ammentos e faeddos de mundu

Come capire, con la regola inversa, se un cantante ti dice cose valide o stronzate.


In tutto il panorama della musica, ho constatato che indipendentemente dal genere musicale, ci sono due principali tipologie di artisti: chi espone contenuti validi e chi racconta fesserie.

  1. Ci sono coloro che tirano fuori il meglio di sé sotto il profilo canoro-musicale e si ispirano alle proprie concezioni solo se le ritengono all’altezza di essere citate o raccontate. Attingono da altri grandi in campo filosofico, letterario o storico, in generale, le ispirazioni sui contenuti. Infatti, da questo connubio di qualità artistica o talento e da qualità di contenuti, viene  fuori,  sempre, qualcosa di speciale che arricchisce chi ascolta. Infatti un artista è una persona in carne ed ossa, come le altre. Se ha il dono del canto o dell’arte musicale, non è detto che sappia tutto oppure che abbia anche il dono della saggezza. L’ispirazione ad altri grandi,  storicamente riconosciuti, non è solo una scelta di umiltà, ma è segnale di grande intelligenza ed attenzione con senso di responsabilità verso chi ascolta.
  1. E poi ci sono coloro che nel tirare fuori il meglio di se sotto il profilo canoro-musicale, fanno emergere anche tutte le peggiori schifezze che hanno dentro l’anima. La cosa assurda e che più parlano delle loro fragilità, delle loro fobie e dei loro condizionamenti, e maggiore è il fango che buttano nel loro aspetto positivo e cioè il talento artistico.
Capire se un artista insieme al suo talento ti sta raccontando cose valide oppure stupidaggini è semplicissimo. Basta interrogarsi applicando la regola inversa. Quando abbiamo davanti a noi il testo di una canzone, oppure il post pubblicato da un cantante/musicista, leggiamo una frase alla volta. Per ciascuna frase ci dobbiamo chiedere: “io avrei detto questa cosa?” Immaginiamo che la risposta sia NO. Perché non avrei detto questa cosa? Riflessione....Ecco che vi appare come un film, ciò che sta dentro di voi: ciò che avete imparato dall’educazione ricevuta, dagli studi fatti, dal confronto con le altre persone, dalle vostre esperienze, dalle esperienze documentate di altri, eccetera. Immaginate che sia un’intervista e che queste ragioni le state spiegando a qualcuno, perché questo esercizio di esposizione vi serve ad essere coerenti e chiari nell’analisi. Ecco la regola inversa con la spiegazione: perché quel cantante fa quella determinata affermazione? Risposta: Perché tutto ciò che voi avete descritto e che avete dentro di voi, quell’artista, dentro di sé, non ce l’ha. Per similitudine, questa tecnica della regola inversa,  funziona  come se, su un foglio bianco, ci mettete una maschera nera per stencil, oppure viceversa, su un foglio nero ci mettere una maschera per stencill di colore bianco. Potete osservare sia il disegno bianco che il disegno nero: vedere nel dettaglio e con lucidità sia l’uno che l’altro. Che sarebbero la conoscenza e la non conoscenza. Pertanto l’artista può cantare come un usignolo o suonare come un maestro d’orchestra, ma insieme a queste lodevoli doti, vi potrebbe raccontare menzogne, teorie che non esistono o semplicemente sparare cazzate perché non ha niente di meglio da raccontare. Sta sempre a noi che ascoltiamo capirlo. La maggior parte degli artisti, per tirarsi fuori dal 'pantano', affermano: "io sto recitando e posso farlo per licenza poetica". Chi ascolta e commenta, può altrettanto replicare: " io sto commentando e posso farlo per liberta di critica poetica".  In nome dell'Arte se passa il pro, passa anche il contro.  Tutto il resto, nonostante siamo nel 2024,  è profondo bigottismo, peggio del medioevo. Giannina Demelas