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Guardo il limite


Guardo il limite Ad occhi chiusi Guardo chi sono Già stato Guardo chi ancora Non sarò Mentre il bisturi A lama ricurva E’ uno spicchio Di luna scintillante Che incide Un arcano alfabeto Di luce e sangue Sul foglio/corpo Del mio ignoto destino Rapsodie di sogni Umori liquidi e ferali Si mescolano all’urgenza Del mio ventre All’anestetico Di frammenti infiniti Diluiti di sguardi Specchianti La soluzione fisiologica Di parole posate A germinare Conterò tutti i passi Fin dove mai sono andato Coglierò il più lieve fruscio Di ogni singola foglia caduta Nell’indifferenza della terra Il più esile afflato Di vento inatteso Sopraggiunto a cullare Del mio rinnovato risveglio Gli accenti.