituzioni italiane sono un’altra cosa.  Avevo un gran bisogno di sentirmi meno sola, più italiana. Sentire dentro l’anima il senso di appartenenza forte che riguardi la Patria e non solo la mia isola. Ho cercato qualcosa che mi rassicurasse, che centrasse in pieno la mia forte reazione all’ingiustizia , ma fosse italiano: non canti rivoluzionari alpini, non canti rivoluzionari siciliani o napoletani. Una lotta forte, solo italiana. Per quel magico “non so che”, che quando chiedi all’improvviso ti si para davanti, ho trovato ciò che musicalmente centrasse in pieno il mio sentire. Un canto che dica le stesse cose che noi Sardi in questi giorni sentiamo, ma che sia  Italiana per gli Italiani.  L’ho trovata e  la propongo all’ascolto. ( IL NOME MIO https://www.youtube.com/watch?v=DlgKLvDhCiE&list=PLqcNHPXDL576JJuypoPvYHhRPttCU9cpN&index=6 ) Ho letto cosa si dice in giro degli autori ZetaZeroAlfa. Ad essere sincera me ne frega meno di niente. Non entro nel laboratorio di creazione dell’autore e delle fonti della sua ispirazione. Io ho sempre ascoltato con le mie orecchie e mai con le orecchie degli altri. Quando quella musica arriva a me sono io che elaboro e descrivo la mia emozione nel mio personale laboratorio di ascolto. Quando si ha la fortuna di aver ricevuto in dono la saggezza che viene dalla tua terra, hai la grande umiltà di imparare da tutto e da tutti e sai bene che così sarà fino all’ultimo respiro prima della morte. Ma allo stesso tempo ciò che sei,  e di cui hai certezza non lo smuove nessuno. Infatti, coloro che fanno il tentativo, quando le argomentazioni sono troppo deboli, scoprono che è come prendere la ricorsa e sbattere violentemente la testa contro un muro di granito. Il granito non si fa nemmeno un graffio e tu che con argomentazioni cretine ci ha provato, te vai via con un bernoccolo.  Giannina Demelas