tressette

tressette

Non ho mai imparato a giocarlo perché chi me lo voleva insegnare mi spiegò che ci voleva tempo ed applicazione perché, per saperlo giocare, erano importanti due cose. La prima saper giocare le tue carte e la seconda saper rispondere alle giocate.
“Entrambe le cose sono importanti”, mi diceva, “ma saper rispondere è quella più importante”.
“E se rispondi male?”
“Sì strunz!”

post-it

Io invece non devo segnarmelo. La portinaia lo ha fatto per me lasciandomi il biglietto sotto la porta:

“Arien ieri è passato quello del Folletto. Ha detto che ripassa, ma non ha detto quando. Nel tardo pomeriggio è passata anche la cometa Neowise. Ha detto che ripassa il 21/7/8703. Fatti trovare in casa.”

Inutile dire che, a differenza di quello del Folletto o di chi passò 2020 anni fa, ho una grande stima per le comete perché lasciano sempre detto quando torneranno. Il punto però è un altro perché, rifacendo i calcoli, mi risulta che la cometa ripasserà intorno alle 16:27 del settembre del 8706, cioè tre anni dopo la previsione, magari per il traffico sulla Via Lattea. Il punto, però, non è nemmeno questo perché quello che mi perplime è immaginare che se i calcoli fossero corretti, nel luglio del 8703 qualcuno possa affermare che oltre 6000 anni prima la cosa era stata già esattamente prevista dagli antichi umani. Nemmeno questo però è il vero punto, perché la cosa che, anziché perplimermi, davvero mi sconforta è che fra oltre 6000 anni possa esserci ancora memoria della massa di coglioni che abitavano il pianeta oltre 6000 anni prima.

cieli ed infiniti spazi

Ieri sera, affacciato al balcone, fumavo e guardavo il cielo. Era di un bel blu, pulito e senza nuvole. Finita la sigaretta ero incerto se stare ancora un po’ fuori, era l’una passata e, piuttosto che rompermi i coglioni a guardare quell’immenso cielo ed a meditare sugli infiniti spazi, tornai dentro. Avevo ancora da fare pipì, il bidet, lavarmi i dentini e recitare le preghiere. Così rimandai la meditazione ad un’altra sera. In effetti non recitai nemmeno le preghiere perché è da stupidi pregare se stessi; in fondo, se volere è potere, ognuno è dio di se stesso, quindi, proprio volendo, basta impegnarsi con robe tipo “da domani farò meno il monello e m’impegnerò di più”. Andato a letto e spento il lumetto, notai che il soffitto della mia cameretta di giorno era bianco, ma al buio era quasi nero. Cromaticamente, il cielo dentro si comportava come il cielo fuori, solo che quello fuori è il cielo mentre quello dentro è il soffitto. Come meditazione poteva bastare, ma prima dovevo rispondere alla domanda “se stesso” vuole l’accento sul “se”? Così pensai che se lo volesse, lo pretenderebbe anche il “me stesso”. Quindi niente accento. Alle volte basta ragionarci sulle cose. Fine della meditazione.