Altri paesaggi

Ho provato da sempre un piacere segreto nel parlare a me stesso...


Ho provato da sempre un piacere segreto nel parlare a me stesso… Passeggiare da solo, per strada, distratto ed immerso nei miei ameni pensieri, oppure intento a scrutare il paesaggio su cui posa il mio sguardo. Guardo spesso i semplici oggetti e mi piace sorprenderli nella loro abitudine consueta o godere del piacevole gioco d’ingannarne l’aspetto, trasformandoli in rarissime cose mai viste. Un tempo m’incantavano i visi degli altri… Ora più non mi accade, perché forse è mutato lo sguardo, che è lo specchio dell’anima e sempre più spesso riflette, di sé, solamente, un’assenza diffusa …o forse son io che non so più guardare. Un tempo ci perdevo le ore a inseguire gli sguardi. Mi piaceva fissare le linee dei volti, non solo di quelli più belli, ma di tutti, perché ogni volto nasconde nei tratti una storia. Ogni ruga è una traccia…ogni traccia è un racconto. Ci son visi che celano storie infinite, molti altri nessuna…ma anche questa è una storia. A volte sembra che i visi mi parlino, più di quanto san fare le stesse persone con i loro discorsi. La parola ci occulta, mentre il corpo ci svela… A Venezia ci torno, ogni tanto e non so dirne il motivo. Ci son luoghi, che ad un certo momento il richiamo mi prende, mi costringe a incontrarli di nuovo. Per me è come averli vissuti in un altro frangente e li riconosco…come i visi, gli accenti, la grazia dei corpi gentili, le movenze armoniose che io sento di avere intravisto; persone con le quali ho vissuto in un altro momento e non so riconoscerle, ma delle quali posseggo un’istintiva memoria. A Venezia come a Genova ci torno per questo, per poterle incontrare, aggirarmi in quei luoghi che un tempo devono avermi visto passare…Io che vengo dal Sud, dove l’acqua è soltanto un miraggio…Così come lungo il delta del Po, che ho scoperto “per caso” …Ritrovati come luoghi “familiari” del cuore. (c)