acca.di.menti

crusca

Inizierei da quella sala per complimentarmi con l’autore perché in quell’architettura ci vedo proprio l’ampiezza e le rotondità del palato; il lungo tavolo è la lingua e le sedie intorno sono i denti. In quella sala c’è proprio la sintesi e la bellezza di quell’Accademia che, solo a guardarla, mette a disagio, facendoli arrossire, sia i miei congiuntivi che le mie selvagge virgole.
Bella, così da vuota. Quand’è occupata, meno bella ma più coerente, con gli hdemici che come i semini di pomodoro, le briciole di cibo o di prezzemolo, il nervetto del prosciutto e i fogli sparsi disordinatamente sulla lingua-tavolo rappresentano perfettamente quel palato, denti e lingua in piena attività.
Dopo, ci penserà l’impresa di pulizie. Un po’ di dentifricio, una spazzolata e tutto torna bello e fresco come prima. Soprattutto la lingua quando, in un bacio, non ammette interferenze di sapori che non siano soltanto quelli di noi due.
Oggi leggevo che quell’apparato bocca, si lamenta per quello “smartabile”, il neologismo che si sta diffondendo per identificare lo “smart working” che, a sua volta, non piace agli hdemici che invece hanno coniato il termine di “lavoro agile”.
Per quanto mi riguarda, me ne frega un cazzo se chiamarlo in un modo piuttosto che in un altro, perché, considerati i tempi, mi scervellerei più sull’inventarmi nuovi lavori che cercare nuovi termini per quel lavoro che tende sempre di più all’estinzione. E’ anche vero, però, che fra le forme di lavoro ancora esistenti e pure ben pagate, c’è anche quella di non avere altro da fare se non inventare oppure omologare nuovi termini e, tante volte, come in questo caso, a nessuno viene in mente che possiamo pure divertirci col folklorismo delle parole, ma lo “smart working” o “lavoro agile” si è sempre chiamato “lavoro da remoto”.
Forse sono i miei occhi, ma qui mi sembra di vedere le sedie intorno a quella lingua, aprirsi ordinatamente in un sorriso fra il divertito e l’annoiato.
acca.di.mentiultima modifica: 2020-06-23T13:23:21+02:00da arienpassant

8 pensieri riguardo “acca.di.menti”

  1. Innanzitutto complimenti per la fantasia (vedere in quella sala una bocca con gli annessi e connessi non è da tutti). Detto ciò, concordo con te sul fatto che lavoro da remoto è un’espressione perfetta, ma concordo con la Crusca nel trovare orripilante il neologismo smartabile che a me era sfuggito. Quello che mi preoccupa è che tra un po’ sarà sulla bocca (giusto per restare in tema) di tutti con mio grande disappunto. P.S. gli hdemici (anche questo è un neologismo?) devono occuparsi di questioni linguistiche, lascia al Governo il compito di occuparsi della creazione di nuovi posti di lavoro. 🙂

  2. Ammetto di essere poco petaloso nei confronti degli hdemici e, ogni tanto, esco dalla bocca affermazioni che possono apparire di poca stima o coerenza verso di essi ed il loro lavoro ma, lo confesso, è tutta invidia verso chi, come loro, conosce tutta l’intimità della lingua ed anche verso chi, meglio di loro, tu, ad esempio, sa disciplinarla all’essenza in certi tuoi post che definirei baci di parole. Invidia per quella padronanza che, senza orrori e ridondanze, non trasforma un bacio di parole addirittura in un fastidio.
    A me, tante volte, rileggendomi, accade di provare quel fastidio.

  3. Stai tranquillo, su Libero sono io l’unico critico accreditato e autorizzato a recensire le tue cose e finché avrai il mio ok, vai a testa alta, con la certezza di potertelo permettere. Così è deciso, la seduta è tolta.

  4. ahahah, habemus papam! ti adoro! in veritas, dovrei tenermelo più stretto il tuo giudizio (anche perché è l’unico a cui tengo) e non abusarne, sapendo che tante volte me lo perdoni e trattieni la matita.

  5. Sbagli, spesso mi acca.nisco contro di te, passo al setaccio ogni tua riga, ma è un lavoro duro e in definitiva frustrante perché, per bene che mi vada, riesco a contestarti un anglicismo di troppo o un refuso. 🙂

  6. Mi comprendi nel senso che anche tu, rileggendoti, ti trovi pressoché perfetto? 🙂 P.S. Non mi devi nulla, se ti avessi trovato noioso o insignificante ti avrei abbandonato da tempo.

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