“La logica di Port-Royal si caratterizza, contro ogni nominalismo, per un orientamento funzionalista: tema principale infatti non sono i nomi o i segni, ma le modalità con cui la mente opera i collegamenti fra i vari nomi“.
Ed ogni volta, estasiato, dico dentro di me che non c’ho capito un cazzo. Vale per Kandisky come per Port-Royal, ma non c’è cruccio in me, tant’è che accarezzo la mia ignoranza e, per rassicurarla, magari leccandola nella sottile piega fra l’inguine e la coscia, le dico “dai, mica puoi sapere tutto”. E forse sbaglio, perché lei, travisando quel “mica puoi sapere tutto”, trasforma un limite in presunzione. Devo accettarlo, in fondo, è ignorante. Quanto me. L’importante è averla tranquillizzata. Tante volte una carezza e poche parole sono quella sintesi che addolcisce tutto e se non riesci, con la lingua, a seguire quella piega e un poco poco sbandi, ti si perdona. Quella sintesi che, in tutte le sue forme, è una delle più belle cose che esistano. Quando non è eiaculazione precoce.
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