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"a volte mi domando quanto sia innato e cioè comunque frutto di assimilazione di tutta una vita di studio lettura cultura o se semplicemente applicazione di una metrica"

Possiamo parlare di poesia, quella scritta, ma anche di ogni altra forma d'arte. Dietro di esse c'è tanto mestiere. La metrica è la matematica della fluidità. Vale per la poesia, per la letteratura, per i testi lirici o musicali. Nelle arti visive potremmo considerare metrica i colori, le forme, gli spazi, i contrasti, la luce. In ogni sua espressione, l'arte, intesa come idea, può nascere anche dall'improvvisazione ma nella realizzazione serve quel mestiere frutto di assimilazione di tutta una vita di studio lettura cultura ed anche applicazione, direi ossessiva, di una metrica.
Rischiando di essere blasfemo, è così anche per certi oggetti d'arredo o architettura ed ingegneria delle costruzioni. Quella ricerca fra materiali, alloggiamenti per una vite, disegno ergonomico di un pulsante, coordinazione col verde, studio dei colori. Un insieme di oggetti che diventano l'orchestra nella quale ciascuno sarà parte dell'altro e del tutto. Alla fine, quella poesia sarà la più prossima rappresentazione metrica di quanto concepito.

"certo però immagino che nell’oltre non esplorato ci possa essere, come in una scala verso la luna, l’inaspettato."

Ovvero la poesia della domanda o risposta di un bambino. Di uno sguardo. L'emozione che destabilizza l'indifferenza. L'immediatezza della sincerità senza mestiere e senza costruzione metrica. Come la scala verso la luna. Inaspettata.
Com'è inaspettato febbraio che con i suoi 28 giorni sorprende il calendario e, come se non bastasse, con il bisestile lo destabilizza, e

" tra poco sarà primavera."