Confrontarsi con l’algoritmo deI social serve a stabilire i confini di censura: non unilaterali, ma bilaterali.

segnalazioni

Analizziamo le procedure della censura.

Prendo Facebook come esempio sperimentato. Mi blocca un contenuto, con la motivazione che non è veritiero in rapporto alle informazioni ufficiali. Nella stessa rete viaggiano le informazioni ufficiali che la piattaforma social ritiene giuste in base alle comunicazioni istituzionali e che io invece ritengo false e intimidatorie. Bene, io uso lo stesso metodo: faccio la segnalazione a tutte le informazioni che ritengo false, senza trascurarne mai neanche una.

Altra fattispecie: contenuto violento o istigatore all’ odio. Segnalo oltre ai post, tutti i film d’azione sponsorizzati. Anche se è un film è sempre un’immagine violenta. Inoltre, mentre i video di comuni persone, anche se con immagini drammatiche, sono autentici e quindi da ritenersi documento di cronaca, i filmati di fantasia sono vera e propria istigazione all’odio. Ovunque compaia un’arma, anche se si tratta di un cartone animato, è violenta. Il limite della violenza tollerabile lo stabilisco io che guardo e che quindi segnalo. Stessa cosa  per i contenuti non educativi o contrari alla morale o alla cultura a cui appartengo.

Per quanto mi riguarda Facebook mi ha fatto fino ad ora 4 segnalazioni di cui 3 annullate e 1 ancora in piedi relativa ad un video di Corrado Malanga che sosteneva che gli Americani non sono mai andati sulla luna.  Successivamente a quella segnalazione con cancellazione da me non autorizzata del mio post, che ho ovviamente contestato, io ho pubblicato altri 4 video che avevano per oggetto la dimostrazione che gli Americani non sono mai stati sulla luna, di cui uno molto più approfondito del precedente censurato, proprio dello stesso Corrado Malanga. Questi successivi post non sono stati bloccati. Dovrei considerare la “non censura” come una tacita ammissione di errore relativamente al primo post bloccato, ma a me non basta, io voglio l’ammissione dell’errore formale e scritta e l’annullamento della segnalazione. Continuerò a rompere le palle fino a quando non mi rispondono.

Nel frattempo, io:  persona corretta che rispetta le regole dell’algoritmo del programma informatico, utilizzo la stessa tecnica. Lo standard della mia community è diverso dallo standard della community Facebook; Pertanto, tutto ciò che costituisce scostamento dalla mia sensibilità personale, io  legittimamente lo posso segnalare e infatti lo segnalo.

Finora ho fatto 30 segnalazioni. Facebook li ha esaminati uno per uno e mi ha inviato le sue notifiche. Ora io valuto se annullare la segnalazione o mantenere la contestazione. L’ unico punto di incontro parziale è questo: quando il post proviene da una mia amicizia e Facebook ritiene che non contravvenga lo standard della community, mi consiglia di bloccare l’utente e io valuto se è il caso di bloccarlo oppure no. Questa è una carenza dell’algoritmo, perché io posso disapprovare  alcune cose che dice quella persona, ma approvarne altre che invece condivido.

Io so perfettamente di essere una goccia nell’oceano. Ma per quanto mi riguarda, sono coerente e ho creato i presupposti per un rapporto trasparente tra piattaforma e account. Quel rapporto trasparente che i Governi vogliono togliere sia alle persone e che alle piattaforme di comunicazione.  Giannina Demelas

Questo articolo lo scrissi su Sfero il 22 ottobre 2023: https://sfero.me/article/confrontarsi-algoritmo-social-serve-stabilire-confini

Confrontarsi con l’algoritmo deI social serve a stabilire i confini di censura: non unilaterali, ma bilaterali.ultima modifica: 2024-03-22T22:26:59+01:00da GianninaDemelas

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