L’Avventura del principe Paolo

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paolo

nizia così l’avventura  del principe Paolo. C’era una volta nel regno di Storybrook un re famoso, per la sua crudeltà, e perchè voleva espandere il suo regno sempre di più nel tentativo disperato di soffocare il dolore che lo attanagliaava: infatti molti anni addietro, sua figlia, la principessa Angel, era stata rapita dalla demonessa Lilith, gelosa della sua leggendaria bellezza e portata nel suo inespugnabile castello. Subito il re aveva mandato spedizioni di soldati ad affrontare Lilith, ma tutti tornavano inesorabilmente sconfitti. In preda alla disperazione, il re aveva chiesto aiuto ai regni vicini ed aveva proclamato un editto, per cui, chiunque gli avesse riportato la figlia, l’avrebbe ricevuta in sposa insieme a metà delregno. Ma anche questo tentativo era fallito e nessuno dei valorosi principi che ci avevano provato, era mai tornato indietro. Ed il re, ormai impazzito di rabbia, aveva cominciato a scatenare la sua collera sui  paesi vicini, colpevoli a suo avviso di non averlo saputo aiutare. Ora in uno di questi regni confinanti e precisamente nel regno di Fantasia, vivevano un giovane e bel contadino Paolo insieme al suo amico falegname  Adrian, ed in poco tempo era diventati così abili da essere ritenuti nel loro campo i migliori del regno.

Una sera buia e tempestosa, fra lampi fulmini e saette, udì bussare alla porta e quando aprì si trovò davanti una vecchia mendicante vestita di abiti pulciosi che così gli parlò: ” Mio bel giovane abbiate pietà di una povera vecchia che si è persa e che sta morendo di fame e freddo”.

Paolo, che era un ragazzone dal cuore d’oro, così gli rispose: ” mia buona nonnina io l’accolgo volentieri, ma purtoppo sono molto povero e posso offrirle solo ciò di cui io vivo, un bel minestrone con le verdure che io stesso coltivo ed un confortevole giaciglio”. Ma la vecchia rispose che così andava benissimo e così si fermò la notte dai due giovani. La mattina, prima di andare via, la vecchina lo ringraziò e si rivelò per quello che era: “giovane Paolo io ti ringrazio per il tuo buon  cuore, e per questo  ti voglio ricompensare, in realtà io sono Ferny la fata e ti dono questa bacchetta magica che ti aiuterà moltissimo nel tuo lavoro nei campi; ti basterà dire il nome del vegetale da te scelto ed aggiungere bacchetta bacchetta crescete in fretta, e quando sarai a posto dirai bacchetta  bacchetta fermati in fretta”.

Inoltre lo informò delle vicende del regno di Storybrook e dell’editto proclamato dal re: detto questo scomparve in una  nuvola di fumo.

Il giovane contadino che aveva solo sentito parlare della leggendaria bellezza della principessa Angel, decise di incaimminarsi senza perdere tempo, preparate le provviste e sellato il cavallo partì assieme al fedele Adrian alla  volta del castello di Lilith. Cavalco per tre giorni e tre notti e la quarta sera mentre si stava per accampare sentì un latrato disperato. Subito accorso vide un povero cagnolino circondato da feroci lupi, prese un legno e lo incendiò lanciandolo contro le bestie affamate mettendole in fuga. Con suo grande stupore il cagnolino così gli parlò” grazie per avermi salvato la  vita,io grazioso barboncino  di nome Jen,  ti sono debitore e da questo momento ti seguirò nel tuo cammino, vedrai che i miei consigli e il mio aiuto ti saranno preziosi ed indispensabili”. La mattina dopo i tre compagni giunsero al castello di Lilith e subito portati al suo cospetto, si trovarono dinnanzi un imponente demone rosso sangue dotata  di maestose ali e  con una strana cintura formata da tre placche d’oro. Subito le dissero che avevano saputo dell’editto del re di Storybrook e che erano li per riuscire nell’impresa, la dove tutti avevano fallito. A queste parole il demone  fece una sonora risata e disse :” stà bene dovrai superare le tre prove che ti chiederò; se vi riuscirai la principessa Angel verrà via con te, ma se come tutti fallirai essa rimarrà mia prigioniera e  tu subirai la sorte di chi ti  ha preceduto facendo compagnia alle statue  che vedi qui fuori. Dunque, per prima cosa: vedi il campo arido e incolto là fuori? ora io esco ma al mio ritorno voglio che sia  diviso per coltivazioni, patate,carote,zucchine,fagioli,piselli,stasera voglio prepararmi un bel minestrone”.

Detto ciò dispiegò le ali e scomparve. Il giovane  contadino  cadde in preda alla disperazione ma  subito Jen gli ricordò che era il momento di ricorrere alla  bacchetta datagli in dono dalla fata Ferny. Il giovane così fece, e di fronte al campo incolto, disse: ” patate, bacchetta bacchetta, crescete in fretta” e quando la prima fila fu colma, disse ” bacchetta bacchetta, fermati in fretta.” Così ripetè la formula per tutte le colture, ed aveva appena finito quando un poderoso battito d’ali, annunciò il ritorno di Lilith. La demonessa, che già pregustava una nuova statua per la sua collezione, rimase esterrefatta, e non disse niente, ma una placca della sua cintura d’oro, cadde a terra e si dissolse, così Paolo ed Adrian andarono a coricarsi. La mattina seguente la nuova prova proposta da Lilith, fu ” Voglio che mi portiate la pietra Arcobaleno, che si trova in fondo al lago di Rocca Luce” e di nuovo volò via. Arrivato sulle sponde del lago il giovane si disperò perchè non sapeva come raggiungere le profondità del minaccioso specchio d’acqua e le insidie che vi avrebbe trovato. Lo distolse dalle lacrime il fedele barboncino, che disse: ” non disperare padroncino, è giunto il momento di ripagarti per avermi salvato la vita, e senza aggiungere altro si tuffò fra le onde e scomparve. Passato un tempo che al giovane sembrò interminabile, quando ormai disperava che avrebbe più rivisto il fedele compagno, il simpatico barboncino riapparve in superficie e fra i denti teneva proprio lei: la preziosa Pietra Arcobaleno. Così tornarono al castello di Lilith ed erano appena arrivati che ancora una volta comparve la demonessa. Stavolta diventò viola di rabbia, ma facendo uno sforzo sovrumano, prese la pietra senza dire niente. Ed ancora una volta una placca d’oro cadde e si dissolse.

Il terzo giorno, la prova proposta apparve fin da subito impossibile, veniva richiesto ai 3 compagni di portarle polvere di stelle. E dopo un’agghiacciante risata, scomparve nuovamente.

Stavolta Adrian e Paolo non sapevano cosa fare, l’impresa appariva disperata. Fu ancora una volta il barboncino Jen a proporre la soluzione e disse: ” Non disperarti padroncino, mentre cercavo la Pietra Arcobaleno, ho visto nel centro del lago un piccolo isolotto, e su esso, bloccato in briglie d’oro, incastonate nella pietra ho visto Pegaso, il cavallo alato, e secondo la leggenda solo una persona dal cuore puro potrà liberarlo e cavalcarlo. Così il problema sembrava risolto, ma arrivati sulle rive del lago, la disperazione nuovamente li colse, il lago era sconquassato da fulmnini che rendevano l’acqua insidiosa e terribile a vedersi. Perciò non sapevano come giungere sul magico isolotto ma a quel punto Adrian, il fedele compagno parlò così: ” Scusate, ma io che ci sto a fare? avete notato i boschi qui intorno? sono pieni di otttimo legname, ed io in questo campo sono il migliore, è giunto il mio momento di rendermi utile, costruirò una barca in grado di affrontare qualunque tempesta ed insidia”. Così il talentuoso Adrian costruì una splendida nave, che pareva invincibile ed inaffondabile, e a bordo di essa, i tre amici giunsero sull’isolotto. Quì si trovarono davanti Pegaso, esattamente come gli aveva raccontato il fedele barboncino. Il giovane contadino non ebbe difficoltà a liberarlo poichè in tutto il regno non esisteva persona dal cuore più puro di lui. A bordo del leggendario destriero i tre si diressero verso il cielo stellato per raccogliere della polvere di stelle. Stavolta appena la demonessa li vide con la polvere richiesta, cacciò un urlo agghiacciante, cadde l’ultima placca d’oro, ed ella scomparve in una nuvola di zolfo. Morta la demone, i tre liberarono la principessa, ma ella non voleva tornare senza i valorosi principi che erano stati pietrificati nel tentativo di salvarla. Ancora una volta fu il fedele Jen a suggerire di soffiare sulle statue la polvere di stella raccolta, e fatto questo esse si dissolsero lasciando al loro posto tanti bei giovani felici e sorridenti. Tornati tutti insieme al regno di Storybrook riportarono la principessa Angel edi principi liberati ed il re, al settimo cielo per aver ritrovato la figlia, depose l’ascia di guerra, e celebrò le nozze più belle che qualunque regno avesse mai conosciuto, e vissero per sempre felici e contenti.

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La rana d’oro

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la rana d’oro C’era una volta  in un paesino sperduto nei pressi della  regione di Carirnevile  una  rana  dal guscio  dorato la cui particolarità è che era  l’unica al mondo con un manto tanto luccicante, che la faceva sembrare d’oro.  A causa di questa sua rarità  veniva  ricercata da tutti, soprattutto perché il  suo valore era inestimabile. Questa rana d’oro di nome Fairy  aveva  capito  di essere  braccata  da tutti  coloro  che sarebbero stati felici di fare una fortuna  e si nascose  in uno stagno pieno  di insidie per l’uomo. Un giorno un ragazzo di nome Stefano, esile e affamato capitò  da quelle  parti attraversando la fitta foresta  piena di insidie e si ritrovò in quel laghetto sperduto e  disse: ” Oh, ecco qua il laghetto che tanto ho agognato,  finalmente  posso dissetarmi, non ce la faccio più, ho camminato per giorni e giorni e  sono  sfinito. La rana, all’udir di quelle parole  dal fondo del lago disse:

Fairy: Ciao

Stefano: chi è che parla?

Fairy :abbassa lo sguardo e  guarda nel lago

Stefano: o mio Dio, una rana dal manto dorato… che addirittura parla.

Così la  rana  cominciò a  dialogare con lui  dicendogli  che aveva udito  le sue parole e  che le dispiaceva per la sua situazione ed a un certo punto esclamò:

E’ un pò che parliamo e  vista la tua bontà d’animo  voglio farti dono di un regalo: prendi questa  conchiglia e  ogni volta  che  esprimerai un desiderio quello si avvererà, però fa molta attenzione, non  dovrai parlarne con nessuno altrimenti ti trasformerai in un riccio  di mare e  non tornerai più un uomo. Inoltre, se  io  vedrò  che farai  le cose per invidia la conchiglia perderà il suo potere e  tornerà ad essere  un semplice mollusco come tanti altri.  Ora va; recati verso est, troverai un terreno con una  casa  che ho provveduto a  realizzare  per te, la riconoscerai perché ha il tetto a forma cilindrica di colore blu e rammenta,  @nessuno  dovrà venire a conoscenza del mio nascondiglio e di me@.

Il ragazzo  ringraziò la rana d’oro  che era stata tanto gentile con lui e le disse  che il suo segreto sarebbe rimasto  tale per sempre.  Poi fece  come gli aveva  detto la rana. Stefano, salutata la rana,  si incamminò e ad un certo punto  , come aveva detto  la sua simpatica amica, trovo la casetta dal tetto a forma di cilindro. Apri la porta e vi entrò  trovando una tavola imbandita di cose prelibate, un letto  comodo dove riposare, e un confortevole salotto con all’interno un bellissimo camino  grazie al quale poteva scaldarsi quando avesse cominciato a fare freddo. Il ragazzo cominciò a lavorare duramente e  sfruttò il terreno  che aveva dietro la sua casetta piantando alberi e piante di ogni  genere. Furono talmente tante e gli produssero così tanti prodotti, che in breve tempo  diventò il più importante fornitore dei paesini  limitrofi. Il ragazzo si dimenticò della  conchiglia fino a  che un giorno una bufera di vento  spazzò via  tutto quello  che aveva realizzato con tanta  fatica e lui ormai anziano non riusciva più a fare tutto da solo. Per fortuna si ricordò del prezioso regalo e pensò fosse giunto il momento di vedere le sue potenzialità. Allora disse :

“conchiglia vorrei la mia casa  uguale a prima ma leggermente più grande,  con una stanza in più per coltivare i miei ortaggi e  una persona che mi stia accanto e che si possa occupare del raccolto al mio posto. La  conchiglia a quel punto, in men che non si dica,  realizzò il desiderio del vecchietto che fino a quel momento, buono e disponibile con tutti, in tutta la sua vita non ne aveva mai avuto bisogno. Ottenuto ciò Stefano di nuovo esclamò :

“conchiglia conchiglia vorrei che in paese, nella  città di Carirnevile ci fosse una casa  grande  grande con tante stanze in modo  da poter dare una  casa a tutti i bambini e alle persone bisognose e vorrei che  non gli mancasse mai nulla.

La conchiglia, visto il suo altruismo, esaudì all’istante il suo  desiderio. Infine Stefano disse:

“conchiglia   mi piacerebbe che quando io  morirò tutto rimanesse al ragazzo che fino ad oggi mi ha aiutato e  che tu torni dalla rana d’oro”.

Stefano dopo  qualche tempo  scomparve e il ragazzo, che fino a quel tempo lo aveva aiutato,  continuò a portare avanti  il suo lavoro passandolo  alle  generazioni future mentre  Stefano, non morì, come voi lettori potete immaginare, ma tanta era stata la su generosità e disponibilità in tutta la sua vita, che ottenne la più bella delle ricompense: infatti  andò a far compagnia alla rana in quel bel laghetto  diventando un  bellissimo delfino  per il desiderio della rana d’oro che aveva avuto ragione a fidarsi di quel ragazzo, dall’aspetto povero, ma tanto ricco di cuore. Stefano rimase nei cuori di tutti coloro che lo avevano conosciuto e amato e è per questo che vi ho narrato la sua storia.

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