covid e sciacalli

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Leggo che la presidente della Commissione Europea Von der Leyen ha spiegato l’approccio unificato alla pandemia dei Paesi membri per uniformare i tempi di quarantena e le procedure per i viaggi.
“La situazione è molto grave, dobbiamo intensificare la nostra risposta dell’Ue”. Grazie ai contratti stipulati negli ultimi mesi, “l’Ue potrà contare dalle 20 alle 50 milioni di dosi di vaccino al mese a partire da aprile”. “Nella migliore delle ipotesi l’Ue potrà vaccinare fino a 700 milioni di persone” potendo così “fare delle donazioni ai Paesi più bisognosi”, ha sottolineato. Le proposte messe sul tavolo oggi da Bruxelles saranno discusse domani dai capi di Stato e di governo in un video summit.
Oltre ad essere necessario armonizzare la durata della quarantena in tutti i Paesi europei, per facilitare i viaggi ed evitare la rottura totale di Schengen come avvenuto la scorsa primavera, la Commissione chiede a tutti i Paesi di dotarsi di app di tracciamento e di metterle in contatto tra loro, in modo che funzionino ovunque un cittadino si trovi in Europa. Intanto Bruxelles lancerà “Re-open Eu”, la mappa interattiva delle restrizioni di viaggio anti-Covid in Europa in costante aggiornamento in modo che le persone sappiano sempre dove e come possono recarsi.

Era ora che l’UE dimostrasse di essere qualcosa di più di un banale acronimo e cominciasse a farsi carico di una responsabilità comunitaria e non di una responsabilità nella quale, a differenza di quanto avvenuto finora, soprattutto i paesi economicamente più forti, non guardino prima al proprio orticello e, proprio per evitare questo, sarebbe opportuno che i paesi più deboli come il nostro, pretendano che non solo la gestione della mobilità e dei vaccini diventi comune ma, anche e soprattutto che la gestione della straordinarietà – lavoro, commercio, industria, scuola, musei, spettacoli e sport – diventi comunitaria nei provvedimenti che si adottano. Regole uguali per tutti per non penalizzare nessuno. Questo anche per evitare che quattro pirla qualunque possano affermare che i provvedimenti che si prendono in Italia sono sbagliati rispetto a quelli presi nel resto d’Europa o viceversa. Fare in modo che le decisioni straordinarie siano condivise è un modo per evitare che i governi possano sentirsi soli e, peggio ancora, com’è sempre avvenuto, possano decidere provvedimenti che rispondono agli umori di un gregge pilotato dai soliti ammaestratori di masse piuttosto che decidere sulla base di una razionalità che tenda a salvare capre e cavoli.
Poiché nella gestione del Covid e visti i numeri, tranne forse la Cina, nessun paese può dire di essere stato più bravo di un altro, una gestione comunitaria sarebbe un modo perché i responsabili delle decisioni lavorino con maggiore serenità ed i responsabili dei singoli governi piuttosto che dover dar conto allo sciacallaggio delle opposizioni possano lavorare con altrettanta serenità e con una responsabilità più condivisa. In un momento e nei confronti di un problema verso il quale siamo tutti impreparati è indecente assistere allo squallore di chi, oltre ai negazionisti, pur non avendo un cazzo di realisticamente coerente e certo da suggerire fa solo uno sciacallaggio di stampo elettorale e nulla di più.

covid e sciacalliultima modifica: 2020-10-28T18:37:58+01:00da arienpassant

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